L’economia circolare sta diventando sempre più un modello necessario alle aziende per affrontare i cambiamenti ambientali, ma la transizione presenta numerose sfide legate allo sviluppo di nuovi processi, risorse e competenze. Per fare chiarezza, il Laboratorio RISE - Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Industriale dell’Università degli Studi di Brescia, ha organizzato un webinar per imprenditori e manager interessati a comprendere come l’Economia Circolare possa innovare il modo di fare business e rendere le aziende più sostenibili.

Il Webinar, dal titolo Quanto sono circolari le imprese manifatturiere italiane?, si terrà giovedì 28 settembre alle ore 16. È indicato per i ruoli aziendali di Direzione, Sustainability Manager, Produzione, Progettazione Prodotto, Marketing, Comunicazione e Vendite, Sistemi di Gestione. La partecipazione è libera e gratuita ma richiede l’iscrizione tramite questo link.

Durante l’incontro verrà anche presentata la Ricerca sul livello di circolarità delle imprese manifatturiere italiane condotta dallo stesso laboratorio attraverso lo strumento C-Readiness, sviluppato sempre dal RISE.

Ricerca sul livello di circolarità delle imprese manifatturiere italiane

Per capire quanto sono circolari le imprese manifatturiere italiane, il Laboratorio RISE ha sviluppato C-Readiness, un modello e uno strumento in grado di fotografare il livello di circolarità delle imprese, di individuarne i punti di forza e identificare le potenziali aree di miglioramento da cui avviare la transizione circolare.

L’executive summary che sarà presentato durante il webinar del 28 settembre riassume i principali risultati derivanti dall’applicazione dello strumento C-Readiness su un campione di 144 aziende italiane, con il contributo di oltre 200 manager. Lo strumento è articolato in 33 domande a risposta multipla, raggruppate in 6 aree di valutazione che seguono il ciclo di vita di un generico prodotto e la relativa catena del valore. Lo strumento C-Readiness converte poi ogni risposta fornita in un punteggio numerico di circolarità.

I risultati dell’indagine

La ricerca condotta dal Laboratorio RISE ha coinvolto per il 40% aziende di piccole dimensioni (fatturato inferiore ai 10 milioni di euro), per il 34% di medie dimensioni (fatturato tra 10 e 50 milioni di euro), e per il 26% di grandi (fatturato sopra i 50 milioni di euro). Grazie a maggiore disponibilità di risorse ma anche a maggiori vincoli normativi, le aziende più pronte per l’economia circolare sono quelle di grandi dimensioni, con un C-Score medio (54 punti) superiore a quello di aziende di dimensioni medie (44 punti) e piccole (40 punti).

Ma i risultati mostrano come, in generale, le aziende manifatturiere italiane siano ancora poco pronte rispetto al paradigma dell’economia circolare. Il C-Score, punteggio di circolarità medio del campione analizzato, è infatti di 45 punti su 100. Ma oltre il 70% delle aziende analizzate ha ottenuto un punteggio di circolarità inferiore a 50 punti. Ciò dimostra che la piena transizione all’economia circolare è complicata per il tessuto produttivo italiano, e che gli sforzi intrapresi richiedono tempi medio-lunghi per portare a risultati significativi.

I settori più circolari

Esistono poi differenti livelli di prontezza circolare nelle varie aree. Le aziende analizzate sono risultate infatti più pronte nella progettazione dei prodotti (punteggio medio di circolarità: 63) e nelle buone pratiche green trasversali (punteggio medio 56). Al contrario, ampi margini di miglioramento sono riscontrabili nei modelli di business (punteggio medio 27) e nella gestione di fine vita e rigenerazione del prodotto (punteggio medio 35).

Segmentando i risultati per settore industriale, emerge inoltre che alcuni sono più circolari di altri. Settori ad alto impatto ambientale e da tempo soggetti a normative più stringenti come l’industria chimica, il settore metallurgico, l’edilizia e il settore automotive hanno ottenuto mediamente dei punteggi di circolarità più alti di settori meno soggetti a vincoli normativi diretti e meno in contatto con le spinte green del cliente finale, come il settore dell’impiantistica e delle macchine utensili, delle lavorazioni meccaniche conto terzi o della componentistica meccanica, elettrica ed elettronica.

Le soluzioni

In che modo è quindi possibile incrementare la circolarità di un’azienda? Il primo passo è l’ecodesign, cioè progettare dall’inizio prodotti che seguano principi di mono-matericità, standardizzazione, modularità, disassemblabilità e di utilizzo di materie prime seconde, di materiali durevoli e riciclabili.

È necessario poi riconvertire i processi produttivi aumentandone l’efficienza ed eliminando scarti e sprechi di produzione, incrementare l'energia autogenerata o proveniente da fonti rinnovabili, e ripensare i modelli di business verso forme as-a-service o di utilizzo come lo sharing, il leasing e il pay-per-use.

Anche la riconfigurazione della Supply Chain è importante. Ottimizzare le fasi di approvvigionamento dei materiali e di distribuzione dei prodotti finiti non solo dal punto di vista economico ma anche ambientale, prediligendo mezzi di trasporto e packaging a basse emissioni, e impostando un metodo di selezione e valutazione dei fornitori che consideri anche criteri di tipo ambientale e sociale.

Al contempo è necessario attuare meccanismi di reverse logistics per il recupero di prodotti, componenti e materiali a fine vita e per loro riutilizzo e rigenerazione. Per un’economia davvero circolare, infine, è necessario anche sperimentare nuove forme di collaborazione con tutti gli attori della filiera. Insomma, le aree di azioni sono molte e lo strumento C-Readiness può essere un utile supporto al riguardo.

Immagine di copertina: Chevanon Photography