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Nel 2025 il festival I suoni delle Dolomiti compie trent’anni e torna, dal 27 agosto al 4 ottobre, a portare la musica tra le vette del Trentino. Un mese di concerti all’aperto, tra malghe, sentieri e panorami delle Dolomiti patrimonio UNESCO. L’edizione del trentennale attraverserà generi e geografie, dalla classica al jazz, dalla tradizione popolare alla sperimentazione, con artisti di fama internazionale e progetti originali pensati per chi ama ascoltare con lo zaino in spalla.
Come sottolinea Maurizio Rossini, amministratore delegato di Trentino Marketing, il progetto I suoni delle Dolomiti è nato “non per attirare semplicemente più persone in quota, ma per raccogliere e restituire la delicatezza e la fragilità del contesto dolomitico attraverso le arti più alte: la musica, la parola, a volte la danza. Suonare in quota non è una performance come le altre: vuol dire esibirsi in condizioni imprevedibili, affrontando il vento, l’umidità, le temperature variabili. Significa, per gli artisti, accettare una sfida affascinante, portando la propria musica in contesti dove nulla è scontato. Negli anni, oltre 900 artisti hanno accettato questo invito, contribuendo a costruire un festival che ha saputo parlare a milioni di persone e conquistare l’attenzione dei media nazionali e internazionali”. Dal 2025 I suoni delle Dolomiti è entrato infatti a far parte della European Festival Association, una rete internazionale che valorizza gli eventi culturali più innovativi e sostenibili d’Europa.
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I suoni delle Dolomiti, il programma 2025
Ad aprire il festival il 27 agosto sarà il Teophil Ensemble Wien, con musicisti dei Wiener Philharmoniker a Malga Tassulla nelle Dolomiti di Brenta, dando il via a un viaggio musicale tra le vette trentine che spazia dalla tradizione bulgara del coro Le Mystère des Voix Bulgares (29 agosto) alla world music di Avi Avital, Giovanni Sollima, Alessia Tondo, Giuseppe Copia (30 agosto), fino all’alba in musica con Wu Wei e il suo sheng (4 settembre).
Tra i momenti più originali, lo spettacolo Bandiera bianca di Marco Paolini e Alberto Ziliotto (9 settembre) ai piedi delle Pale di San Martino, ma anche il Trekking dei suoni con Mario Brunello e il Quartetto Prometeo, che cammineranno insieme ai partecipanti portando la musica da camera tra i paesaggi unici delle Dolomiti di Brenta. Il trekking si concluderà il 14 settembre con un concerto al Rifugio Brentei, dove verrà eseguito il celebre Quintetto op. 163 di Franz Schubert.
Il 2 settembre ai Laghi di Bombasel nel gruppo del Lagorai, a essere protagonista sarà invece il trio vocale Le Scat Noir, primo classificato al concorso in ricordo di Paolo Manfrini. Nato nel 2013 dall’incontro di tre ragazze provenienti da nord, centro e sud Italia al Conservatorio di Ferrara, il gruppo è formato da Natalia Abbascià, Sara Tinti e Ginevra Benedetti.
“Dovremo riadattare al contesto alcuni brani che normalmente eseguiamo con il pianoforte”, dice a Materia Rinnovabile Abbascià. “In questi mesi cercheremo soluzioni e comporremo anche qualcosa di nuovo, ispirandoci agli scenari e ai paesaggi che attraverseremo. Speriamo davvero di riuscire a concretizzare il più possibile tutte le idee e le suggestioni che abbiamo in mente. E poi ci toccherà fare un po’ di allenamento fisico, altrimenti... chissà cosa potrebbe succedere in alta quota! Non è affatto un dettaglio trascurabile. L’idea del trekking per arrivare al luogo del concerto ci entusiasma: poter esplorare i luoghi con lentezza, a piedi, è affascinante. Raggiungere il palco naturale camminando, piuttosto che in macchina, in autobus o in treno, è davvero stimolante. Ho letto qualcosa anche sugli altri concerti, e ho dato un’occhiata ai trekking previsti: direi che il nostro è abbastanza semplice. Ce ne sono alcuni decisamente più impegnativi... Come preparazione, andremo anche ad assistere a due concerti: il primo sarà quello del coro Le Mystère des Voix Bulgares, per entrare nello spirito. Poi c’è il concerto di Giovanni Sollima, al quale vorremmo tanto assistere, ma solo a pensarci mi viene da dire: ‘Mamma mia! Mi immagino già loro con il violoncello in spalla. È un’impresa epica!’”
Suoni e natura: senza barriere e “insieme al pubblico”
Anche nel suo trentennale, I suoni delle Dolomiti dedica un’attenzione particolare all’accessibilità, con quattro eventi pensati per garantire la partecipazione anche delle persone con disabilità motoria e uditiva. Tra questi, il concerto del 23 settembre alle ore 12.00 a Villa Welsperg, all’imbocco della Val Canali con le Pale di San Martino sullo sfondo. In programma, una rilettura originale de Il Flauto Magico di Mozart con Elio nel doppio ruolo di narratore e baritono, affiancato dalla soprano Scilla Cristiano e dal Philharmonic Oboe Quartet dei Berliner Philharmoniker.
Ma l’attenzione è anche ai rapporti che si creeranno lungo il cammino. “Un altro aspetto interessante è il tempo che si passerà con il pubblico prima di arrivare al luogo del concerto”, conclude Abbascià. “Gli artisti, normalmente, sono un po’ protetti dal palco, dalle quinte, dal camerino. Che sia un teatro o un locale, c’è sempre un momento in cui ‘entri in scena’. Invece, in questo caso, non sali su un palco ‘da solo’, ci arrivi insieme al pubblico. E in questo sei molto più esposto, più nudo.”
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In copertina: una foto dalla scorsa edizione del festival © Camilla Pizzini