Arrivano anche in Italia i primi dottorati di ricerca interamente dedicati alla biodiversità. Lo ha annunciato pochi giorni fa il National Biodiversity Future Center (NBFC), il primo centro italiano sulla biodiversità con sede presso l’Università di Palermo e coordinato dal CNR.

Saranno 34 le borse di dottorato assegnate a 21 ricercatrici e 13 ricercatori (età media 28 anni) su temi che spaziano dalla biodiversità marina a quella terrestre fino alle città, senza tralasciare studi sull’approccio One Health e su soluzioni tecnologiche innovative.

Investire in biodiversità e ricerca

Presentato lo scorso maggio, il National Biodiversity Future Center è uno dei cinque centri italiani dedicati alla ricerca di frontiera ed è finanziato attraverso i fondi del PNRR (missione 4.2 - Ricerca e Innovazione), che al progetto destina 320 milioni di euro in tre anni (dal 2023 al 2025). Un investimento massiccio che coinvolge oltre 2.000 ricercatori e 48 partner istituzionali, fra università, imprese, fondazioni e altri centri di ricerca.

I nuovi percorsi di dottorato annunciati sono dunque parte di un piano di ricerca ampio e diversificato che intende coprire ogni ambito relativo alla biodiversità, con particolare riferimento a quella presente in Italia.

Le borse di studio sono finanziate per 2/3 dal National Biodiversity Future Center e per 1/3 dalle università che hanno offerto diversi percorsi di studio per un impegno complessivo pari a 1.700.000 euro (NBFC) e 850.000 euro (Co-Finanziatori).

Inoltre, i 34 dottorati – un numero straordinario se confrontato alla media di quelli offerti dalle università italiane – dimostrano anche, una volta tanto, di scavalcare il divario di genere, “arruolando” un numero maggiore di donne, in controtendenza con ciò che succede solitamente nell’ambito STEM.

“L’avvio del primo dottorato di ricerca in biodiversità è un successo di NBFC – ha dichiarato il presidente del centro Luigi Fiorentino – È un dottorato con una impostazione interdisciplinare e un’autentica occasione di formazione avanzata su un tema di frontiera. Il sistema economico, le istituzioni, non solo gli enti di ricerca, avranno sempre di più bisogno di donne e uomini esperti di biodiversità.”

“È la prima volta che in Italia si investe sulla biodiversità in modo esplicito – ha aggiunto il coordinatore del dottorato Gianluca Sarà ‒ I giovani che si formeranno con il Dottorato Nazionale in Biodiversity saranno i veri protagonisti dell'integrazione della biodiversità nelle politiche decisionali nazionali e internazionali.”

 

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Immagine: Stephan Eicksten