Cifre record nel primo semestre del 2025 per il carpooling aziendale, cioè la pratica di condividere la propria auto privata con altri dipendenti per i tragitti casa-lavoro. Questa modalità di spostamento, infatti, ha registrato in questo periodo 450.305 viaggi, in crescita del 55% rispetto al 2024. Il dato corrisponde a 258.383 auto in meno sulle strade, che evitano l’emissione nell’atmosfera di circa 946 tonnellate di CO₂. I vantaggi, inoltre, sono anche economici, con un risparmio pari a 1,45 milioni di euro.
Questi numeri vengono dall’Osservatorio aziende in movimento 2025 realizzato da Jojob Real Time Carpooling, B-Corp che promuove gli spostamenti pendolari grazie a un’applicazione per mobile per individuare possibili autisti o trovare passaggi. Un servizio sempre più diffuso in Italia tra le aziende, soprattutto di piccole e medie dimensioni, ma che viene utilizzato anche da universitari, docenti e altre persone che percorrono tragitti con regolarità. Nelle aree dove il trasporto pubblico non è particolarmente sviluppato, il carpooling può essere una valida alternativa sostenibile, ma il contesto italiano presenta ancora diverse criticità a causa della mancanza di politiche adeguate.
I benefici economici del carpooling
Chiunque può registrarsi alla piattaforma e trovare compagni di viaggio con cui condividere un tragitto che si svolge regolarmente. In seguito, spiega a Materia Rinnovabile Gerard Albertengo, CEO di Jojob, “gli utenti hanno il diritto di associarsi a una community, che tipicamente è quella aziendale. Noi oggi abbiamo circa 2.700 stabilimenti serviti in Italia, ognuno dei quali ha una community alla quale i dipendenti possono aderire, con benefici per l’azienda stessa. L’applicazione poi permette di dimostrare che si è fatto carpooling tramite un sistema GPS che verifica la compresenza in auto, traccia l’equipaggio lungo il percorso e al termine del viaggio è in grado di calcolare quanti chilometri sono stati percorsi e quindi il risparmio generato in termini di CO₂.”
È così che sono stati conteggiati i vantaggi economici nell’Osservatorio 2025. Albertengo specifica inoltre che il calcolo del risparmio economico, stimato in 1,45 milioni di euro per il primo semestre di quest’anno, è basato su una sottostima prudenziale. “Non conosciamo i dettagli della vettura a cui rinuncia il passeggero, ma solo quella dell’utente. Quindi abbiamo preso dalla tabella ACI [il servizio che permette di calcolare i rimborsi dovuti ai dipendenti o professionisti che utilizzano il proprio veicolo per attività lavorative, ndr] dell’auto più economica in commercio, che può trasportare quattro persone, e consideriamo che ogni passeggero risparmia 20 centesimi a chilometro.”
La mobilità dei dipendenti nelle imprese italiane
Una figura centrale per supportare il carpooling aziendale è il mobility manager, la persona delegata a redigere il piano degli spostamenti. “Si tratta di una figura imposta per legge nelle aziende con più di cento dipendenti”, ci spiega il CEO. “Il mobility manager ha il compito di migliorare la mobilità dei dipendenti, rendendola più sostenibile a livello ambientale, economico e sociale.”
Questa persona contribuisce quindi a consolidare le community aziendali e favorire gli spostamenti in carpooling. Un servizio sempre più importante soprattutto per le piccole e medie imprese, che secondo le analisi dell’Osservatorio sono le realtà aziendali che più di tutte hanno usufruito di questo servizio (48,4%). Albertengo puntualizza che “non c’è una ragione precisa, ma indubbiamente sono le peculiarità delle PMI a facilitare l’introduzione di questo servizio. Per esempio, il fatto che in questo tipo di aziende tendenzialmente c’è una maggiore percezione delle difficoltà del dipendente, perché le persone si conoscono. Inoltre, attrarre una risorsa in una PMI oggi non è facile, e anche l’aspetto della mobilità influenza la scelta del candidato.”
La geografia del carpooling
Secondo l’Osservatorio di Jojob, la Lombardia è la regione leader nel carpooling aziendale, con il 18,7% delle sedi attive sul totale italiano, seguita dall’Emilia-Romagna (16,6%) e dal Lazio (10,2%). Per quanto riguarda le province, Roma è la prima in Italia, con il 7,7% delle sedi. Al secondo e terzo posto si trovano rispettivamente la provincia di Brescia con il 4,5% e quella di Modena con il 4%.
L’analisi si è soffermata anche sul coinvolgimento diretto dei lavoratori, con l’obiettivo di scattare una fotografia dettagliata della distribuzione del carpooling in Italia. Al primo posto si conferma la Lombardia, che conta quasi un quinto del totale dei dipendenti coinvolti a livello nazionale (19,7%). Seguono il Piemonte, con il 16,7% dei lavoratori impegnati, per lo più nel settore automotive e metalmeccanico, e l’Emilia-Romagna (13,5%).
