Hanoi è tra le città più inquinate al mondo. Durante l’inverno, una coltre di smog avvolge spesso la capitale vietnamita, facendo impennare i livelli di particolato fine (PM2.5) fino a oltre 250 microgrammi per metro cubo al giorno: oltre 17 volte il limite raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità.
Per ridurre l’inquinamento atmosferico, generalmente causato dalle emissioni dei motori a combustione, dall’usura di pneumatici e freni, e da attività industriali, il governo vietnamita sta puntando forte sulla mobilità elettrica. Sotto mandato del primo ministro Pham Minh Chinh, dal 1° luglio 2026 il grande raccordo anulare che circonda Hanoi sarà vietato ai motocicli a benzina. Una mossa che vuole incentivare sia l’acquisto di scooter elettrici che l’utilizzo di un trasporto pubblico multimodale in espansione.
Tuttavia, secondo quanto riportato da Al Jazeera, alcuni osservatori mettono in dubbio la fattibilità di far rispettare il divieto in tempi così ristretti, citando alcuni problemi cronici di Hanoi, come l'inadeguatezza del trasporto pubblico, una rete elettrica poco affidabile e la mancanza di infrastrutture di ricarica in città. Alcuni temono che il cambiamento colpirà più duramente i residenti più poveri di Hanoi e vedono l'iniziativa come un pretesto per sostenere la più grossa azienda del paese, Vingroup, e il suo produttore di veicoli elettrici, VinFast.
Finora Hanoi si è posta l'obiettivo di elettrificare entro il 2030 almeno la metà degli autobus pubblici e il 100% dei nuovi taxi immatricolati. "Questa è una responsabilità dello stato nei confronti dei cittadini, e devono essere intraprese azioni specifiche e tempestive", aveva dichiarato a gennaio il vice primo ministro Tran Hong Ha al quotidiano vietnamita Tien Phong. Entro il 2028 Hanoi espanderà il divieto di accesso ad altre importanti arterie stradali e anche alle auto a benzina, oltre a introdurre in città “zone a basse emissioni”, ovvero aree in cui i veicoli più inquinanti non potranno accedere.
Le stazioni battery swap
La roadmap di Hanoi verso una mobilità elettrica prevede anche dei sussidi da destinare alle aziende che producono veicoli elettrici e infrastrutture di ricarica. Non è un caso che lo scorso 26 agosto V-Green e FPT Retail abbiano firmato un protocollo d’intesa per l'installazione in tutto il paese di colonnine di ricarica e stazioni di battery swap, ovvero lo scambio rapido delle batterie, tra una scarica e una già carica, considerato un’efficiente alternativa alla ricarica lenta.
Sfruttando il network nazionale di negozi FPT Retail, lo sviluppatore V-Green punta a installare nei prossimi tre anni 150.000 punti di battery swap per scooter, tutti di marca Vinfast. I primi 600 dovrebbero diventare operativi già a partire dal prossimo novembre. Mentre da ottobre VinFast lancerà sul mercato scooter elettrici con batterie estraibili. Per un automobilista, sostituire la batteria di un’auto elettrica in apposite stazioni richiede meno tempo rispetto alla ricarica tradizionale, ma la tecnologia resta ancora poco diffusa.
La Cina, di gran lunga la più grande utilizzatrice al mondo di battery swap, ha iniziato ad applicarla sui camion elettrici: nel 2023 quasi la metà dei camion venduti era dotata di batterie removibili. Per quanto riguarda le automobili, invece, il mercato è ancora in fase di sperimentazione. Il costruttore cinese di veicoli elettrici Nio ha già realizzato oltre 3.300 stazioni. Nel frattempo, CATL, il maggiore produttore di batterie al mondo, ha annunciato, insieme al colosso petrolifero Sinopec, l’avvio di un progetto per creare un vero e proprio ecosistema di battery swap su scala nazionale.
L’etanolo USA per sfuggire ai dazi e decarbonizzare i trasporti
Il governo vietnamita punta a decarbonizzare i trasporti non solo attraverso l’elettrificazione dei veicoli nella capitale, ma anche con incentivi all’acquisto di biocarburanti, in particolare di bioetanolo proveniente dagli Stati Uniti.
Lo scorso 27 agosto, infatti, il Ministero dell'industria e del commercio vietnamita ha presentato una proposta al governo per passare completamente all'E10, una miscela composta da benzina con il 10% di bioetanolo.
I motivi però non sono esattamente riconducibili a politiche ambientali. "L’etanolo è una delle soluzioni rapide ed efficaci per aumentare le importazioni di beni dagli Stati Uniti, riducendo il surplus", si legge nel documento esaminato da Reuters. Secondo il ministero, l’importazione di bioetanolo a base di mais aiuterebbe a ridurre l’avanzo commerciale con Washington, al momento pari a 123 miliardi di dollari. Un surplus che influenza pesantemente i rapporti commerciali tra i due paesi, secondo il famoso schema dei “dazi reciproci” ideato dall’amministrazione Trump, che avrebbe l’obiettivo di “creare condizioni di parità nel commercio internazionale”.
Nonostante diversi osservatori abbiano criticato la metodologia di calcolo definendola “straordinariamente senza senso”, l'economia vietnamita, il cui PIL dipende fortemente dall’esportazione negli USA, si vede costretta a trattare secondo la logica coercitiva di Trump, che in sostanza minaccia: o riducete il gap commerciale aumentando l’import di beni made in Usa, oppure tasseremo pesantemente i vostri prodotti danneggiando la vostra economia.
Dall’iniziale 46% previsto, l’accordo del 3 luglio ha fissato la tariffa sui beni vietnamiti esportati negli Stati Uniti al 20%, Trump ha ottenuto un accesso preferenziale al mercato vietnamita per diversi beni, comprese le auto di grossa cilindrata. Lo scorso marzo, Hanoi aveva ridotto i dazi sulle importazioni di etanolo dal 10% al 5%, impegnandosi anche ad aumentare l’import di altri prodotti Usa, tra cui aerei, GNL, petrolio greggio e prodotti agricoli.
Il Vietnam dispone attualmente di sei impianti di produzione di etanolo con una capacità complessiva di 600.000 metri cubi all'anno, che soddisfano circa il 40% della domanda di benzina E10. Nella proposta il ministero ha anche sottolineato che l'utilizzo di benzina con bioetanolo contribuirebbe a ridurre le emissioni di CO₂ e ad allineare il paese agli obiettivi di Net Zero.
Cover: Foto di Huy Phan, Pexels