La transizione ecologica evidentemente costa cara, ma la verità è che costa anche il cambiamento climatico, anzi, è molto ma molto più economicamente rovinoso, e sicuramente assai più di quel che pensassimo fino a oggi. Secondo uno studio di due economisti americani, Adrien Bilal di Harvard e Diego Känzig della Northwestern University, citato dal quotidiano inglese The Guardian, l’aumento della temperatura globale di 1 grado centigrado comporterà un calo di addirittura il 12% del prodotto interno lordo del pianeta Terra.

E se mai disgraziatamente si dovesse raggiungere quota 3 gradi centigradi intorno al 2100, come molti scenari non virtuosi prevedono, il conto che l’umanità dovrà pagare sarà immenso: una riduzione del 50% della produzione, del capitale, dei consumi e della ricchezza globale. Lo stesso identico costo economico che deve sopportare un paese che combatte una devastante guerra sul proprio territorio.

Le conseguenze economiche del cambiamento climatico

Bisogna precisare che la ricerca di Bilal e Känzig ancora non ha subìto il consueto processo di revisione e analisi da parte di altri scienziati. Tuttavia i suoi fondamenti e i suoi risultati sembrano convincere molti addetti ai lavori, e soprattutto appaiono consistenti in relazione a un altro studio recentemente pubblicato sulla rivista Nature, secondo cui entro il 2050 i redditi medi diminuiranno di quasi un quinto rispetto a quello che sarebbero stati in assenza di disastro climatico. Sempre questo studio afferma che l'aumento delle temperature, le piogge più intense e i sempre più frequenti eventi estremi causeranno distruzioni per 38.000 miliardi di dollari ogni anno entro metà secolo.

Insomma, si stima che le perdite economiche legate alle conseguenze della crisi climatica siano molto più alte rispetto a quanto calcolato finora. Il costo sociale del carbonio ‒ il costo in dollari del danno causato da ogni tonnellata aggiuntiva di emissioni di gas serra ‒ era stato calcolato dall’EPA, l’Agenzia per la protezione dell’ambiente degli USA, in 190 dollari a tonnellata. La ricerca di Bilal e Känzig ipotizza invece un costo di 1.056 dollari per tonnellata, quasi sei volte di più.

Questo anche perché, spiega Bilal, si è scelto di considerare globalmente, e non sommando i costi per i singoli stati nazionali, il costo economico del cambiamento climatico, che va calcolato sulla base della connessione tra gli impatti delle ondate di calore, le tempeste, le inondazioni e gli altri eventi che danneggiano i raccolti, riducono la produttività dei lavoratori e il valore degli investimenti.

Spendere ora per risparmiare in futuro

La seconda importante novità che emerge dallo studio è che l'impatto economico della crisi climatica sarà uniforme in tutto il mondo. In altre parole, in proporzione i paesi più ricchi avranno un contraccolpo economico maggiore di quello dei paesi più poveri. E dunque dovrebbero avere più interesse a darsi da fare per tagliare le emissioni e salvare il pianeta. Certo è che la situazione appare già decisamente compromessa. Rispetto all’era preindustriale il mondo si è già riscaldato di oltre 1 grado centigrado, e dunque sulla base dei conti di Bilal e Kanzig già stiamo subendo una perdita del 12% del PIL mondiale.

Se mai si arrivasse a quota 3 gradi il calo previsto per il 2100 “nella produzione, nel capitale e nei consumi” sarà del 50%, "paragonabile al danno economico causato dal dover combattere una guerra permanente sul proprio territorio”. Inoltre, il cambiamento climatico verificatosi negli ultimi 50 anni ha già ridotto del 37% il potere d’acquisto delle persone, cioè la quantità di beni e servizi che è possibile acquistare con il proprio denaro.

E a quanto ammonterebbe il conto se riuscissimo a centrare gli obiettivi stabiliti nel 2015 a Parigi, cioè un aumento della temperatura non superiore a 1,5 gradi? La perdita di ricchezza si fermerebbe al 15%. Sempre tantissimo ma, come giustamente fanno notare i due economisti, un risultato che sarebbe sostanziale, e per cui varrebbe decisamente la pena impegnarsi a fondo. Spendendo ora per risparmiare moltissimo in futuro.

 

Immagini: RedCharlie, Unsplash

 

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