Da Denver - Si è conclusa ieri 1° maggio la quinta edizione di Circularity, kermesse americana organizzata dal gruppo Trellis (ex GreenBiz) imprescindibile per chi si occupa di economia circolare. Oltre 1.200 i partecipanti all’evento che si sono dati appuntamento al Colorado Convention Center di Denver (USA).

Per tre giorni – tra innumerevoli panel, networking breaks, lunch, sessioni di yoga e visite guidate – si è discusso di strategie di transizione, nuovi modelli di business e dell’importanza dell’innovazione per ridisegnare intere filiere.

Si è parlato poco degli scenari politici, quasi per nulla, tralasciando le discussioni alte sul futuro dell’economia americana e concentrandosi sulle pratiche in azienda e sui territori. “Quello che si può fare localmente va fatto, al diavolo Trump”, commenta una partecipante di un’azienda che chiede però di rimanere anonima. “Di questi tempi non si sa mai.”

Come ogni edizione di Circularity [Materia Rinnovabile è Community Partner di Circularity25, ndr] l’attenzione va soprattutto al mondo delle imprese e delle multinazionali, dalla moda al packaging, dalle costruzioni al food, con nomi del calibro di PepsiCo, Target, Microsoft, eBay, Google, Crocs, Lenovo, Starbucks, Coca-Cola e Cisco.

A tenere banco però non sono solo le grandi strategie aziendali: prendono sempre più spazio le discussioni sul ruolo delle istituzioni e dei regolamenti. “Gli schemi EPR, come quello che abbiamo in Colorado, attirano sempre più attenzione”, spiega Morgan Bachman, Operations Coordinator della Circular Action Alliance del Colorado, organizzazione responsabile della realizzazione degli schemi EPR in sei stati USA. “Oltre all’EPR sul packaging, qui presto si voterà anche per il primo EPR su RAEE e batterie.”

Poco importa se la Casa Bianca si disinteressa ai temi di economia circolare o di ambiente ed è più concentrata ad acquisire nuovi diritti di esplorazione mineraria in Groenlandia o Ucraina. Le amministrazioni locali e statali vanno avanti per conto proprio, peggio per chi rimane indietro.

Grande presenza del settore della chimica, da giganti del livello di Dow Chemicals o Basf a grandi nomi della scienza come John Charles Warner, uno dei padri fondatori della chimica verde e oggi presidente e Chief Technology Officer del Warner-Babcock Institute for Green Chemistry. “Il futuro che vogliamo deve vedere insieme ingegneri che creano le tecnologie di riciclo e chimici che producono i materiali. Nel mondo vediamo progressi in entrambi i settori, che però non si parlano tra loro e questo rallenta l’economia circolare”, spiega in un’intervista a Materia Rinnovabile.

Per Warner il futuro non sta solo nelle trasformazioni chimiche, ma anche nei materiali realizzati con biologia sintetica. “Il microrganismo non solo crea molecole, ma le digerisce anche. Penso quindi che il futuro sarà nella biologia sintetica. Il problema, al momento, è che se si guarda alla letteratura ci sono un sacco di cose incredibili, ma sono tutte a scala di laboratorio, non sono scalabili a livello industriale e non ancora efficaci dal punto di vista dei costi.”

AI, sorting e market place

Come in ogni settore si è parlato molto anche a Circularity25 di tecnologie AI. Una delle realtà presenti era Circular.co, con il suo market place di materiali riciclabili. "Siamo una piattaforma software che usa l'intelligenza artificiale per raccogliere dati sui materiali disponibili globalmente, in particolare sulle plastiche riciclate, un mercato ancora frammentato e poco trasparente”, ha spiegato a Materia Rinnovabile la CEO, Shannon Gordon. “L’AI codifica e standardizza le informazioni, rendendole accessibili agli acquirenti. In pochi minuti possiamo identificare fornitori adatti alle specifiche richieste, simulando l’intero processo di approvvigionamento." Tra i clienti anche l’italiana Stellantis.

