Il settore dell’agroalimentare si sta digitalizzando attraverso l’intelligenza artificiale, ma non ci dobbiamo preoccupare: non ruberà il lavoro all’uomo. Anzi, algoritmi e machine learning saranno fondamentali per rendere le imprese più efficienti e più resilienti alla crisi climatica. All’Agri Data Green Summit, evento organizzato da xFarm Technologies e tenutosi il 29 settembre a Milano, si è intravisto l’enorme potenziale dell’AI, uno strumento in grado rivoluzionare il modo di produrre cibo. Un modo che sarà più efficiente, adattabile agli eventi estremi e rigenerativo.

I big data in agricoltura

Tutto parte da come aggregare ed elaborare in modo utile l’enorme quantità di dati che ogni agricoltore raccoglie durante il giorno. Un dato esplicativo della mole dei cosiddetti big data riguarda i sensori dei trattori agricoli, che sono in grado di produrre circa 100 megabyte di dati ogni secondo. Dai processi di ottimizzazione della gestione e monitoraggio delle coltivazioni a una catena di approvvigionamento predittiva che riduca gli sprechi, l'AI ordina ed elabora questi dati, facilitando il lavoro a migliaia di piccoli e grandi imprenditori agricoli.

Da un punto di vista ambientale può analizzare e regolare i consumi di acqua, energia e fertilizzanti in tempo reale; è in grado di identificare rapidamente malattie o parassiti delle piante attraverso l'analisi delle immagini delle foglie e aiutare gli agricoltori a prepararsi agli eventi meteorologici estremi, come siccità e acquazzoni, con allerte e polizze parametriche.

Digitalizzare l’agroalimentare

“L’intelligenza artificiale è una tecnologia complessa ma che se usata correttamente può semplificare le attività di migliaia di agricoltori e imprenditori agricoli”, ha detto all’Agri Data Green Summit Matteo Vanotti, CEO di xFarm Technologies. “La filiera e i macchinari infatti non devono essere un sistema chiuso: per raggiungere obiettivi importanti in ottica di efficienza e sostenibilità è infatti necessario creare un ecosistema in cui tutti gli attori coinvolti siano interconnessi.”

Nata nel 2021, xFarm Technologies è un’azienda che digitalizza una serie di processi nel settore agroalimentare, fornendo strumenti innovativi a quelle aziende che vogliono sfruttare il valore dei big data nella propria filiera. “Il nostro obiettivo è rendere le imprese più efficienti attraverso uno strumento tecnologico facile da usare e interoperabile, ovvero in grado di interagire con molteplici tecnologie e attori”, ha aggiunto Vanotto.

Durante l’evento è stato sottolineato anche come il ruolo del cloud (rete di server tramite cui si accede a internet) sia stato innovativo e strategico in quanto non solo ha sbloccato le potenzialità dell’intelligenza artificiale ma l’ha resa anche più democratica. Infatti, ogni azienda di ogni segmento, dimensione e industria, può ora contare su una capacità hardware inimmaginabile fino a pochi anni fa e sulla disponibilità di soluzioni costantemente aggiornate, rendendo possibili attività un tempo impossibili.

Agricoltura rigenerativa e 4.0

Ci sono due modi per mitigare gli effetti della crisi climatica senza ricorrere all’uso della tecnologia: il primo è tagliare le emissioni di gas a effetto serra, il secondo è rigenerare i suoli, pozzi di carbonio naturale (carbon sink) spesso sottovalutati. Il 30 novembre 2022 la Commissione europea ha proposto un framework legislativo per normare per le tecniche di rimozioni di carbonio. La proposta promuove le tecnologie innovative per la rimozione del carbonio come la cattura e lo stoccaggio del carbonio, ma anche le cosiddette nature-based solutions come il carbon farming, in grado di stoccare C0₂ nella sostanza organica del suolo e ridurne il rilascio in atmosfera.

“È fondamentale sviluppare pratiche di agricoltura rigenerativa che rimettono al centro il suolo, –  interviene Vitaliano Fiorillo dell’AgriLab di Bocconi – che nell’ultimo periodo è stato parecchio trascurato. Abbiamo applicato all’agricoltura lo stesso approccio di un impianto industriale, valutando solo le prestazioni delle macchine agricole e dimenticandoci del suolo, l’unico vero impianto produttivo.”

I vantaggi del rigenerare il suolo riguardano anche aspetti finanziari. Essendo un vero e proprio asset patrimoniale costituisce già un potenziale accesso agevolato al credito. In ottica ESG infatti le banche privilegeranno sempre più quelle imprese che gestiscono in maniera sostenibile i propri terreni. Dalle ricerche di AgriLab è stato scoperto che un campo coltivato secondo un approccio rigenerativo è 6/7 volte più efficiente rispetto al convenzionale, dal momento che viene ridotto l’apporto di azoto, viene protetta la biodiversità ed è maggiore la quantità di carbonio sequestrato.

Un’altra buona pratica dell’agricoltura rigenerativa è ridurre l’uso di fertilizzanti e rientra tra i servizi offerti dalla piattaforma xFarm Technologies. “Tramite immagini satellitari e sensori da remoto andiamo a scegliere le aree in cui mettere più concime e dove meno”, spiega a Matera Rinnovabile Vanotto. “A questo punto creiamo delle mappe consultabili tramite app del telefono che vengono inviate al trattore.” Con questo metodo si riduce la quantità di fertilizzante usato del 15% ma, essendo messo solo dove è necessario, non la fertilità del suolo.

Polizze assicurative per il rischio climatico

La polizza parametrica è una copertura assicurativa che prevede un risarcimento stabilito a priori. Il principale ambito di applicazione dei questi strumenti assicurativi riguarda il rischio climatico che, specialmente per le imprese agricole, significa garantire un rimborso in caso di distruzione di raccolti come è successo durante l’alluvione di maggio in Romagna.

“Abbiamo da poco lanciato una polizza parametrica per egli eventi climatici estremi – aggiunge Vanotto – oltre a dare l’allerta meteo offriamo la possibilità agli agricoltori di fare un’assicurazione dal telefono in pochi click.” Grazie a fondi statali dedicati alla digitalizzazione, queste polizze hanno un’agevolazione fiscale che supera il 50%. Secondo i dati dell’Osservatorio Smart Agrifood, il mercato dell’agricoltura 4.0 nel 2022 è cresciuto del +31% rispetto al 2021 con valore stimato di 2 miliardi di euro. Il futuro dell’agricoltura sostenibile passa dall’intelligenza artificiale.

 

Immagine: Tom Fisk, Pexels