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Con un colpo ben assestato sul gigantesco gong di bronzo della Borsa di Hong Kong, il miliardario cinese Robin Zeng ha dato inizio, lo scorso 20 maggio, alle contrattazioni per la IPO di CATL, il più grande produttore mondiale di batterie al litio.
Il gong, nella tradizione della terza più importante borsa asiatica, è riservato alle più sostanziose offerte pubbliche iniziali, e quella di CATL, con 5 miliardi di dollari, mirava a essere la più alta dal 2021. Con 4,6 miliardi raccolti, Zeng è alla fine riuscito “solo” a portare a casa il record del 2025, ma il comunque superlativo debutto sul mercato azionario internazionale segna l’ennesimo punto per l’inarrestabile settore clean-tech della Repubblica Popolare.
Se in Europa (e nel mondo) l’ascesa dell’auto elettrica cinese porta il nome di BYD, è però CATL che, di fatto, tiene in mano le redini del settore EV internazionale, rappresentando quasi il 38% del mercato globale delle batterie. A riprova della sua posizione dominante, nella classifica di Forbes dei super-miliardari cinesi, Robin Zeng compare al quinto posto, molto più ricco del CEO di BYD Wang Chuanfu (nono posto), ma anche del ben più famoso Jack Ma (ottavo).
Eppure CATL è un altro di quei colossi cinesi che, almeno agli occhi di noi occidentali, sembrano spuntati dal nulla. Da dove arriva, dunque, il successo della più grande azienda di batterie del mondo?
Robin Zeng e la scalata del mercato globale delle batterie
Robin Zeng (Zeng Yuqun), classe 1968, è un ex ingegnere navale nato in un villaggio rurale nella provincia del Fujian. Dopo la laurea, il master in ingegneria elettronica e il dottorato in fisica, ha lavorato per alcuni anni in un'azienda statale di cantieristica navale. Troppo intelligente e troppo ambizioso per accontentarsi della sicura ma noiosa "ciotola di riso di ferro" (tiě fànwǎn), si trasferisce a Donguan, nel distretto tecnologico del Guangdong, vicino a Shenzhen e Hong Kong. E proprio a Hong Kong, allora da poco “restituita” alla Cina, fonda nel 1999 la ATL (Amperex Technology Limited), per lanciarsi nella produzione di batterie al litio destinate soprattutto a cellulari e device portatili.
La ATL segnò l’ingresso della Cina nel mercato globale delle batterie al litio, fino a quel momento dominato dal Giappone con il 90% delle quote. Tempismo perfetto, visto che di lì a due anni, nel 2001, l’ammissione della Cina nel WTO diede una spinta formidabile all’espansione internazionale dell’azienda. Dopo l’acquisizione da parte della giapponese TDK, Zeng continuò a lavorare come manager di ATL per un po’, fino a quando, nel 2011, insieme a un gruppo di investitori cinesi fra cui il suo attuale vice Huang Shilin, decise di scorporare da ATL il settore delle batterie per veicoli elettrici creando la CATL - Contemporary Amperex Technology Co. Limited.
CATL, da Ningde al mondo
Il 2011 fu un anno di svolta per l’industria emergente dei veicoli elettrici: alcune delle principali case automobilistiche di tutto il mondo, da Ford a Volvo fino alla stessa BYD, lanciarono i loro nuovi modelli elettrici, mentre la Mitsubishi i MiEV entrava nel Guinness dei Primati come prima auto elettrica a vendere più di 10.000 unità.
Preferendo però una posizione defilata e seguendo forse l’indole schiva che pare lo caratterizzi, Robin Zeng sistemò il quartier generale della sua nuova azienda molto lontano dal fermento del distretto tecnologico del Guangdong. Come dice anche il suo nome cinese – Níngdé shídài (宁德时代) – CATL trovò casa a Ningde, città della Cina sud-orientale, nota più che altro per l’acquacoltura della carpe e perché Xi Jinping vi era stato mandato “in punizione” fra il 1988 e il 1990 a ricoprire la carica di segretario del Partito comunista locale.
Da qui CATL ha cominciato, senza troppo clamore, a costruire il suo successo, cavalcando l’ascesa dei veicoli elettrici sul mercato globale e, ovviamente, avvantaggiandosi della posizione di quasi monopolio della Cina sulle terre rare. Il fatto di essere, allora, una delle poche aziende a produrre batterie ad alto valore tecnologico al di fuori del Giappone, e con prezzi più concorrenziali, riusci ad assicurare a CATL una partnership con BMW che ancora dura. La BMW si stava infatti lanciando nella produzione di veicoli elettrici, ma in Germania, così come nel resto d’Europa, non c’erano produttori di batterie. Attraverso la joint venture – già partita nel 2003 – con la cinese Brilliance, la casa tedesca avviò dunque nel 2012 una linea di produzione per auto ibride in Cina, e CATL ne divenne subito il fornitore ufficiale di batterie.
