
Gas che non inquinano, CO₂ che diventa risorsa, idrogeno e bio-GNL pronti a cambiare il modo in cui produciamo energia. È questa la rotta lungo cui si muove Hysytech, società di ingegneria torinese, specializzata nella progettazione, nello sviluppo e nella costruzione di soluzioni nel campo della chimica verde.
Con oltre 4.000 installazioni industriali nel mondo, fin dai primi passi nel 2003 Hysytech ha fatto dell’innovazione il cuore della propria strategia, collaborando con università e centri di ricerca. L’acquisizione di Stirling Cryogenics nel 2018 ha poi aperto nuove frontiere nella liquefazione criogenica dei gas, mentre l’ingresso nel gruppo Nippon Gases nel 2022 ha portato competenze globali nella produzione di idrogeno, nella combustione, nella CO₂ industriale e nel trattamento delle acque. Un passaggio che ha consolidato la leadership tecnologica dell’azienda, oggi impegnata a spingersi oltre i confini della decarbonizzazione, dall’upgrading del biogas al recupero della CO₂ come bio building block per l’economia circolare.
Biogas e biometano, punto di incontro di agricoltura e industria in Europa
È Andrés Saldivia, responsabile dello sviluppo commerciale di Hysytech e di Stirling Cryogenics, a raccontare a Materia Rinnovabile le opportunità nel mercato del biogas e nel biometano. “Riteniamo che in tutti i paesi europei ci siano significative opportunità nel biogas e nel biometano. Questo perché rappresentano un nuovo modello economico che integra il settore agricolo con l’industria, contribuendo anche a ridurre le emissioni. Finora, infatti, si è mantenuto un equilibrio basato sulla prima rivoluzione agricola della prima metà del Novecento, caratterizzata dall’introduzione di macchinari e fertilizzanti chimici. Ora, però, occorre concentrarsi sul potenziale di cattura e fissazione del carbonio nella biosfera, con iniziative come l’agricoltura rigenerativa, che offrono un notevole potenziale di abbattimento della CO₂.”
Per Hysytech, oggi, sono paesi come Germania, Italia, Francia, Spagna e Polonia a rappresentare i mercati più importanti, per quantità di territorio e rilevanza delle attività agricole. “La Germania ha già una buona quota di impianti di primo biogas (a uso generazione elettrica) e deve affrontare il tema della riconversione, mentre Italia e Francia si trovano in una fase intermedia di transizione da biogas a biometano”, spiega Saldivia. “Paesi come Spagna e Polonia hanno ancora molto da sviluppare, ma il loro potenziale combinato potrebbe duplicare quanto fatto fino a oggi, rendendoli strategici a livello macroeconomico.”
Fare upgrading: la sfida è nelle matrici in ingresso
L’upgrading del biogas a biometano è il processo che ne elimina CO₂ e impurità, trasformandolo in un gas puro e adatto alle reti o ai trasporti. Non tutto il biogas, però, ha le stesse caratteristiche. “Le biomasse di partenza e le loro miscele, così come le modalità di gestione biologica, determinano caratteristiche diverse in termini di contenuto di metano e presenza di impurità o inquinanti. Alcuni biogas, come quelli derivanti da discariche o rifiuti organici industriali, sono complessi da trattare. Anche alcuni biogas agricoli possono presentare difficoltà, ad esempio quando contengono vinacce o agrumi”, continua Saldivia.
Per questo Hysytech ha sviluppato un processo ibrido, che prevede un primo stadio di trattamento a base d’acqua, seguito da membrane nei secondi e terzi stadi di purificazione e recupero. “Questo approccio a tre fasi consente di ottenere biometano di alta qualità e ridurre al minimo le perdite di metano, garantendo robustezza e affidabilità anche per biogas più complessi”, spiega Saldivia. “Per flussi ben gestiti, il processo a tre stadi con compressori dedicati al flusso principale e al ricircolo permette di ridurre i consumi energetici del 10-15%.”
Perché integrare upgrading del biogas, produzione di bio-GNL e recupero della CO₂
Nel 2024 Hysytech, insieme a Nippon Gases, ha dato un nuovo impulso al mercato del bio-GNL in Europa. In Germania sono entrati in funzione tre impianti − due in Renania Settentrionale-Vestfalia e uno in Baviera − con capacità tra 6 e 12 tonnellate al giorno. Integrati con sistemi di upgrading del biogas e recupero della CO₂, rappresentano un modello di circolarità energetica che trasforma i rifiuti organici in energia rinnovabile liquida pronta per l’uso per trasporti pesanti e industrie hard to abate. Ma la crescita non si ferma ai confini tedeschi.
Sempre nel 2024, Hysytech ha portato la propria tecnologia in Svezia e Spagna, con nuovi impianti di upgrading e produzione di bio-GNL da 5 a 7 tonnellate al giorno. “L’integrazione tra upgrading del biogas, produzione di bio-GNL e recupero della CO₂ sta acquisendo sempre più rilevanza. Il risultato è un’impronta di carbonio tra le più basse possibili”, aggiunge Saldivia, ricordando come nei tre impianti realizzati con Nippon Gas, le sfide principali hanno riguardato l’integrazione in contesti normativi complessi, tra permessi e autorizzazioni spesso imprevedibili.
“Infine, la relazione con il territorio è cruciale. L’obiettivo della nostra ricerca è creare una sinergia tra agricoltura e industria, fissando la CO₂ nella biosfera e producendo biocombustibili sostenibili”, conclude Saldivia. “Il bio-GNL supera i limiti geografici del biometano, offrendo una soluzione concreta per il trasporto pesante e marittimo, tra i settori più difficili da decarbonizzare. Anche la CO₂ biologica prodotta può diventare una risorsa industriale, trasformabile in intermedi come acido formico, utile in agricoltura, acido ossalico per la chimica inorganica, e bio-metanolo, oggi utilizzato per additivare la benzina, ma che in futuro potrebbe essere usato come additivo per jet fuel, i carburanti per l’aviazione, contribuendo ad abbattere le emissioni del settore.”
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In copertina: foto di Hysytech