In occasione del World Cleanup Day, la giornata globale dedicata alla rimozione dei rifiuti nell’ambiente che cade oggi, 20 settembre 2025, migliaia cittadini e cittadine parteciperanno all’appuntamento Puliamo il mondo di Legambiente, raccogliendo spazzatura dispersa in parchi, giardini, spiagge e altri luoghi pubblici.
Un impegno civico di grande valore, che tuttavia non è risolve il problema del littering, ovvero la dispersione dei rifiuti nell’ambiente. Le soluzioni, però, esistono, e strizzano l’occhio a un’abitudine che decenni fa era molto comune anche in Italia: il vuoto a rendere, un meccanismo che incentiva le persone a restituire il contenitore (di solito bottiglie in vetro e, oggi, plastica) una volta usato, spesso traendone un piccolo guadagno.
Questo approccio circolare, infatti, consente di arginare il fenomeno del littering. In altri paesi europei, il sistema di deposito cauzionale (DRS), che prevede l’aggiunta di un piccolo deposito al prezzo di vendita, interamente rimborsato quando viene restituita la bottiglia vuota, è già in uso da diversi decenni, con notevoli incrementi nei tassi di raccolta. È per questo motivo che anche in Italia è stata rilanciata la campagna A buon rendere con un appello per dotare il paese di un DRS, che incentiverebbe le aziende ad assumersi maggiore responsabilità nella risoluzione del problema della diffusione dei loro prodotti nell’ambiente.
Il problema del littering nel milanese
La campagna A buon rendere ha recentemente svelato i risultati di una recente indagine di brand audit, che ha evidenziato non solo la vastità del problema del littering nel territorio milanese, ma anche le aziende maggiormente responsabili. Grazie al contributo di Helena Boers, una cittadina volontaria che si è occupata di raccogliere rifiuti per un anno, è stato possibile calcolare la quantità di spazzatura che sarebbe rimasta dispersa nell’ambiente. Boers ha infatti raccolto tra il 1°maggio 2024 e il 31 maggio 2025 ben 21.617 contenitori per bevande abbandonati, che sono stati poi differenziati correttamente.
I risultati dello studio mostrano che solo 10 marchi costituiscono il 67% degli 11.686 contenitori riconoscibili, con Moretti (di proprietà del gruppo industriale Heineken), Red Bull, Coca-Cola e San Benedetto ai primi posti della classifica. Per quanto concerne i materiali, il più presente è la plastica (42,2%), seguita da alluminio (28,3%) e vetro (25%). L’analisi si sofferma anche sui singoli settori, individuando in quello della birra il più diffuso (35%), che supera sia le acque minerali (31%) sia le bibite analcoliche (26%). Secondo l’indagine, la prevalenza di contenitori in vetro monouso e metallo per la birra è una caratteristica tutta italiana che potrebbe essere limitata proprio con l’introduzione del vuoto a rendere.
Il sistema di deposito cauzionale in Italia come possibile soluzione
I vantaggi di un sistema di DRS sono numerosi: il meccanismo permette infatti di aumentare i tassi della raccolta arrivando al 90%, con picchi del 98% in Germania. In occasione del World Cleanup Day 2025, la campagna A buon rendere, sostenuta dall’azienda Sant’Anna, rinnova quindi l’appello per adottare questo sistema anche in Italia.
“Le evidenze concrete raccolte attraverso i brand audit hanno spinto i produttori di bevande in diversi paesi europei a sostenere i sistemi di deposito cauzionale”, ha chiarito Enzo Favoino, coordinatore scientifico della campagna. “Con l'avvio del sistema in Polonia, a giorni, salgono a 18 i paesi europei che hanno già implementato un deposito cauzionale. Portogallo, Spagna e Regno Unito sono pronti ad introdurlo entro il 2027. Auspichiamo pertanto un’urgente azione congiunta di produttori e decisori politici che affronti concretamente il problema del littering e della decarbonizzazione del settore attraverso l’implementazione di un sistema di deposito cauzionale efficace per promuovere anche in Italia un'economia più circolare e meno dipendente dall’importazione di materie prime.”
Inoltre, è importante ricordare che il littering ha un impatto non solo sull’ambiente, ma anche sull’economia. Silvia Ricci, coordinatrice della campagna A Buon Rendere, invita il “il Governo e i produttori di bevande a prendersi carico del problema del mancato riciclo di 8 miliardi di contenitori ogni anno”, sottolineando che tutto ciò ha “impatti negativi per l'ambiente, l'economia del riciclo, i bilanci comunali, e anche per lo Stato, che ogni anno paga all'Unione Europea circa 100 milioni di euro come Plastic Tax per le sole bottiglie per bevande in plastica che non ricicliamo. Aspettare il 2029, come si vorrebbe fare in Italia, comporta non solamente un peggioramento dell’inquinamento ambientale ma anche costi evitabili per tutti i portatori di interesse.”
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