Una piccola differenza in numeri, una grande svolta per il mercato automobilistico: per la prima volta, ad aprile 2025 in Europa, BYD ha venduto più veicoli elettrici (7.231) di Tesla (7.165).
La notizia è stata diffusa da Jato Dynamics, società di analisi dati automotive, che l’ha commentata definendola “un momento di svolta per il mercato automobilistico europeo, soprattutto se si considera che Tesla ha guidato per anni il mercato europeo dei veicoli elettrici a batteria, mentre BYD ha iniziato ufficialmente le sue attività al di fuori della Norvegia e dei Paesi Bassi solo alla fine del 2022”.
Sebbene ad aprile sono state immatricolate in Europa 1.078.521 auto, solo lo 0,1% in più rispetto all'anno precedente, Tesla ha registrato l’ennesimo calo mensile, con un -49% su base annua, mentre BYD è in aumento del 359%.
La casa automobilistica cinese ha infatti in atto una strategia di espansione nei mercati esteri molto aggressiva, che l’ha portata a superare Tesla a livello globale già nel 2024. Al contempo, invece, l’azienda statunitense sta vivendo un momento di crisi, che neanche l’annuncio di Musk di voler limitare i propri impegni politici è riuscito a sanare, anche perché non dipende solo dalla vicinanza dell’imprenditore a Donald Trump ma soprattutto “dall’invecchiamento della sua offerta di prodotti”, come scrive il Financial Times.
Prodotti che per altro sembrano avere sempre più problemi tecnici. Uno su tutti: a marzo l’azienda ha richiamato 46.000 CyberTruck, arrivando così a otto richiami per il pick-up elettrico dal design peculiare (e dai costi stellari) che avrebbe dovuto essere la punta di diamante di Tesla.
BYD, invece, come d’altronde altri marchi cinesi, sta ampliando la propria gamma di prodotti mantenendo prezzi accessibili, come la BYD Dolphin Surf, la citycar appena lanciata anche in Italia che può costare meno di 20.000 euro.
Certo, questi prezzi sono possibili grazie a un enorme supporto da parte del governo di Pechino, che finanzia le case automobilistiche cinese con quelle che la Commissione europea ha definito “sovvenzioni sleali, dalle quali deriva una minaccia di pregiudizio economico ai produttori UE di veicoli elettrici a batteria”. Per questo, a giugno 2024 aveva deciso di aumentare i dazi sulle importazioni di auto dalla Cina. Una misura che comunque al momento non basta per risollevare l’automotive europeo, ancora in panne nella corsa alla transizione energetica.
Secondo Jato, anzi, questi dazi hanno avuto un impatto negativo solo iniziale sulle vendite delle case automobilistiche cinesi, spingendole a cercare altre soluzioni, per esempio, introducendo nel proprio catalogo europeo ibridi e plug-in, due tipologie non ancora colpite dei dazi UE.
In copertina: foto di Dave Pinter via Flickr