Questi dati dimostrano una prevalenza dell’utilizzo di auto condivise nel nord Italia, a causa della presenza di un ampio bacino di lavoratori e lavoratrici pendolari. Tuttavia, il carpooling viene utilizzato anche nel resto del paese, con modalità differenti. “Abbiamo notato nell'Osservatorio che c'è una differenza tra le percorrenze medie nelle regioni del sud rispetto a quelle del nord”, spiega a Materia Rinnovabile Albertengo. “Al sud i tragitti sono molto più lunghi a causa del servizio pubblico più frammentato.”
Infatti, se la percorrenza media in Italia è pari a 27,9 km, secondo le analisi dello studio, in Molise, dove il fenomeno della povertà dei trasporti è più accentuato, lo stesso dato tocca i 54 km. Anche in Sicilia le tratte sono notevolmente più estese, con un percorso medio di 50,5 km, a cui segue la Sardegna con 45,6 km. Il carpooling, quindi, è una risposta alle necessità del pendolarismo extraurbano, che dà la possibilità anche alle persone che abitano più lontano di arrivare nel luogo di lavoro.
Utenti e crescita del servizio
Le persone che usano di più il carpooling sono i pendolari abitudinari, per cui è diventato la principale modalità di spostamento per andare e tornare dal lavoro. Metà degli utenti (50,4%) condivide l’auto per 5 giorni a settimana, mentre il 35.5% lo fa per 3 o 4 giorni a settimana. A confermare la rapida diffusione del servizio il fatto che oltre la metà degli utenti (52,6%) lo utilizza da appena un anno e un ulteriore 26,2% da due anni.
“Sono profondamente orgoglioso della nostra crescita post pandemia”, specifica il CEO di Jojob. “Avevamo già registrato un aumento fino al 2020, ma poi il mondo del carpooling si è chiuso per 24 mesi a causa delle restrizioni, e oltre il 70% dei nostri clienti aveva abbandonato il servizio. Quindi a metà del 2022 siamo ripartiti da zero e da quel momento la crescita è stata notevole, stimolata anche nel 2022 dalla normativa sui piani spostamento casa-lavoro e dall'obbligatorietà del mobility manager.”
La mancanza di una spinta centrale per la mobilità sostenibile in Italia
Albertengo illustra però a Materia Rinnovabile anche alcune criticità del quadro italiano. “Oggi i numeri di chi usa il carpooling in Italia crescono perché le aziende sono più sensibili agli aspetti ambientali e alla mobilità dei dipendenti. Anche perché, fuori dall’ambito urbano, questo servizio spesso è l’unica soluzione di mobilità sostenibile che si può adottare. Ma i nostri risultati non sono comparabili con quelli di Francia e Spagna, perché l’Italia non ha una politica sulla mobilità sostenibile. Manca una spinta centrale, diversamente da altri paesi dove c’è un incentivo pubblico al carpooling da parte dello stato, e non solo dalla singola azienda.”
“Oltretutto, Francia e Spagna hanno introdotto i certificati energetici generati dal carpooling, che consente di monitorare la quantità di energia risparmiata e rivenderla alle aziende che ne consumano di più”, aggiunge il CEO di Jojob. “In Italia, invece, non si è ancora riusciti a ottenere l’emissione dei certificati bianchi [strumenti finanziari che certificano e incentivano il risparmio energetico, ndr] da carpooling, cosa che invece è avvenuta negli altri due paesi. I vantaggi sono enormi per l’operatore di carpooling, che beneficia economicamente dei certificati bianchi che produce periodicamente. E i ricavi vanno all’utilizzatore finale: in Francia e Spagna il passeggero può viaggiare gratuitamente, perché l’autista percepisce il contributo dei costi di viaggio dallo stato, dalle aziende e dalla società del gruppo che si ottiene dai certificati energetici.”
Anche se i numeri crescono, quindi, il potenziale dell’Italia rimane espresso solo parzialmente. Per questo motivo, aggiunge Albertengo, “stiamo lavorando con l’Osservatorio Sharing Mobility, che aderisce alla proposta italiana per il Piano sociale per il clima”, un nuovo fondo dell’Unione europea che a partire dal 2026 finanzierà nuove misure per la transizione energetica. Tra queste, lo strumento Il mio conto mobilità, un voucher stimato tra i 200 e i 300 euro all’anno per cittadini e cittadini che vivono in aree dove il trasporto pubblico è poco presente. Il budget personale potrà essere speso per accedere a diversi servizi di mobilità sostenibile, tra cui appunto il carpooling.
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