"Gli impianti dedicati alla raccolta dei televisori sono vicini alla saturazione”: così scrive AssoRaee denunciando al MiTE una crisi imprevedibile. Il passaggio ai nuovi standard di digitale terrestre e gli incentivi fiscali per la rottamazione dei televisori non più idonei hanno innescato un boom di consegne da gestire per gli impianti RAEE.
Le Associazioni e il CdC RAEE, che hanno registrato un
+80% rispetto ai volumi ordinariamente gestiti, hanno chiesto in una lettera al Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani di adottare - eccezionalmente e limitatamente al periodo ritenuto necessario - una misura che consenta di innalzare i quantitativi e i tempi massimi di stoccaggio previsti per gli impianti di trattamento. “Prima di tutto bisogno specificare che le linee sotto pressione sono solo quelle dedicate ai televisori e gli altri impianti non sono minimamente toccati - sottolinea il presidente di AssoRaee Giuseppe Piardi, interpellato da Materia Rinnovabile. La criticità riguarda solo una specifica filiera”.

Un flusso inaspettato investe gli impianti di raccolta RAEE

A partire dal 23 agosto il consumatore può usufruire senza limiti Isee del bonus rottamazione. Si può arrivare ad un massimo di 100 euro rottamando apparecchi tv acquistati prima del 22 dicembre 2018 che non risultano più idonei ai nuovi standard tecnologici di trasmissione televisiva. “Normalmente in Italia vengono venduti 3/4 milioni di pezzi all’anno. Da agosto, da quando è partito il bonus, ne abbiamo già recuperati più di un milione e per giugno 2022 sono previsti altri 6/7 milioni. Affronteremo una quantità che è più del doppio di quella normale”.
La situazione è eccezionale, proprio per questo tutte le società che fanno parte di AssoRaee hanno chiesto un provvedimento urgente sui limiti di stoccaggio. “Questa deroga ci consentirebbe di organizzarci e gestire meglio questi flussi crescenti. Si eviterebbero tanti problemi”, invoca Giuseppe Piardi.
Ci sono due tipi di televisori che i centri di raccolta gestiscono: quelli a
tubo catodico e quelli a schermo piatto. Esistono ancora tanti televisori a tubo catodico che presentano alcune difficoltà nello smaltimento. Sono pesanti, si rompono facilmente, richiedono cautela nella movimentazione e necessitano di un trattamento attento per via delle polveri fluorescenti presenti al loro interno.
Ma ad
aumentare inaspettatamente sono state le consegne degli schermi piatti. “Prima che partisse il bonus mediamente avevamo da gestire, su una tonnellata di televisori, 40 pezzi di tubi catodici e 20 pezzi di schermi piatti – spiega Giorgio Arienti di Erion - Ora stiamo affrontando una composizione significativamente diversa: 30 pezzi di tubi catodici e 40 pezzi di schermi piatti, che ci stanno dando i maggiori problemi perché vengono smontanti a mano”.

Se il bonus e il Natale spingono a sbarazzarsi di televisori quasi nuovi

Per il tipo di composizione, questo mix tra televisori a tubo catodico e schermo piatto ha sorpreso tutti gli addetti ai lavori. “Non ce lo siamo ancora spiegati – continua Arienti - ma una possibile interpretazione potrebbe riguardare la scelta di tanti italiani che hanno approfittato del bonus per cambiare televisori che non erano così vecchi. Il flusso è raddoppiato in termini di quantità e di peso rispetto a prima e anche aumentando i turni, gli impianti non riescono a stare dietro alla produzione”.
Trattandosi di rifiuti se gli impianti dovessero superare le quantità autorizzate per lo stoccaggio, gli enti commetterebbero un reato. I limiti per gli impianti sono stabiliti da autorizzazioni regionali/provinciali mentre per i negozi c’è un decreto ministeriale ad hoc. “Con il
Black Friday e il Natale è possibile che assisteremo ad un’altra ondata, per questo abbiamo bisogno di una deroga sui limiti”, chiosa Arienti richiamando l’attenzione delle autorità competenti.