L’Unione Europea in collaborazione con UNEP (UN Environment Programme) e UNIDO (UN Industrial Development Organization) ha lanciato il 22 febbraio la Global Alliance on Circular Economy and Resource Efficiency (GACERE).
La nuova alleanza globale include, oltre agli Stati membri dell’UE, altri undici Paesi: Canada, Cile, Colombia, Giappone, Kenya, Nuova Zelanda, Nigeria, Norvegia, Perù, Rwanda e Sud Africa. L’iniziativa è parte del Circular Economy Action Plan adottato dalla Commissione europea e si propone di dare slancio ad azioni legate alla transizione circolare, all’efficienza delle risorse, a un consumo e uno sviluppo industriale sostenibili e inclusivi.

Transizione circolare per affrontare la crisi ecologica globale

L’iniziativa è stata annunciata in occasione della quinta UN Environment Assembly, l’assemblea delle Nazioni Unite sull’ambiente che si riunisce ogni due anni per stabilire le priorità in ambito di politiche ambientali internazionali. Durante la UNEA5, la transizione circolare è quindi stata riconosciuta come politica prioritaria per affrontare la crisi climatica ed ecologica del Pianeta.
Così ha commentato il
commissario per l’Ambiente, gli oceani e la pesca Virginijus Sinkevičius: “La transizione verso un'economia efficiente sotto il profilo delle risorse, pulita e circolare è sempre più riconosciuta come un must per affrontare la crisi ecologica globale. L'economia circolare offre opportunità per stimolare l'innovazione e rendere la transizione più equa, creando posti di lavoro green e riducendo gli impatti ambientali. Con il lancio della Global Alliance on Circular Economy and Resource Efficiency , l'UE dimostra il suo impegno a lavorare su questi temi a livello globale”.
“La circolarità e la produzione/consumo sostenibili – gli fa eco Inger Andersen, executive director UNEP - sono essenziali per realizzare ogni accordo multilaterale, dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, all'Accordo di Parigi fino al quadro globale sulla biodiversità post-2020 su cui dovremo accordarci presto. E sono essenziali per una ripresa sostenibile post-pandemia”.
“Abbiamo già in mano una soluzione promettente per salvaguardare e proteggere il capitale naturale del Pianeta dalla catastrofe climatica, dalla perdita di biodiversità, dal degrado degli oceani e del suolo e nello stesso tempo per affrontare il tema di una industrializzazione sostenibile ed inclusiva per i Paesi in via di sviluppo. - ha concluso Li Yong, Direttore generale dell'UNIDO - Si tratta di scegliere la strada verso l’economia circolare, facendo sì che sia una transizione giusta e che possa creare prosperità economica, opportunità commerciali, innovazioni e nuovi posti di lavoro green”.