Promuovere e liberare il pieno potenziale della responsabilità estesa del produttore in Europa: è questo l’obiettivo di LIFE4EPR, progetto finanziato dall’Unione Europea che ha appena completato la prima mappatura dei sistemi di responsabilità estesa del produttore (EPR) e degli organismi di responsabilità del produttore (PRO – i consorzi) nei vari stati membri.
L’analisi mette in luce diverse differenze tra i sistemi, evidenziando un vero e proprio “gap EPR”: alcuni modelli risultano infatti più strutturati, mentre altri, come il settore tessile, sono ancora in fase di sviluppo, con un quadro geografico europeo tutt’altro che omogeneo.
Verso un registro unico europeo
Non solo imballaggi, ma anche RAEE, batterie, tessili e plastica monouso: in soli tre mesi, il progetto ha raccolto e validato circa 715 voci totali, tra cui 429 consorzi, 48 registri nazionali e diversi altri attori chiave coinvolti nella gestione di 26 flussi di rifiuti. Questa mappatura rappresenta la base conoscitiva per individuare punti di forza, criticità e opportunità di armonizzazione, con l’obiettivo finale di realizzare un registro unico europeo pilota dell’EPR, cuore del progetto LIFE4EPR.
“Questa mappatura rappresenta un passo decisivo verso un’Europa in cui la responsabilità estesa del produttore sia finalmente coordinata e trasparente”, afferma Pascal Leroy, direttore generale del WEEE Forum, uno dei sette partner del progetto. “Per la prima volta abbiamo una fotografia completa delle differenze tra paesi, dei punti di forza e delle criticità. È uno strumento che permetterà a tutta la filiera di lavorare con maggiore chiarezza e di accelerare il percorso di armonizzazione necessario per affrontare le sfide dell’economia circolare.”
Gli altri partner del progetto includono Fundació ENT (coordinatore), ACR+, Zero Waste Europe, Erion, Sotelo e la Vrije Universiteit Brussel. I dati raccolti saranno resi disponibili su una piattaforma online aperta a tutti, diventando una risorsa essenziale per guidare l’armonizzazione delle normative EPR in Europa. L’accesso a informazioni comparabili tra paesi e flussi di rifiuti favorirà non solo la trasparenza, ma anche lo scambio di buone pratiche tra gli attori coinvolti.
Differenze tra paesi e flussi
Secondo i dati raccolti negli ultimi tre mesi, alcuni settori, come RAEE e imballaggi, possono contare su quadri normativi ormai consolidati e su sistemi maturi e ben strutturati. Altri ambiti, invece, risultano ancora in fase di crescita: è il caso del settore tessile, che nel 2019 ha generato 12,6 milioni di tonnellate di rifiuti nell’Unione Europea e per il quale è stato introdotto solo di recente un sistema obbligatorio di EPR.
Si tratta di un comparto ancora in fase di sviluppo, ma caratterizzato da una rapida evoluzione. La mappatura rivela inoltre una significativa eterogeneità a livello geografico: i sistemi non risultano uniformi tra gli stati membri. La Francia è il paese con il maggior numero di categorie di prodotti sottoposte a EPR, mentre Spagna, Polonia, Romania e Italia presentano il più alto numero di consorzi. Anche il livello di copertura varia sensibilmente da paese a paese e da un flusso all’altro. Inoltre, per quanto riguarda le tipologie di rifiuti come imballaggi, RAEE e batterie, molti stati registrano la presenza di numerosi soggetti coinvolti, riflesso della presenza di mercati e approcci differenti.
In copertina: immagine Envato
