BP ha annunciato lunedì 3 agosto di aver realizzato la più grande scoperta di petrolio e gas degli ultimi venticinque anni nel bacino offshore di Santos, lungo le coste meridionali del Brasile. Secondo un comunicato il nuovo pozzo di Bumerangue sarà probabilmente il più grande della società dopo quello di Shah Deniz, un giacimento di gas e condensato nella parte azera del Mar Caspio, aperto nel 1999.
Il giacimento nel bacino di Santos è la seconda scoperta di BP in Brasile quest'anno. Il gruppo aveva già annunciato nuovi pozzi di petrolio e gas a Trinidad, in Egitto, nel Golfo del Messico, in Libia, Namibia e Angola.
Sono lontani i tempi in cui il colosso petrolifero si era autorinominato Beyond Petroleum. La nuova scoperta del mega-giacimento in acque ultraprofonde rappresenta l’ultimo passo del cambiamento strategico di British Petroleum, che sta abbandonando gradualmente le energie rinnovabili per concentrarsi nuovamente sui combustibili fossili. Da quattro anni, infatti, BP sta cercando di rafforzare il settore petrolifero e del gas nel proprio portafoglio per riconquistare la fiducia degli investitori e rilanciare le azioni, che negli ultimi anni sono state sottoperformanti.
L’annuncio, non a caso, è arrivato in concomitanza con i risultati finanziari del secondo trimestre. Martedì 5 agosto, il colosso energetico ha riportato un utile sottostante al costo di sostituzione, utilizzato come proxy dell'utile netto, pari a 2,35 miliardi di dollari per il trimestre conclusosi a giugno, superando ampiamente le aspettative degli analisti. Una ventata d’aria fresca per BP, che da tempo non navigava in buone acque, mentre vari analisti ipotizzavano una possibile acquisizione da parte di altre major come Shell, ADNOC e Exxon Mobil.
La tempistica dell’annuncio è stata estremamente oculata. Gordon Birrell, responsabile della divisione produzione petrolifera e gas di BP, ha affermato che la scoperta rappresenta "un altro successo in quello che è stato finora un anno eccezionale", sottolineando l'impegno dell'azienda a "far crescere la produzione upstream" di petrolio e gas. E le azioni sono salite del 2%, mentre viene pubblicato questo articolo.
La scoperta di Bumerangue cambierà le sorti di BP? Secondo alcune fonti esperte di analisi geologica petrolifera, che per le posizioni che rivestono preferiscono non rivelare il proprio nome, il giacimento è estremamente complesso da gestire, data la profondità, e non è da escludere che possa essere realmente redditizio con gli attuali prezzi del petrolio. Il fondale è a una profondità di 2.200 metri, dai quali bisogna scendere ulteriormente per penetrare lo strato salino, e le operazioni di estrazione sono estremamente onerose. Una gatta da pelare, come tanti giacimenti nella zona.
La scoperta conferma però la centralità del Brasile nella produzione petrolifera della regione, in particolare nel segmento offshore ultraprofondo. La zona pre-salt − formazioni geologiche presenti sulle piattaforme continentali formatesi dopo la frammentazione del Gondwana, caratterizzate dal deposito di spessi strati di dolomia e calcari e sigillati dal sale come copertura − ha attirato da tempo le major petrolifere in una gara d'appalto dopo l'altra, inclusa l’italiana ENI. Recentemente il presidente Lula da Silva ha dato il via libera a una campagna di trivellazione controversa dal punto di vista ambientale nel bacino di Foz do Amazonas e alla costruzione di una nuova raffineria.
Fortemente critici gli ambientalisti. Secondo Ilan Zugman, direttore America Latina di 350.org, "non si tratta solo di una singola azienda, ma di un sistema che premia la distruzione ambientale mentre le comunità in prima linea ne pagano il prezzo. Il popolo brasiliano e il mondo meritano qualcosa di meglio che altri oleodotti e inquinamento. Mentre si prepara a ospitare la conferenza mondiale sul clima COP30, il Brasile porta avanti una legge nazionale che contraddice direttamente lo scopo dell'evento. Questa azione mina la credibilità del paese e invia un messaggio confuso: un ospite che predica l'azione per il clima e allo stesso tempo agevola il percorso di industrie distruttive e del profitto".
Secondo l'ANP, l'autorità nazionale brasiliana di regolamentazione del settore petrolifero, nel maggio 2025 il Brasile ha battuto il proprio record di produzione di petrolio e gas naturale. Il paese ha prodotto 3,68 milioni di barili di petrolio al giorno, circa l'11% in più rispetto a un anno fa. Un dato destinato ad aumentare nei prossimi anni con lo sfruttamento delle nuove scoperte offshore.
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