In un contesto nazionale in cui il 18% delle emissioni di CO₂ è legato alle utenze domestiche, capire cosa spinge o frena le persone a fare scelte tecnologiche più sostenibili diventa fondamentale.
Perché la tecnologia si adatta se c’è cultura: serve informazione e formazione non solo per le giovani generazioni, ma soprattutto per i decision maker, chi oggi compie le scelte sia per le utenze domestiche che in azienda.
La decarbonizzazione civile inizia dalla consapevolezza
In occasione della Giornata mondiale dell’ambiente, giovedì 5 giugno, AIRA, azienda svedese specializzata in tecnologie per l’energia pulita direct-to-consumer, ha presentato i dati della sua campagna Cleaner Future.
La ricerca, condotta su 1.000 adulti italiani e 500 bambini tra i 7 e i 15 anni, analizza atteggiamenti, percezioni e ostacoli legati alla sostenibilità ambientale, con un focus particolare sul ruolo educativo e intergenerazionale nelle famiglie italiane. I risultati mettono in luce il ruolo cruciale delle nuove generazioni nel promuovere comportamenti sostenibili all'interno delle famiglie italiane.
Ma a questa forte consapevolezza giovanile non corrisponde un’azione altrettanto concreta da parte degli adulti. Se è vero che il 74% si dice interessato a adottare soluzioni a basse emissioni per la propria abitazione, solo il 17% ha effettivamente compiuto questo passo. Un divario che riflette non solo ostacoli economici ma anche una profonda carenza informativa. Solo un italiano su quattro sa infatti cosa sia una pompa di calore, nonostante il 53% si dichiari pronto a installarla se ciò permettesse un risparmio in bolletta.
E nonostante l’interesse crescente per le soluzioni sostenibili, molti italiani si trovano ancora di fronte a ostacoli concreti. Tra i principali: la percezione di costi troppo elevati, la difficoltà di accesso economico e la carenza di incentivi. A questi si aggiunge un limite strutturale: diverse abitazioni non sono ritenute adatte a interventi di efficientamento.
Il fattore economico ostacolo all’adozione delle pompe di calore
“La sostenibilità non può essere percepita come un lusso”, sottolinea Pamela Brown, esperta di comportamento dei consumatori per AIRA. “Le persone sono aperte al cambiamento, ma spesso non conoscono le opzioni disponibili o si sentono bloccate da percezioni errate sui costi.”
Infatti, il 38% degli adulti italiani indica le spese iniziali come principale barriera. Eppure, le pompe di calore, che utilizzano l’energia dell’aria per riscaldare gli ambienti con basse emissioni, offrono già oggi una concreta possibilità di risparmio energetico ed economico. Il problema non è quindi (solo) l’accessibilità, ma la mancanza di informazione e accompagnamento.
In Italia c’è anche un tema di volubilità degli incentivi. Dal 2006 a oggi, gli incentivi statali per l’efficientamento energetico sono oscillati dal 55% fino al 110%, per poi tornare al 50%. Questo aumenta l’indecisione, anche se, come sottolinea Filippo Luna di AIRA, in ogni momento vale la pena di fare l’investimento. Inoltre, da parte dell’azienda c’è un impegno nel lavoro con i partner non solo per creare un’accessibilità al cliente, ma anche per offrire formule di pagamento dilazionato che riducono la soglia di ingresso.
L’elemento tecnologico e culturale per l’elettrificazione dei consumi
“Abbiamo la tecnologia, e la sensibilità ambientale è in crescita, soprattutto tra i più giovani. Ma senza conoscenza e supporto tutto questo rischia di restare inapplicato”, avverte Mario Motta, docente del Politecnico di Milano. “Grazie al basso Global Warming Potential, le pompe di calore rappresentano una delle soluzioni più concrete per decarbonizzare il settore civile, ridurre le bollette e accelerare il percorso verso abitazioni più efficienti e sostenibili. Tuttavia, resta fondamentale un lavoro di informazione e accompagnamento per colmare il divario tra disponibilità tecnologica e adozione reale.”
In questo scenario, la transizione non può essere demandata solo alla responsabilità individuale. Serve un impegno sistemico per colmare il divario tra disponibilità tecnologica e adozione reale. L’educazione ambientale, a partire dalle scuole, può essere una leva fondamentale, ma occorre anche una maggiore chiarezza da parte delle istituzioni su incentivi e soluzioni concrete, oltre a un’informazione più diffusa e accessibile.
In copertina: foto AIRA