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Dai coloranti e inchiostri per la stampa al trattamento dei tessuti, dalla produzione di fibre sintetiche agli agenti sbiancanti, dal finissaggio e lavaggio delle fibre fino al riciclo: l’industria tessile è un settore complesso in cui il ruolo della chimica è in aumento con molteplici processi coinvolti in ogni fase. Pubblicata il 30 marzo 2022, la Strategia dell'UE per i prodotti tessili sostenibili e circolari affronta i temi della produzione, del consumo e del post-consumo di prodotti tessili nel contesto del Piano d'azione per l'economia circolare e della Strategia industriale europea. Tale strategia si inserisce nella visione della Commissione europea che, come misura di contrasto alla fast fashion, punta, entro il 2030, a immettere sul mercato europeo esclusivamente prodotti tessili durevoli, riparabili e riciclabili, realizzati in gran parte con fibre riciclate, prive di sostanze pericolose, prodotte nel rispetto dei diritti sociali e dell’ambiente.

"Per incentivare la circolarità nel settore, sarebbe utile introdurre un obbligo di utilizzo di una quota minima di fibre riciclate in tutti i nuovi prodotti, supportato da incentivi per le aziende che si occupano della gestione del fine vita e del riciclo dei materiali”, dichiara a Materia Rinnovabile Pietro Pin, presidente della Commissione tessile e abbigliamento UNI e membro del tavolo tecnico sul tessile del Comitato tecnico-scientifico di Ecomondo. “Inoltre bisognerebbe trovare una soluzione alle criticità che emergono dall'applicazione della normativa REACH. Molti prodotti tessili, specialmente quelli realizzati in passato o importati da paesi extra UE, possono contenere materiali di cui, a oggi, non è più autorizzato l'utilizzo, impedendo quindi il loro riciclo meccanico. Sarebbe quindi necessaria una deroga al regolamento, oltre a un'armonizzazione delle certificazioni sulla sostenibilità dei prodotti tessili, che al momento mancano di standard univoci. L’obiettivo è trovare una soluzione tecnico-politica per incentivare l’utilizzo di materiale post-consumo.”

Dal riciclo chimico e meccanico alle nuove tecnologie tessili

Nonostante le criticità e i possibili miglioramenti, tale direttiva europea trova l’Italia in una posizione di vantaggio, oltre che per l’istituzione di diversi consorzi per il riciclo degli scarti del settore tessile, anche per la presenza di numerose eccellenze a livello tecnologico e di materiali che indicano la rotta verso la circolarità e sostenibilità dell’industria. È il caso di Casati Flock, azienda produttrice di flock riciclato, polvere tessile ottenuta dal taglio o dalla macinatura di fibre tessili naturali, artificiali, animali e sintetiche, grazie a una tecnologia innovativa di riciclo meccanico.

Casati Flock non è la sola. Dal punto di vista tecnologico, infatti, l’azienda pratese Ommi è all’avanguardia nei macchinari per il riciclo con la recente introduzione di Recoline HP, nuovo modello di defibratrice mirata alle lavorazioni dei rifiuti tessili da post-consumo, come l’abbigliamento usato, nonché di fibre provenienti da scarti pre-consumo. Tali realtà insieme a istituzioni come Next Technology Tecnotessile, polo per il trasferimento tecnologico, l’innovazione, il supporto ad attività di ricerca, sviluppo e formazione per le imprese del settore tessile, moda e meccanotessile, sono state presenti a Ecomondo 2024. Per afferrare a pieno lo stato dell’arte dell’innovazione e delle tecnologie nel settore, infatti, dal 5 all'8 novembre la Fiera di Rimini ha ospitato l’evento leader in Europa e nel bacino del Mediterraneo per la green e circular economy verso gli obiettivi del Green Deal europeo, organizzato da Italian Exhibition Group.

Il Textile District

Il complesso rapporto fra tessile e chimica è ancora più attuale considerato che la direttiva europea quadro sui rifiuti obbliga gli stati membri a garantire la raccolta differenziata dei prodotti tessili destinati al riutilizzo, alla preparazione per il riutilizzo e al riciclaggio entro il 1º gennaio 2025. In tale ottica, già dal 2021 Ecomondo ha ospitato il Textile District, che quest’anno ha mostrato innovazioni e tecnologie della filiera, dalla raccolta differenziata al riutilizzo, dal riciclaggio all’ecodesign, fino al fashion renting e al second hand.

 

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Immagine: Envato