Il 20 ottobre Navigator CO₂ Ventures ha deciso di cancellare Heartland Greenway, uno dei più grandi progetti di cattura e stoccaggio di anidride carbonica (CCS) degli Stati Uniti. La conduttura si sarebbe dovuta estendere per oltre 2.000 km attraverso cinque Stati del Midwest, trasportando 15 milioni di tonnellate metriche di CO2 prodotta in 30 impianti di etanolo e fertilizzanti verso l'Illinois, sede finale prevista per lo stoccaggio sotterraneo.

Uno stop che la società attribuisce “alla natura imprevedibile dei processi normativi e governativi coinvolti, in particolare in Sud Dakota e Iowa”. A settembre, il Sud Dakota aveva infatti respinto la richiesta di autorizzazione, mentre a ottobre era stata invece la stessa società a richiedere alle autorità dell’Iowa la sospensione dell’iter.

A pochi giorni di distanza dall’uscita del World Energy Outlook 2023 della IEA – le cui stime sul potenziale della CCS si fanno di anno in anno sempre più generose ‒ la cancellazione del progetto di Heartland Greenway avvicina così sempre più a un bivio. Da un lato, la reale scalabilità della cattura e stoccaggio della CO2 e un effettivo contributo di questa tecnologia alla salvezza. Dall’altro, incolore e inodore, una narcotica disillusione.

Gli impatti sulla strategia climatica USA

In un comunicato stampa Matt Vining, CEO di Navigator CO₂, ha dichiarato: "Come buoni amministratori del capitale e responsabili gestori delle persone, abbiamo preso la difficile decisione di cancellare il progetto Heartland Greenway. Siamo dispiaciuti di non poter fornire servizi ai nostri clienti e li ringraziamo per il loro continuo supporto".

Un duro colpo non solo per Navigator CO₂, ma per l’amministrazione Biden-Harris, che nel maggio scorso aveva addirittura annunciato ulteriori investimenti per 242 milioni di dollari allocati su 9 diversi progetti commerciali di stoccaggio del carbonio su larga scala. Iniziative sottoposte a un principale requisito: la capacità di immagazzinare in modo sicuro 50 o più milioni di tonnellate metriche di CO2.

Solo una piccola parte quindi di quanto immesso dagli Usa ogni anno in atmosfera: secondo l’Environmental Protection Agency (EPA), solo nel 2021 gli Stati Uniti hanno rilasciato circa 5,5 miliardi di tonnellate di anidride carbonica (al netto del sequestro al suolo).

Quale futuro per i biocarburanti?

Consentendo alle industrie hard to abate (acciaio, cemento, petrolchimico) di continuare a operare, la cattura e lo stoccaggio di anidride carbonica fino a pochi giorni fa rimaneva una delle principali speranze anche per i produttori di etanolo degli Stati Uniti. Significativi i dati riguardanti l’Iowa, uno degli Stati (insieme a Sud Dakota, Nebraska e Minnesota) dove si trovano i 30 impianti che avrebbero dovuto convogliare CO2 nella conduttura Heartland Greenway.

“Senza la capacità degli impianti di etanolo dell'Iowa di utilizzare la tecnologia di cattura e sequestro del carbonio, il mais che lascerebbe l'Iowa senza valore aggiunto passerebbe dal 6% al 44% entro la fine del decennio”, si legge in uno studio commissionato dalla Iowa Renewable Fuels Association a febbraio 2023. 

Senza CCS, entro la fine del decennio la produzione di etanolo dell'Iowa potrebbe ridursi infatti del 75% (quasi 3,5 miliardi di galloni all'anno), portando alla chiusura di molti impianti. Inoltre, “l'Iowa subirebbe un calo delle entrate dagli impianti di etanolo di oltre 10 miliardi di dollari all'anno”.

Le stime della IEA

La vicenda della conduttura Heartland Greenway, come sottolineato da Akshat Rathi (Bloomberg) non andrà quindi ad aggiunge volume a uno dei dati più significativi del World Energy Outlook 2023, pubblicato dalla IEA il 24 ottobre scorso: negli ultimi tre anni non si è registrato infatti alcun significativo aumento nella capacità di cattura e stoccaggio del carbonio (CCS). Globalmente la capacità totale di CCS negli impianti preesistenti è rimasta costante, ferma a circa 40 milioni di tonnellate.

Secondo la IEA, se non si riusciranno a realizzare tutti gli impianti annunciati, nel 2030 non si raggiungerà una capacità di confinamento geologico di 400 milioni di tonnellate di CO2. Una previsione che la stessa IEA, tre anni fa, stimava a 350 milioni di tonnellate di CO2.  Mentre il World Energy Outlook 2023 sottolinea il potenziale di energie rinnovabili, efficientamento energetico ed elettrificazione, se non ci saranno progressi si apre quindi un dilemma: ha ancora senso investire in una tecnologia costosa, energivora e ancora in fase sperimentale?

 

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Immagine: Ella Ivanescu, Unsplash