L’ascesa di CATL è diventata a quel punto inarrestabile: al portfolio clienti si sono aggiunte molte altre case automobilistiche (Ford, Volkswagen, Tesla, Honda, Stellantis, per tacere di tutte quelle in Cina), e in soli cinque anni, nel 2017, l’azienda di Ningde ha superato anche la giapponese Panasonic, diventando il maggior produttore di batterie al litio del mondo.
La clamorosa scalata, tuttavia, ancora non bastava a far sì che in Europa ci accorgessimo di CATL.
CATL in Europa
La sigla CATL ha cominciato a farsi largo sulla stampa specializzata europea nel 2018, con l’annuncio da parte dell’azienda cinese della costruzione di una gigafactory di batterie ad Arnstadt, in Germania. La decisione era arrivata sull’onda degli accordi commerciali con le più importanti case tedesche (oltre a BMW, Volkswagen e Mercedes-Benz), finalmente determinate a investire nel comparto elettrico.
Quella di Arnstadt, inaugurata ufficialmente a gennaio 2023, è stata la prima gigafactory di batterie per EV in Europa. Non poteva rimanere l’unica, e infatti CATL ne ha costruita un’altra a Debrecen in Ungheria, dove Zeng ha appena annunciato che investirà altri 7 miliardi di dollari (in parte raccolti con la IPO di Hong Kong) per un nuovo stabilimento. Mentre a dicembre 2024 è stata annunciata la joint venture con Stellantis, per realizzare la quarta gigafactory europea di CATL a Saragozza, in Spagna.
Intanto, Zeng si è creato negli ultimi anni una sorta di “assicurazione” sulle supply chain globali di materie prime critiche, acquisendo partecipazioni in vari progetti estrattivi nei Paesi maggiori esportatori di minerali essenziali per le batterie: litio in Australia, nichel in Indonesia, cobalto nella Repubblica Democratica del Congo.
Una supremazia inattaccabile?
Insomma, CATL non ha nessuna intenzione di farsi sottrarre la posizione di netta supremazia che si è conquistata, e che vale oggi il 38% del mercato globale.
Ce lo conferma uno dei più accreditati osservatori del mondo dell’automotive cinese, Tu Le, direttore di Sino Auto Insights. “CATL è oggi il più grande produttore di batterie al mondo, il che garantisce ai suoi prodotti scalabilità e la base di costo più bassa – ci scrive via email – Rifornisce la maggior parte dei produttori cinesi di veicoli elettrici, così come la maggior parte delle case automobilistiche tradizionali (una cinquantina in tutto, ndr). Ha costruito una fiducia che si estende a quasi tutto il settore, qualcosa che la maggior parte degli altri fornitori non è in grado di ottenere. Si rasenta la dipendenza, che in realtà è uno degli aspetti negativi”.
L’unico brand che potrebbe essere in grado di competere con il colosso di Ningde, è, secondo Le, BYD, che oggi detiene quasi il 17% del mercato. Ma per fare davvero concorrenza a CATL, “le altre aziende dovranno riuscire a superarla sul fronte dell'innovazione e della tecnologia”.
Impresa non facile, perché Zeng ha raggiunto la sua egemonia anche grazie agli investimenti in ricerca tecnologica.
È dello scorso aprile, ad esempio, l’annuncio dell’ultima innovazione lanciata sul mercato: la batteria Shenxing, che con soli cinque minuti di ricarica raggiunge un’autonomia di 520 chilometri, e può passare da zero all’80% della sua capacità in appena 15 minuti. Una stoccata alla concorrente BYD, che solo un mese prima aveva svelato la sua nuova ricarica superveloce, i cui 400 chilometri di autonomia in cinque minuti ora impallidiscono.
Inoltre, accanto alle tradizionali batterie a ioni di litio, da qualche tempo l’azienda di Ningde sta investendo nella ricerca sulle batterie a ioni di sodio, nuova frontiera dell’accumulo energetico che promette prezzi più bassi e minori problematiche di approvvigionamento di materie prime. Sempre in aprile, CATL ha presentato dunque il suo nuovo brand Naxtra, che conta di produrre batterie al sodio su scala industriale entro la fine del 2025.
Ricapitolando: le supply chain sono assicurate, l’R&D batte tutti i filoni più promettenti, il mercato cinese è già preso, e su quello europeo l’espansione è in atto. L’unico inciampo sulla corsa di CATL potrebbero ora essere i dazi degli Stati Uniti (che tra l’altro, nel gennaio 2025, hanno anche aggiunto l’azienda in una black list di società legate all’esercito cinese). “Per ora l’impatto non è stato significativo – ci scrive Tu Le – Ma la sfida sarà continuare a crescere, ed è qui che l'esclusione dal mercato statunitense potrebbe creare difficoltà nel prossimo futuro”.
In copertina: foto di CATL