Venerdì 1° agosto la Commissione europea ha avviato una consultazione pubblica sul futuro Circular Economy Act, una legge quadro prevista per il 2026 che mira a rafforzare l’economia circolare come strumento per aumentare la competitività industriale e la sicurezza economica dell’Unione. La consultazione resterà aperta fino al 6 novembre 2025.
Cittadini, imprese e organizzazioni potranno inviare suggerimenti attraverso la piattaforma “Have Your Say”. L’iniziativa rappresenta il primo passo verso una normativa che punta, tra le altre cose, a raddoppiare entro il 2030 il tasso di circolarità dell’economia europea - attualmente poco sopra l’11% - e a ridurre la dipendenza dalle materie prime importate, incentivando investimenti in recupero, riciclo e riuso.
Verso un mercato unico per i materiali riciclati?
Il cuore del nuovo provvedimento sarà la creazione di un vero mercato unico europeo per le materie prime secondarie: acciaio riciclato, plastica rigenerata, carta, vetro e materiali critici da rimettere in circolo anziché finire in discarica. A oggi, questi flussi sono ostacolati da standard frammentati, differenze normative tra Stati membri, scarsa domanda e mancanza di tracciabilità.
Il Circular Economy Act punta a intervenire su tutti questi aspetti. Dall’armonizzazione delle regole, agli standard minimi di qualità, passando per incentivi alla domanda pubblica e privata, oltre a obblighi di contenuto riciclato per alcuni prodotti strategici. Ma anche un rafforzamento delle piattaforme di scambio di materiali e delle infrastrutture per la raccolta e il trattamento.
Una legge figlia della crisi
A rendere urgente l’iniziativa sono state soprattutto le crisi globali degli ultimi anni: pandemia, guerra in Ucraina, shock sui mercati energetici e delle materie prime. Eventi che hanno messo in luce tutta la vulnerabilità di un sistema produttivo dipendente da filiere lunghe e poco resilienti.
Non a caso, il Circular Economy Act è espressamente citato come uno degli strumenti chiave per rafforzare la “sicurezza economica” dell’UE e portare avanti l’idea di un’autonomia strategica aperta. Lo stesso concetto che guida altri dossier recenti, dal Critical Raw Materials Act alla Net-Zero Industry Act, fino al nuovo Steel and Metals Action Plan.
Consultazione aperta: ecco chi può dire la sua
L’iniziativa legislativa è ancora in fase embrionale. Non c’è quindi ancora un testo, ma un’idea generale, e proprio per questo la consultazione assume valore. Imprese, enti pubblici, organizzazioni ambientaliste, associazioni di categoria, cittadini possono contribuire, segnalando ostacoli normativi, proposte operative, priorità settoriali o territoriali.
Il questionario, disponibile online, resterà aperto fino a inizio novembre. Dopo di che la Commissione tirerà le somme e, nel corso del 2026, presenterà la proposta formale che sarà poi discussa dal Parlamento e dal Consiglio.
In copertina: immagine Envato