Il mondo degli standard di rendicontazione della sostenibilità sta conoscendo un’evoluzione rapida e, purtroppo, ricca di incertezze. Da una parte, la discussione che ruota intorno alla Direttiva UE CSRD spinge verso una riduzione degli obblighi di rendicontazione per le aziende europee, e quindi un indebolimento del ruolo riservato all’attività di disclosure a supporto della transizione ecologica. Dall’altro, le tematiche di sostenibilità non si ridimensionano certo in conseguenza di queste scelte, e continuano a chiedere un conto molto salato al pianeta. E, fortunatamente, esistono iniziative di rendicontazione che ne sono consapevoli.
Lo standard GRI per il tessile
In particolare, è di grande interesse l’uscita della bozza dello standard GRI di settore relativo al mondo del tessile.
Con questo documento, il Global Reporting Initiative offre un’accurata e interessante rassegna degli studi più rilevanti per inquadrare le tematiche di sostenibilità del settore. Concentrandosi sulla dimensione ambientale, sono ben riportate le principali voci di impatto del tessile. Solo per ricordarne alcune: i diversi tipi di pressioni ambientali che vengono generati dai diversi tipi di fibra; il ruolo del fast fashion nel consumo di materie prime e nella produzione di rifiuti tessili, oggi ancora difficili da recuperare; l’impatto sulla qualità dell’acqua delle lavorazioni che prevedono l’utilizzo di prodotti chimici.
In questo panorama così complesso, come fa il GRI settoriale a guidare l’azienda nell’attività di disclosure? Lo standard individua una serie di “probabili temi materiali”, ovvero tematiche di impatto che l’azienda è chiamata a valutare di includere nelle informazioni oggetto della rendicontazione. Si tratta di aspetti che coprono tutte le aree della sostenibilità: Ambiente, Sociale, Governance.
Attenzione alla just transition
Concentrandosi di nuovo sulla parte ambientale, il primo tema materiale “suggerito” è, naturalmente, quello del cambiamento climatico. In questo contesto, l’indicazione è di rendicontare gli impatti utilizzando il nuovo standard GRI sul clima (pubblicato poche settimane fa), che contiene alcune importanti novità. Su tutte, la richiesta di integrare le informazioni sulla just transition, ovvero la garanzia che il percorso di decarbonizzazione non avvenga a discapito della forza lavoro. In questo senso, lo standard GRI sul clima incorpora le informazioni sul personale nello stesso contesto del processo di decarbonizzazione, al fine di saldare le due tematiche nei report di sostenibilità.
Rischi finanziari legati al clima
Sempre parlando di clima, nello standard di settore sul tessile viene chiesto di offrire una valutazione dell’analisi dei rischi finanziari legati all’aumento delle temperature. Il motivo è molto semplice: un clima più caldo influisce pesantemente sulla produzione di fibre naturali (come cotone e lana), e conseguentemente anche i costi di approvvigionamento possono variare sensibilmente. Un aspetto che, ovviamente, è molto interessante per gli stakeholder, che potranno così averne contezza nel bilancio di sostenibilità.
Qualità degli scarichi idrici
L’allargamento della rendicontazione a tematiche che si collocano nella catena del valore delle aziende è evidente anche nella raccomandazione di allargare la disclosure sugli scarichi idrici anche ai fornitori con significativi impatti ambientali. Se con le emissioni di CO2 Scope 3 la raccolta dati è già da molto tempo indirizzata verso la catena del valore, la richiesta sugli scarichi idrici rappresenta una novità ed è indicativa di quanto sia cruciale per il settore questo aspetto. Lo standard ricorda infatti che il tessile è il secondo maggior inquinante di acque al mondo: il 20% della contaminazione di corpi idrici è attribuibile alle attività di tintura e finissaggio.
Certificazione dei materiali
Infine, una delle novità più rilevanti è rappresentata dalla richiesta, relativamente ai temi di Economia Circolare, di riportare la percentuale di materiali con certificazioni di terza parte in ambito di sostenibilità. Le certificazioni sono un aspetto caratterizzante del settore: soprattutto in relazione a mancanze normative, rappresentano garanzia di impegno in ambito ESG. In una fase di rallentamento degli impegni delle istituzioni occidentali, il loro ruolo si mantiene fondamentale e la richiesta dello standard GRI di settore si configura come l’opportunità per valorizzare un impegno serio e certificato.
Sostenibilità sociale e di governance
Lo standard contiene molti elementi anche di sostenibilità sociale e di governance, non trattati in questo articolo per ragioni di spazio. Si è parlato, si ribadisce, di uno standard in fase di discussione (la consultazione pubblica aperta si chiuderà il prossimo 28 settembre). Già nella sua forma di draft rappresenta un importante riferimento per il mondo tessile e una guida per le aziende del settore interessate a condividere le proprie performance di sostenibilità.
In copertina: foto Envato