I prodotti alimentari progettati per rigenerare il pianeta sono un passo più vicini a raggiungere gli scaffali dei supermercati: la seconda fase della Big Food Redesign Challenge dell’Ellen MacArthur Foundation (EMF) è, infatti, appena iniziata.

La Big Food Redesign Challenge, lanciata a settembre 2023 dalla fondazione dell’Isola di Wight in collaborazione con il Sustainable Food Trust, aveva chiesto ai partecipanti di progettare nuovi prodotti ‒ o riprogettare quelli esistenti ‒ utilizzando i princìpi dell'economia circolare per aiutare la natura a prosperare e affrontare il cambiamento climatico.

La Big Food Redesign Challenge

Dal totale di 400 domande ricevute da tutto il mondo, tra cui Regno Unito, Stati Uniti, Africa, Europa e America Latina, oltre 160 idee di prodotti, provenienti da 71 diverse aziende, sono ora supportate nelle fasi di sviluppo. Alcuni dei prodotti attualmente in produzione includono diversi kit di pasti, snack salati, cereali per la colazione, pasta, polpette, barrette di cioccolato, biscotti, bevande vegetali, bevande alcoliche e analcoliche. I prodotti in fase di produzione saranno rivelati a tempo debito in un ulteriore sviluppo del progetto.

“Dal momento che il nostro attuale sistema alimentare è uno dei principali motori della perdita di biodiversità ed è responsabile di un terzo dei gas serra globale, è cruciale riprogettare la nostra alimentazione per rigenerare la natura e affrontare alcuni dei problemi globali più urgenti che dobbiamo affrontare oggi”, ha affermato Beth Mander, responsabile del Food Programme dell’Ellen MacArthur Foundation.

Commentando i risultati finora raggiunti dalla Challenge, ha proseguito dicendo che "è incoraggiante vedere un così grande interesse da parte delle aziende a raccogliere la sfida di contribuire a rimodellare il modo in cui progettiamo il cibo per il futuro. Con una gamma così innovativa di idee di prodotto, ci auguriamo che diventino elementi quotidiani della lista della spesa”.

Le aziende e gli alimenti selezionati

Tra le aziende ammesse alla fase successiva compare la britannica Hodmedod con i suoi prodotti a base di piselli, fagioli e cereali britannici. La loro selezione di pasta, zuppe e dahl proviene da un tipo di fagioli e da diverse altre colture coltivate con pratiche rigenerative che aiutano a costruire la salute del suolo.

Tra le altre proposte c'è l'Amalthea Dry Gin, distillato in casa da Fortnum & Mason, che ha diversificato le proprie materie prime sostituendo i cereali con le mele di propria produzione. Anche la Old Farmhouse Brewery ha presentato una birra con alghe provenienti dalla prima fattoria oceanica rigenerativa del Galles di proprietà della comunità.

La multinazionale Danone ha proposto una nuova gamma di yogurt per i mercati del Regno Unito e dell'Irlanda. L'azienda mira ad approvvigionarsi di oltre il 90% del latte necessario attraverso aziende agricole che utilizzano pratiche di agricoltura rigenerativa. Anche Golden Hooves, una filiale di First Milk con sede nel Regno Unito, ha presentato un burro e un formaggio contenenti ingredienti provenienti da agricoltori che si sono impegnati a rigenerare la Terra.

Dunia Bora, con sede in Kenya, è entrata nella fase successiva della Challenge proponendo l'uso di cactus ‒ tradizionalmente considerati una pianta invasiva ‒ coltivati secondo pratiche rigenerative nelle regioni aride e semi-aride del Paese come ingrediente base di biscotti e succhi di frutta. Tra i progetti presentati da aziende statunitensi figurano Wildway, che ha proposto l'idea di utilizzare la banana e la sua buccia come snack nutriente e per ridurre i rifiuti, e 4 Fungi's Regenerative, che propone un'alternativa a base vegetale del jerky, tradizionale carne essiccata, utilizzando i funghi.

Superare le monocolture

"GoodSam prende dalle aziende agricole tutte le colture commercialmente valide, il che significa che molti dei nostri agricoltori ricevono ora un flusso di reddito annuale da noi. Perché cerchiamo attivamente di prendere tutto ciò che producono e di non costringerli a un sistema di monocoltura. Le monocolture esistono per le grandi aziende, che si sono rivolte agli agricoltori dicendo: 'Per favore, coltivate questo prodotto, noi lo compreremo tutto e in questa quantità’. Le monocolture sono state create a causa della domanda”, ha spiegato Heather Terry, fondatrice e CEO di GoodSam.

L’azienda, a guida femminile, ha presentato ben cinque prodotti per la Challange e commercializza cioccolato, caffè, noci e frutta secca, preferibilmente provenienti dagli stessi piccoli agricoltori che sono retribuiti due o tre volte di più rispetto ai prezzi di mercato.

Cosa possono fare rivenditori e supermercati

Parallelamente, mentre i prodotti selezionati entrano nella fase di produzione della sfida, la Ellen MacArthur Foundation invita i rivenditori a unirsi ai suoi partner ‒ il principale supermercato britannico Waitrose e il grande gruppo di vendita al dettaglio Grupo Carrefour Brasil ‒ con l’obiettivo di proporre i nuovi prodotti alimentari sugli scaffali già entro quest'anno.

I rivenditori sono invitati a scoprire come poter partecipare all'offerta di prodotti innovativi e riprogettati, compresa la possibilità di prendere parte all'imminente webinar Putting Nature First on Supermarket Shelves".

 

Immagine: Chris Reyem, Unsplash

 

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