Lo spreco alimentare non è solo sperpero di denaro e risorse preziose, contribuisce in modo devastante anche alla crisi climatica globale. Secondo i dati dell’ultimo Food Waste Index dell’UNEP 931 milioni di tonnellate di cibo - ovvero il 17% di tutto il cibo disponibile per i consumatori nel 2019 sono stati cestinati dalle famiglie, dai rivenditori, ristoranti e altri servizi di ristorazione. “Circa un 1,4 miliardi di ettari di terra - quasi il 30% della superficie agricola mondiale - sono dedicati alla produzione di cibo che poi non verrà mai mangiato. Se fosse considerato come una nazione, lo spreco alimentare sarebbe il terzo Paese ad inquinare di più dopo Stati Uniti e Cina”, è quanto afferma un report dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO).
Il settore alimentare si compone di diverse fasi:
produzione, stoccaggio, trasporto, distribuzione e consumo di cibo. Contenere gli sprechi in ciascuno di questi momenti è la grande sfida raccolta da progettisti, ingegneri, imprenditori di tutto il mondo che, utilizzando la tecnologia, trovano efficaci sinergie tra i principali attori della filiera tra produttori, supermercati, famiglie e comunità. Negli ultimi anni, in giro per il mondo sono state fondate diverse start-up che hanno l’obiettivo di ridurre lo spreco alimentare. Eccone alcune.

Le start-up di successo all’estero

Co-fondata da Tessa Cook, OLIO è una star-up che collega i vicini e le attività commerciali locali in Inghilterra consentendo loro di condividere gratuitamente il cibo in eccesso invece di sprecarlo. Tessa ha concepito questa idea mentre cercava di mangiare velocemente tutto il cibo avanzato nel suo appartamento in Svizzera prima di tornare in Inghilterra. Incapace di finirlo, vagò per strada con sei patate dolci, un cavolo intero e qualche confezione di yogurt, cercando qualcuno a cui darli. Sentendosi a disagio nel bussare alle porte e chiedere agli estranei, rinunciò: il cibo era sprecato. I risultati dell’app britannica ora sono straordinari: quasi 3,5 milioni di utenti, 16 milioni di porzioni di cibo condivise e 50mila miglia di auto risparmiate.
Secondo un
report del WWF pubblicato nel 2017, si stima che in Sud Africa 10 milioni di tonnellate di cibo vengono sprecate ogni anno. Questo spreco rappresenta quindi un terzo delle 31 milioni di tonnellate prodotte ogni anno in Sud Africa. Con l'aumento dei prezzi e la scarsità di cibo nelle regioni remote, JustNow è una star-up che aiuta la fascia di popolazione più povera ad assicurarsi dei pasti a prezzi ridotti.
La missione di
Winnow, invece, è creare un movimento di chef per ridurre la quantità di rifiuti alimentari che provengono dalle cucine. L'azienda, che ha sede nel Regno Unito, consente alle cucine commerciali di pesare e classificare ogni oggetto che viene buttato via calcolandone il valore. Mostrando alle cucine esattamente quanto cibo sprecano e quanto costa loro, Winnow spera di promuovere abitudini più sostenibili nelle cucine dei ristoranti.
“L'impatto dello spreco alimentare è 4 volte maggiore dell'impatto di tutti i voli nel mondo messi insieme” ricorda il sito della start-up
Karma che ha 1,4 milioni di utenti. L’app svedese permette agli utenti di farsi portare direttamente a casa i piatti avanzati da ristoranti e bar che, altrimenti, andrebbero buttati. Risparmio e convenienza sono concetti sui cui ha puntato anche Too Good To Go, start up danese che segnala alla community degli iscritti quando un ristorante, un supermercato, un bar o anche un panificio ha delle eccedenze da poter vendere a prezzi scontati per non far finire tutto nella pattumiera. In Italia, secondo i dati del sito, l’app ha salvato 2,4 milioni di pasti.

Impatto concreto contro lo spreco anche in Italia

In Italia secondo i dati relativi al 2020, lo spreco alimentare a livello domestico costa circa 6,5 miliardi e le tonnellate di cibo buttato annualmente ammontano a quasi 2 milioni. Tuttavia, dall’indagine condotta da Waste Watcher International, il trend risulta in calo. Nel 2020 sono state salvate dallo spreco 222.125 tonnellate di alimenti, con una riduzione dello spreco dell'11,6% rispetto al 2019.
Tendenze positive che dimostrano come gli italiani possono essere coscienti e consapevoli degli sprechi, anche grazie a diversi progetti
made in Italy. La Fondazione Cariplo ad esempio, ha presentato alcuni progetti di economia circolare e di Food Policy, come Bella Dentro, una start-up milanese che acquista direttamente dagli agricoltori quei prodotti orto-frutticoli solitamente non accettati dalle cooperative e dalla grande distribuzione.

La lotta solidale contro lo spreco

L’applicazione Bring the Food unisce l’esigenza di contrastare lo spreco di cibo con la solidarietà. Questo piccolo progetto pilota sviluppato in Veneto e Trentino consente ad organizzazioni di produttori e mense di distribuire e donare le eccedenze direttamente a chi ne ha più bisogno. Molto spesso si tratti di mettere in comunicazione domanda e offerta e questa piattaforma ha portato, negli ultimi tre anni, al recupero di 1160 tonnellate di eccedenze da mense distribuite a 20mila persone circa.
Il programma
QuBì-La ricetta contro la povertà infantile della Fondazione Cariplo aumenta l’accesso alla spesa per le famiglie in difficoltà economica e realizza progetti per supportare un’alimentazione corretta e variegata riducendo contemporaneamente gli sprechi alimentari. Esistono, però, anche applicazioni che consentono di evitare gli sprechi che già abbiamo in casa. Chi ha un frigorifero "intelligente" può testare l’utilità di avere uno strumento tecnologico che ricorda le scadenze.
Cibo e salute sono un binomio che sembra interessare agli italiani. Una consapevolezza che diventa quasi plebiscito - come riporta l’indagine di Waste Watcher International – visto che quasi
7 italiani su 10 (il 66%) ritengono ci sia una connessione precisa fra spreco alimentare, salute dell’ambiente e dell’uomo.

Per approfondire: scarica e leggi il numero 33 di Materia Rinnovabile dedicato al sistema cibo.