La presentazione più interessante però l’ha fatta Google con la sua ricerca su AI e circular economy portata avanti da X - The Moonshot Factory, divisione di ricerca avanzata di Google (quelli che hanno creato i taxi a guida autonoma Waymo, per intenderci). Il fulcro del progetto è la capacità dell’AI di fare un sorting di altissimo livello, a livello molecolare, riconoscendo tutte le tipologie di plastiche, pellicole e persino gli additivi.

“Abbiamo identificato nella carenza di dati strutturati, in particolare a livello molecolare, la principale barriera al riciclo efficiente dei materiali plastici”, spiega Rey Banatao, project lead di X - The Moonshot Factory (prima si chiamava solo X poi è arrivato Elon Musk, spiega ironicamente). “Per colmare questo gap, abbiamo sviluppato un database proprietario utilizzando spettroscopia, chimica analitica, machine learning e AI su infrastruttura Google. I nostri modelli, addestrati su milioni di datapoint, riconoscono in tempo reale la composizione chimica di imballaggi su linee di smistamento.”

Il sistema di X - The Moonshot Factory consente la classificazione dei rifiuti per componenti molecolari, inclusi materiali complessi come le plastiche nere. “L'obiettivo è abilitare un riciclo meccanico e chimico avanzato, oltre a facilitare il riutilizzo e il redesign dei materiali per chiudere il ciclo della materia”, conclude. Magari raggiungendo il modello di omnisorting, fondamentale per quei paesi che ancora non hanno un’infrastruttura per il riciclo (inclusi numerosi stati USA).

Critical Raw Material

Non si può parlare di economia circolare senza parlare di Critical Raw Material. Durante il secondo giorno di Circularity25, gli Stati Uniti e l'Ucraina hanno firmato un accordo per la creazione dello "United States-Ukraine Reconstruction Investment Fund", che concede agli Stati Uniti l'accesso privilegiato allo sviluppo delle risorse naturali ucraine, inclusi alluminio, grafite, petrolio, gas naturale e terre rare come litio e titanio.

“Il paese ha necessità di dare priorità all'onshoring, sia nel settore privato che in quello pubblico, per ridurre la volatilità del mercato, rafforzare la resilienza e creare opportunità economiche”, ha spiegato alla platea di Circularity Anita Schwartz, presidente di Circularity Consulting e chair della sessione The Case for Onshoring Critical Mineral Processing. “Ma rimane il problema della lavorazione delle materie prime grezze, dato che la gran parte ancora oggi avviene in Cina.”

Molto accorato l’appello di David Berdish di Ram Re-X, un progetto di ricerca-azione “che si concentra sul recupero di alluminio, cobalto, rame, grafite, litio, manganese e nichel riutilizzati, riparati, ricondizionati, rigenerati e/o riciclati”. Secondo Berdish oggi c’è un tesoro di CRM da recuperare dalle discariche o dai solai delle persone. “Recuperando solo questa quota di CRM gli Stati Uniti potranno rendere più sostenibile e resiliente l’economia americana.” Il modello da replicare? “Quello europeo, naturalmente, in particolare la strategia sulle batterie”, gli fa chiosa Grayson Shor del The New York Climate Exchange. Modello per altro che ancora stenta a partire.

Trellis Impact 2026

Soddisfatti in ogni caso i presenti. Il prossimo appuntamento di Circularity sarà dal 23 al 25 giugno 2026 presso il Moscone Center di San Francisco. Ma con una novità: la kermesse si fonderà con altri tre eventi del gruppo − Verge (sulla decarbonizzazione), Bloom (sulla biodiversità) e GreenFin (sulla finanza sostenibile) − diventando così un unico evento: Trellis Impact, il più grande evento sulla transizione green in Nord America.

 

In copertina: immagine Pexels