Domenica 21 gennaio Exxon Mobil, il più importante gruppo petrolifero del mondo, ha presentato un’istanza a un tribunale del Texas per bloccare una mozione per il clima presentata dai suoi stessi azionisti in occasione della prossima assemblea annuale del 29 maggio. A chiedere al colosso dell’Oil&Gas un maggiore impegno nella riduzione di emissioni di gas serra non sono tuttavia azionisti qualunque ma gli investitori rappresentati dalla società di investimento attivista statunitense Arjuna Capital e dal gruppo di azionisti attivisti Follow This. Quest’ultima ha di recente riunito investitori con 4.000 miliardi di euro di asset in gestione per chiedere a Shell di allinearsi agli obiettivi di Parigi.

Il perimetro è quello dell’azionariato critico, un fenomeno sempre più diffuso per influire internamente sulle decisioni strategiche delle corporation in materia ambientale o di diritti umani. A essere più raro – e per Exxon la prima volta in assoluto, secondo Reuters ‒ è invece il ricorso al tribunale per impedire questo strumento di partecipazione agli azionisti.

Le richieste

Ma qual è il contenuto della mozione? Gli azionisti critici Arjuna Capital e Follow This vogliono che Exxon si doti di una strategia di riduzione delle emissioni Scope 3, visto che la società è l'unica tra le maggiori Oil Companies a non avere ancora obiettivi di questo tipo. La Exxon afferma in un comunicato che Arjuna e Follow This perseguono una strategia per "diventare azionisti solo per fare campagna" a favore di cambiamenti "calcolati per diminuire l'attività esistente della società".

“È chiaro che il tentativo di escludere la discussione su un tema è sempre, di per sé, una scelta antidemocratica e poco trasparente”, commenta a Materia Rinnovabile Luca Saltalamacchia, avvocato esperto di contezioso climatico e membro della Rete Legalità per il Clima. “Non è mai un buon segno quando si prova a strozzare o addirittura a escludere la possibilità di dialogare. Perché non consentire la presentazione della mozione e farla discutere in seno all’assemblea degli azionisti? Se la maggioranza avesse ritenuto la proposta non adeguata, avrebbe votato contro.”

Negli ultimi due anni, Follow This ha avanzato proposte analoghe nelle assemblee degli azionisti di diverse grandi compagnie petrolifere, ottenendo un consenso del 28% nel 2022 e del 10% l'anno precedente. Exxon afferma che gli azionisti hanno precedentemente respinto obiettivi di Scope 3 e ritiene che gli investitori siano "guidati da un'agenda estrema”. Per questi motivi desidera escludere la proposta dalla loro dichiarazione di delega, che dovrà essere depositata entro l'11 aprile. Ecco perché Exxon chiede al tribunale del Distretto Nord del Texas di rispondere entro il 19 marzo. Un caso di cui già sembra intravedersi la soluzione.

Quale sarà il verdetto?

Secondo quanto riportato da Reuters, i casi provenienti dalla sede di Exxon a Spring, in Texas, di solito sono trattati presso il tribunale del distretto meridionale. Tuttavia, l'azione è stata presentata presso il tribunale del Nord. Il caso è stato inoltre assegnato al giudice distrettuale Reed O'Connor, nominato da George W. Bush a Fort Worth. O'Connor avrebbe una storia di sentenze favorevoli ai conservatori in contestazioni riguardanti leggi e regolamenti sulle armi, i diritti LGBTQ e l'assistenza sanitaria (la cosiddetta Obama Care).

“La scelta di Exxon è particolarmente grave perché la necessità di adeguare gli investimenti all’emergenza climatica è sempre più avvertita. Sempre più spesso i Tribunali nazionali condannano Stati e imprese a tenere conto dell’emergenza climatica ‒ conclude Saltalamacchia ‒ Sotto tale aspetto, quindi, questa manovra legale denota a mio avviso la forte preoccupazione che le Oil Companies, e la Exxon in particolare, hanno rispetto al diffondersi di una sensibilità verso la tutela del sistema climatico.”

 

Immagine: Robin Sommer, Unsplash

 

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