Se le api scomparissero dalla faccia della terra, all'uomo non resterebbero che quattro anni di vita”, dice una famosa citazione attribuita ad Albert Einstein, oggi utilizzata come claim pubblicitario in qualche confettura di miele. Che Einstein l’abbia detta o no, la frase ci ricorda comunque quanto le api siano fondamentali per l’ecosistema terra: sono responsabili di circa il 70% dell'impollinazione di tutte le specie vegetali viventi sul pianeta e garantiscono circa il 35% della produzione globale di cibo. I pesticidi sintetici sono una delle cause principali che rischiano di portare all’estinzione il 9,2% delle specie di api europee.
Per questo
con Save Bees and Farmers, l’ECI (European Citizens Initiative) ha promosso una raccolta firme contro l’uso dei pesticidi tossici, superando il milione di sottoscrizioni valide. Un risultato inaspettato che, dopo dell’accettazione dei certificati dei 27 Stati membri, ha ricevuto anche l’approvazione e la giusta considerazione da parte della Commissione europea .

I cittadini europei in difesa delle api

Nell'ambito della strategia Farm to Fork, uno dei pilastri centrali del Green Deal europeo, la Commissione europea si pone l’obiettivo di ridurre del 50% l’uso dei pesticidi chimici più pericolosi entro il 2030. All’ECI questo però non basta, serve più ambizione. Tra le proposte indicate nella raccolta firme si chiede una graduale eliminazione dell’80% dell’uso di pesticidi sintetici entro il 2030 e del 100% entro il 2035. Si invoca inoltre un ripristino della biodiversità sui terreni agricoli e un sostegno finanziario per la transizione a pratiche agroecologiche.
“Questa è la settima iniziativa europea di successo e già la seconda contro i pesticidi – ha dichiarato
Martin Dermine, il principale portavoce di ECI - È un forte segnale democratico per l’unione europea e per i decisori politici che devono prendere atto della volontà dei cittadini di eliminare i pesticidi tossici”.
Nel
2017 i cittadini europei si erano espressi contro la ri-autorizzazione del glifosato, erbicida potenzialmente dannoso per la salute umana, ma che la Commissione europea non ha tenuto in considerazione nonostante il milione di firme raccolte. L’esecutivo si era giustificato insistendo sul fatto che gli Stati membri erano competenti e responsabili per l’uso dei pesticidi sul loro territorio e che non si sia dimostrato con assoluta certezza la cancerogenicità del glifosato.
“Gli agricoltori e la scienza hanno dimostrato che l’
agroecologia può nutrire il mondo senza sostanze chimiche – ha aggiunto Dermine - È giunto il momento che i nostri politici smettano di ascoltare l’industria agroalimentare e inizino a lavorare per il futuro dei nostri figli”.

Contro la lobby dell’agrochimica

Nel comunicato pubblicato sul sito di Save Bees and Farmes si critica il modello della terza rivoluzione agricola che dagli anni Sessanta ha spinto gli agricoltori a utilizzare una quantità sempre crescente di fertilizzanti artificiali e di pesticidi sintetici. Questo avrebbe reso l'agricoltura intensiva completamente dipendente da agrofarmaci e combustibili fossili. “In molti Paesi dell’Ue, i ministeri dell’agricoltura sembrano avere strette relazioni con l’agribusiness – ha commentato senza troppi giri di parole Helmut Burtscher-Schaden, vice portavoce dell’ECI – Così si evitano quei cambiamenti che libererebbero il nostro sistema alimentare dalla dipendenza dalle sostanze chimiche. Raccogliere 1 milione di firme valide durante la pandemia di Covid è un segnale forte per una transizione verso l’agricoltura rispettosa del clima e delle api”.
Come passo successivo, gli organizzatori dell’iniziativa saranno invitati a intervenire presso la Commissione europea e, entro tre mesi, si terrà un’audizione al Parlamento europeo per un confronto con i deputati sulle richieste presentate.

Immagine: Matt Quinn (Unsplash)