Tra i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) dell'Agenda 2030, due riguardano la biodiversità, in particolare la protezione degli ecosistemi marini (SDG 14) e terrestri (SDG 15). Oltre a questi, numerosi altri target hanno un impatto diretto o indiretto sulla conservazione della biodiversità e degli ecosistemi. Questi target sono fondamentali nel contrastare il cambiamento climatico, preservare la vita su terra e in mare, e promuovere il benessere sia umano che ambientale.

Tuttavia, nonostante gli sforzi significativi compiuti finora, il percorso verso la realizzazione degli obiettivi dell'Agenda 2030 si presenta sempre più impegnativo.

Il Segretario Generale dell'ONU António Guterres ha affermato che molti Paesi si trovano a guardare "in un abisso finanziario": i Paesi in via di sviluppo sono infatti di fronte a un gap di 4 trilioni di dollari negli investimenti per lo sviluppo sostenibile. Investimenti che, in molti casi, andrebbero a incidere direttamente con un impatto positivo anche sulla conservazione della biodiversità.

Proteggere la biodiversità

Il tema della biodiversità è sempre più all’attenzione dei decisori politici, che hanno messo in campo alcune importanti azioni concrete. A fine 2022 i leader di 190 Paesi, riuniti a Montreal per la COP15 della Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica, si sono dati l’obiettivo di proteggere entro il 2030 almeno il 30% delle terre, degli oceani e delle zone costiere e delle acque della Terra, arrestando la perdita di biodiversità. 

Con l’accordo raggiunto, il Global Biodiversity Framework, l'obiettivo è eliminare o riformare entro il 2030 i sussidi dannosi per la biodiversità, stimati in 500 miliardi di dollari all'anno. Oltre ai sussidi, l'attenzione si è concentrata sulle risorse, con l'impegno di investire almeno 200 miliardi di dollari all'anno in finanziamenti nazionali e internazionali per la biodiversità. I Paesi in via di sviluppo riceveranno un sostegno finanziario, con 20 miliardi di dollari all'anno entro il 2025 e 30 miliardi entro il 2030 attraverso un nuovo Fondo per la Biodiversità. 

Gli investimenti ESG

Risorse che non potranno arrivare solo dalle casse pubbliche. Per tali investimenti saranno fondamentali partnership pubblico-privato e sinergie tra diverse categorie di attori: imprese, ONG, operatori finanziari. Proprio questi ultimi, secondo un recente report di ESMA (l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati), sono tra quelli più esposti alle conseguenze della perdita di biodiversità. Al tempo stesso, figurano anche tra i soggetti principali che possono contribuire a preservarla tramite l’incremento di investimenti con un impatto positivo sulla natura. 

La stretta connessione tra finanza sostenibile ed economia reale fa sì che le scelte di investimento ESG e il dialogo con le società investite producano impatti positivi in termini di protezione della biodiversità, orientando i capitali verso le imprese impegnate su questo fronte con azioni concrete e una roadmap chiara e trasparente. 

Le Settimane SRI

Gli investimenti legati alla biodiversità, pur avendo ancora ampi spazi di crescita, stanno registrando un aumento significativo: negli ultimi due anni, i fondi domiciliati in Europa connessi al tema della biodiversità hanno raggiunto una raccolta complessiva pari a 854 milioni di euro. A questi temi e alle ultime tendenze della finanza sostenibile sono dedicati i 15 appuntamenti della 12° edizione delle Settimane SRI, che si svolgeranno a Milano, Roma e online dal 14 al 28 novembre.

Il Forum per la Finanza Sostenibile si conferma in prima linea su questo fronte. È stato infatti tra i co-organizzatori, insieme a Commissione Europea, European Business and Biodiversity Platform, Etifor e Regione Lombardia, dello European Business and Nature Summit 2023, la principale conferenza dedicata alla creazione di modelli di business sostenibili che abbiano al centro la biodiversità, tenutasi a Milano l’11 e 12 ottobre 2023.

Dal confronto sono emerse sfide e opportunità legate agli investimenti in biodiversità, tra cui la necessità di dati più accurati e di nuove tecnologie di misurazione e monitoraggio, l’aumento delle partnership pubblico-privato e la trasparenza, fondamentale per ridurre i rischi di greenwashing e garantire informazioni affidabili.

L’importanza economica della biodiversità

Inoltre, in occasione del Summit, il Forum per la Finanza Sostenibile ha lanciato, insieme a Etifor e Regione Lombardia, l'Italian Business & Biodiversity Working Group, che si pone gli obiettivi di sensibilizzare sull’importanza economica della biodiversità, promuovere partnership pubblico-privato per la conservazione degli ecosistemi e allineare le strategie aziendali alle migliori pratiche internazionali.

Il gruppo di lavoro vuole creare un ecosistema di attori che collaborano per accelerare l'azione per la biodiversità, favorendo la collaborazione tra imprese, investitori e organizzazioni non governative. L'obiettivo è coinvolgere attivamente organizzazioni private e finanziarie per intraprendere percorsi virtuosi con impatti positivi e tangibili sulla collettività, unendo le forze per la tutela della biodiversità e degli ecosistemi.

 

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Immagine: Quang Nguyen Vinh, Pexels