Il Manifesto di Ventotene, redatto da alcuni dei padri fondatori dell’Europa, Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, insieme al documento Pan-Europa, scritto da Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi, ha definito una visione dell’Europa federalista, unificata, fondata sui concetti di pace e libertà kantiana e sulla teoria istituzionale del federalismo hamiltoniano. Una visione fondata a sua volta sull’idea di uguaglianza, di sviluppo inclusivo e sostenibile che ha affascinato figure che sono diventati pilastri della storia europea e mondiale. Erasmo da Rotterdam, Garibaldi, Claude Henri de Saint-Simon, Carlo Cattaneo, Thomas Mann, Sigmund Freud, Rainer Maria Rilke, Miguel de Unamuno, Ortega y Gasset, Konrad Adenauer, Robert Schuman, Alcide De Gasperi e Winston Churchill. Menti immense che hanno contribuito a definire i pilastri che rendono grande un’Europa di cui tutte e tutti possiamo essere orgogliosi oggi.

Nel mentre si palesa un nuovo pilastro che renderà l’europeismo pronto alle sfide del XXI secolo: il Green Deal europeo. Se per costruire l’Europa di ieri si sono sacrificati ambiente e salubrità per garantire benessere e prosperità, l’Unione di oggi si fonda su una nuova visione di sviluppo incardinato su decarbonizzazione, economica circolare, tutela della biodiversità, agricoltura e industria rigenerativa, città verdi, mobilità a basse emissioni; uno sviluppo che vada di pari passo con i diritti civili, l’inclusività, la parità di genere.

Europa verde, un modello da replicare

Abbiamo così deciso di dedicare un numero proprio a questa visione di Europa, raccogliendo un coro di voci, di idee, di progetti che offrano una mappatura della dinamicità della transizione ecologica di tutti i Paesi d’Europa. Ne abbiamo raccolti così tanti che invece di un numero di Materia Rinnovabile, avremmo potuto riempire una collezione di tomi.
Dal NextGenerationEU al Piano di azione sull’economia circolare, passando per direttive come Farm2Fork o la Legge UE sul clima, una mente collettiva composta di scienziate, politici, giornalisti, ricercatrici, imprese, attivisti, ha contribuito a definire questa nuova visione di Europa attraverso ricerca, politica, innovazione, finanza, vita civile, che coinvolge le cittadine e i cittadini tutti.
Una visione di sviluppo per una nuova economia in grado di superare la pandemia di Covid-19, la crisi energetica e l’instabilità creata dall’invasione russa in Ucraina, andando oltre la visione ipercapitalista americana, e l’eccessiva centralizzazione decisionale della Cina. L’Europa del Green Deal si fa sempre di più un modello desiderabile, un’ispirazione politica, un progetto da replicare.

Superare i confini

Oggi servono sempre più federalismo e cooperazione, meno nazionalismo e isolazionismo, per far fronte alle immense sfide ambientali e sociali. Dall’emergenza di un nuovo panafricanismo e di un’alleanza latino-americana, fino all’immaginare una visione pan-asiatica e pan-oceanica. Idee politiche che aiutino a superare barriere e rendere operativi grandi accordi internazionali come l’Accordo di Parigi sul clima e quello di Kunming-Montreal sulla biodiversità.

L’obiettivo, come insegna il geografo, è quello di eliminare un giorno quanti più confini possibile dalla carta geografica: differenze auto-imposte dallo stato post-westfaliano e dall’era dei nazionalismi, che hanno annichilito i popoli e le istanze territoriali e allo stesso tempo l’ideale di un’unica umanità in armonia con il pianeta.
Oggi le menti più visionarie parlano di un neo-mondialismo basato su un Green Deal comune che ci guidi in un’era senza populismi, libera dal giogo delle fonti fossili, fuori dalla crisi della biodiversità e dell’inquinamento, risultato di una grande Just Transition internazionale. Servirà forse un secolo, come è servito all’Europa per nascere, e ahimè si dovranno attraversare periodi di crisi (non belliche, ma ambientali) inevitabili. Ma questa idea ha iniziato a mettere radici. Ed è bello pensare che l’Europa può dare ancora tanto in questo senso, nonostante il serpeggiare di idee restauratrici, negazioniste, conservatrici.
Il Green Deal Europeo e il movimento per il clima e per l’ambiente globale sono i semi intellettuali migliori disponibili oggi. Lavoriamo per farli germogliare!

Immagine: Teemu Paanen (Unsplash)

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