L’attuale siccità in Corno d’Africa è causata dal cambiamento climatico di origine antropica. È questa la principale conclusione di uno studio condotto da 19 ricercatori del gruppo World Weather Attribution, tra cui scienziati di università e agenzie meteorologiche di Kenya, Mozambico, Sudafrica, Stati Uniti d'America, Paesi Bassi, Germania e Regno Unito. Il cambiamento climatico avrebbe reso la siccità agricola nel Corno d'Africa circa 100 volte più probabile e la devastante siccità in corso non si sarebbe verificata affatto senza l'effetto delle emissioni di gas serra.

"Questo studio dimostra con forza che la siccità è molto più della semplice mancanza di pioggia e che gli impatti del cambiamento climatico dipendono fortemente da quanto siamo vulnerabili. E uno dei principali risultati del rapporto di sintesi dell'IPCC, pubblicato di recente, è che siamo molto più vulnerabili di quanto pensassimo", ha commentato Friederike Otto, docente presso il Grantham Institute, l’hub dell’Imperial College di Londra specializzato in cambiamento climatico e ambiente.

Perché il cambiamento climatico è causa della siccità in Corno d’Africa

Gli scienziati hanno scoperto che, mentre i cambiamenti climatici hanno avuto un effetto minimo sulle precipitazioni annuali totali nella regione, le temperature più elevate hanno aumentato in modo significativo l'evaporazione dal suolo e dalle piante, rendendo molto più probabile la siccità dei terreni. Senza questo effetto, negli ultimi due anni la regione non avrebbe sperimentato la siccità agricola, cioè quanto accade quando le colture e i pascoli sono colpiti da condizioni di scarsità idrica. Invece, i diffusi mancati raccolti e la morte del bestiame hanno lasciato più di 20 milioni di persone a rischio di insicurezza alimentare acuta.

"I risultati di questo studio dimostrano che le frequenti siccità pluriennali, sommate agli estremi di calore, nella principale stagione delle piogge, avranno un grave impatto sulla sicurezza alimentare e sulla salute umana nel Corno d'Africa, dato che il clima continua a riscaldarsi", ha dichiarato Joyce Kimutai, scienziata del clima e Principal meteorologist presso il Kenya Meteorological Department. "È giunto il momento di agire e impegnarsi in modo diverso. L'elemento centrale di questo processo è la trasformazione e il potenziamento della resilienza dei nostri sistemi. Dobbiamo innovare i sistemi alimentari, migliorando la collaborazione, coinvolgendo i gruppi vulnerabili, utilizzando al meglio i dati e le informazioni e incorporando le nuove tecnologie e le conoscenze tradizionali".

Il cambiamento climatico influenza i periodi di pioggia in modo opposto

Gli scienziati hanno esaminato i cambiamenti delle precipitazioni nel 2021 e 2022 nella regione colpita, che comprende l'Etiopia meridionale, la Somalia meridionale e il Kenya orientale. Le precipitazioni nella regione si concentrano normalmente in due stagioni: le piogge lunghe, tra marzo e maggio, periodo in cui si verifica la maggior parte delle precipitazioni annuali; e le piogge brevi, da ottobre a dicembre, che di solito sono meno intense e più variabili.

Hanno scoperto che il cambiamento climatico sta influenzando i periodi di pioggia in modo opposto. Le piogge lunghe stanno diventando più secche, con una probabilità di scarse precipitazioni ora circa doppia, mentre le piogge brevi stanno diventando più umide. Questa tendenza è stata recentemente mascherata dal modello meteorologico La Niña, che riduce le precipitazioni nelle piogge brevi. Attualmente non ci sono prove che La Niña sia influenzata in modo significativo dai cambiamenti climatici; quindi, le recenti scarse precipitazioni nelle piogge brevi sono state determinate più dal verificarsi naturale di una La Niña di lunga durata, piuttosto che dai cambiamenti climatici causati dall'uomo.

L’aumento delle temperature principale causa della siccità agricola

Ma gli scienziati hanno scoperto che anche l'innalzamento delle temperature, determinato dai cambiamenti climatici, è stato un fattore importante alla base della siccità agricola, in quanto ha aumentato in modo significativo l'evapotraspirazione, cioè la misura della quantità di acqua che può evaporare dal suolo e dalle piante. Eventi come l'attuale siccità sono ora molto più intensi e probabili, soprattutto a causa degli effetti del cambiamento climatico sull'evapotraspirazione; secondo una stima prudente, tali siccità sono ora circa 100 volte più probabili.

Un periodo di scarse precipitazioni e alte temperature così insolito come le condizioni recenti - cioè un evento che ha circa il 5% di possibilità di svilupparsi in ogni anno - sarebbe stato molto meno grave senza gli effetti del riscaldamento causato dall'uomo. Le condizioni attuali della regione sono classificate come "siccità eccezionale" nella scala US Drought Monitor; senza l'effetto del cambiamento climatico sulle temperature, le condizioni della regione sarebbero state normali o "anormalmente secche", il livello inferiore alla siccità, il che significa che il cambiamento climatico è stato un fattore necessario per il verificarsi dell'attuale siccità. 

Attenzione a sicurezza alimentare, povertà, conflitti

Sebbene i cambiamenti climatici abbiano reso la siccità più frequente ed estrema, la combinazione di stagioni piovose consecutive e temperature elevate, con i fattori di vulnerabilità esistenti come i conflitti, l’instabilità politica e la povertà, sono in gran parte responsabili dei suoi devastanti impatti umani. Le popolazioni che si affidano all'agricoltura e alla pastorizia alimentate dalle piogge sono tra le più colpite. Affrontare le cause profonde della vulnerabilità e aumentare gli investimenti in misure di adattamento che siano resistenti sia agli estremi secchi che a quelli umidi, che sono la norma in questa regione, è fondamentale per evitare che i futuri eventi meteorologici estremi si trasformino in disastri.

"Le popolazioni del Corno d'Africa non sono estranee alla siccità, ma la durata di questo evento ha spinto le persone oltre la loro capacità di farvi fronte. Cinque stagioni consecutive di precipitazioni inferiori alla norma, combinate con mezzi di sussistenza dipendenti dalla pioggia e moltiplicatori di vulnerabilità, hanno creato un disastro umanitario", ha dichiarato Cheikh Kane, consulente per le politiche di resilienza climatica presso il Centro per il clima della Croce Rossa

"Dobbiamo rafforzare gli elementi che funzionano, tra cui i meccanismi di protezione sociale formali e informali, i sistemi di allerta precoce e una gestione efficace della siccità, cercando al contempo di ridurre i fattori di vulnerabilità, tra cui la fragilità dello Stato e i conflitti, il degrado ambientale, i mezzi di sussistenza dipendenti dalla pioggia, la povertà e l'emarginazione".

Immagine: Envato elements