Con 371 voti a favore, 162 contrari e 37 astensioni, il Parlamento europeo ha sostenuto la proposta della Commissione europea di declassare lo status di protezione del lupo, che passa così da specie "rigorosamente protetta" a "protetta".

La votazione è avvenuta giovedì 8 maggio 2025 e modificherà la direttiva Habitat (che interviene sulla conservazione della natura in Europa), per allinearla alla Convenzione di Berna (che agisce invece a livello internazionale per gli stessi scopi).

La proposta della Commissione era fortemente voluta dalla presidente Ursula Von der Leyen, che da tempo si era espressa pubblicamente a favore della misura, anche a seguito dell’uccisione del suo pony da parte di un lupo nel 2021.

Il progetto di legge deve essere ancora formalmente approvato dal Consiglio europeo, che si esprimerà a giugno. In seguito, la direttiva entrerà in vigore 20 giorni dopo la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE. Gli stati membri avranno quindi 18 mesi di tempo per conformarsi.

Il ricorso contro la decisione del Parlamento

A votare contro il declassamento sono stati i gruppi Greens e The Left. Questi ultimi hanno apertamente espresso la propria contrarietà in aula, sottolineando l’assenza di basi scientifiche solide e i profondi dubbi sulla regolarità della prassi che ha condotto a questo voto.

Infatti, la proposta è stata trattata secondo la procedura d’urgenza e accettata dalla Commissione ambiente senza aprire un dibattito in merito. Inoltre, le organizzazioni Green Impact e LNDC Animal Protection riportano che il declassamento si fonda su un report tecnico redatto da una società di consulenza privata, pagata dalla stessa Commissione, i cui dati non sono mai stati validati da enti scientifici indipendenti o università.

“L’Europa e l’Italia hanno scelto la politica sulla scienza, hanno scelto la paura sulla ragione”, affermano Green Impact e LNDC Animal Protection. “Noi continuiamo a scegliere il lupo, la biodiversità e il futuro. Insieme ad altre associazioni abbiamo presentato un ricorso alla Corte di giustizia europea chiedendo l’annullamento del declassamento dello stato di protezione del lupo. Ricorso a cui si sono unite con atto di intervento altre 17 associazioni di tutta Europa e il cui esito si avrà tra qualche mese, con la auspicata possibilità che la decisione odierna del Parlamento europeo venga ribaltata sulla base dei dati scientifici.”

Cosa cambia per gli stati membri

La votazione non toglie la possibilità per i paesi dell’UE di continuare a tutelare il lupo in modo rigoroso. “Sebbene l'abbassamento dello status di protezione dei lupi ne renderà più facile l'abbattimento di un maggior numero, gli stati membri non hanno carta bianca per annientare le popolazioni di lupi e devono continuare a garantire che queste siano sane,” specifica a Materia Rinnovabile Joanna Swabe, direttrice delle relazioni istituzionali di Humane World for Animals Europe.

“Infatti, l'ultima valutazione del 2019 ha concluso che i lupi sono ancora in uno stato di conservazione sfavorevole e inadeguato in sei delle sette regioni biogeografiche dell'UE. Una nuova valutazione è prevista per la fine dell'anno, ma è evidente che i lupi non sono ancora fuori pericolo in tutta Europa, nonostante il fatto che, in alcuni luoghi, la popolazione sia in crescita.”

Swabe aggiunge che “la misura consentirà una maggiore flessibilità per quanto riguarda la possibilità per gli stati membri di uccidere un maggior numero di lupi, ma dobbiamo anche ricordare che l'abbassamento dello status di protezione del lupo nell'UE non obbliga effettivamente gli stati membri a iniziare a farlo. Gli stati membri che sono già preoccupati per lo stato delle proprie popolazioni di lupi, a causa per esempio del bracconaggio illegale o di uno stato di conservazione sfavorevole o inadeguato, possono invece scegliere di mantenere lo status quo, continuando ad assicurare ai lupi un livello di protezione più elevato ai sensi della propria legislazione nazionale.”

Joanna Swabe

Conflitto tra allevatori e lupi, un falso problema

Secondo la Commissione, in Europa ci sono oltre 20.000 lupi, con una popolazione in crescita. In alcune regioni si sono verificate situazioni di tensione, in particolare per quanto riguarda il bestiame da allevamento, che hanno portato a questa votazione.

A tal proposito, Swabe fa notare che “i provvedimenti e le misure di mitigazione non letali sono spesso meno costosi e consentono di prevenire a lungo termine le perdite di animali da allevamento dovute alla depredazione da parte del lupo, perché la struttura sociale dei branchi di lupi non viene sconvolta, provocando lotte sociali e lo sfruttamento di facili prede, compresi gli animali da allevamento.”

Inoltre, Swabe sottolinea che “Il lupo è stato un ottimo capro espiatorio per distogliere l'attenzione politica dai problemi ben più gravi che devono affrontare oggi gli agricoltori e le comunità rurali. Dovrebbe essere chiaro che l'uccisione di altri lupi non risolverà i problemi del settore dell'agricoltura animale, soprattutto per quegli agricoltori ancora impegnati nella pastorizia tradizionale.”

“Uccidere altri lupi non darà a questi allevatori di ovini e caprini redditi più alti, né risolverà il problema della fluttuazione dei prezzi di mercato, dell'imposizione di prezzi bassi da parte di rivenditori e aziende alimentari o dei cambiamenti nelle politiche di finanziamento pubblico,” conclude Swabe. “Non aumenterà gli investimenti nel settore. L'abbattimento di un maggior numero di lupi non porterà manodopera aggiuntiva, né attirerà giovani agricoltori verso l'allevamento di ovini e caprini in aree geografiche remote.”

La situazione in Italia

In Italia, patria della sottospecie Canis lupus italicus, la votazione è stata accolta con favore dall’assemblea della Camera dei deputati e dalle Commissioni agricoltura di Camera e Senato, che hanno già votato a favore della proposta di declassamento della specie. Inoltre, nel caso in cui il DDL Montagna venisse approvato nella sua forma attuale, che prevede l’adeguamento automatico alle modificazioni della direttiva Habitat previste dall’UE, il declassamento del lupo sarebbe immediatamente operativo anche in Italia, senza necessità di adeguare la legislazione nazionale.

Tuttavia, molte sono le posizioni critiche, sia di partiti politici, sia di associazioni ambientaliste. “Come Verdi, continuiamo a difendere con fermezza il lupo e crediamo in un approccio rigorosamente scientifico per la convivenza con la fauna selvatica,” precisa l’eurodeputata Cristina Guarda. “Un approccio basato su interventi mirati – per esempio, accompagnando le specifiche esigenze di ciascun territorio e tipologia di allevamento – sarebbe la strada migliore per un equilibrio tra la natura e le attività umane. Invece, il declassamento disperde risorse essenziali e scarica il peso delle conseguenze su chi già oggi fatica a convivere con le sfide della presenza del lupo, a causa di scelte politiche miopi e strumentalizzate.”

 

In copertina: immagine Envato