L’edilizia italiana ha bisogno di un energie sprong, che in olandese significa “salto energetico”. Ovvero, lo sviluppo di una riqualificazione industrializzata che velocizzi l’efficientamento del patrimonio immobiliare pubblico. A proporlo è stato il centro di innovazione per l’ambiente costruito Edera, con l’obbiettivo di aggregare una domanda omogenea di riqualificazione per la creazione di un’industria che abbatta costi e durata degli interventi. Tutto secondo i principi del modello di riqualificazione Energiesprong, focalizzato sull’efficientamento energetico e soluzioni tecniche ad elevata prefabbricazione.

A rispondere all’iniziativa sono stati diversi soggetti: dai Comuni di Roma e Milano all’Agenzia del Demanio, ai quali si è aggiunta una lunga lista di gestori di patrimonio ERP come MM SpA, Casa Spa, Ater Lanciano, Ater Chieti, le Cooperative di Social Housing Delta Ecopolis, Abitare, UniAbita, Confcooperative Habitat e Finint Sgr. Realtà che gestiscono nel complesso un portafoglio di oltre 90.000 alloggi in tutta Italia.
“In questi giorni ci stiamo occupando di definire standard e performance delle nuove soluzioni, schemi economici e di appalto per creare un modello altamente replicabile – spiega a Materia Rinnovabile Lorenzo Lipparini di Edera – Il nostro ruolo è di indicare le soluzioni adeguate alle necessità dei gestori coinvolti”.

Riqualificazione energetica e antisismica in Italia

Il patrimonio edilizio italiano ha delle caratteristiche specifiche che lo differenziano per esempio dal contesto nordico, nel quale il modello di Energiesprong sta avendo particolare successo. “Un tema su cui stiamo lavorando, in particolar modo in Italia, è quello sismico – aggiunge Lipparini - La normativa ci porta a procedere con interventi integrati di riqualificazione energetica e antisismica, facendo fronte a criticità relative alla qualità e all’obsolescenza degli edifici”.

Ai tavoli di lavoro, che continueranno per tutto l’arco del 2023, si capirà anche come garantire agli inquilini e agli studenti una continuità abitativa e didattica, nonostante i lavori in corso. Per questo l’obiettivo di Edera è di ridurre del 70% i tempi degli interventi.
Tra le attività previste vi è anche quella di selezione dei prossimi progetti pilota che definiranno nuovi standard su tipologie abitative e aree geografiche diverse, con un’attenzione particolare alla qualità architettonica, all’accessibilità e alla contrazione dei costi di gestione e manutenzione.

Priorità al patrimonio pubblico e al social housing

Secondo Thomas Miorin, AD di Edera, lavorare sul patrimonio pubblico e il social housing consente in prospettiva di generare grandi volumi di interventi altamente replicabili e raggiungere risultati a vantaggio di chi ha più bisogno. Edera quindi sta puntando forte sull’edilizia pubblica per due ragioni: intervenire su grossi complessi residenziali consente innanzitutto di poter scalare facilmente le soluzioni di riqualificazione, e permette, in secondo luogo, di contrastare fenomeni di povertà energetica causata dall’inefficienza degli edifici. “I gestori di edilizia residenziale pubblica hanno in mano un patrimonio notevolmente ampio e particolarmente omogeneo, a differenza dei piccoli privati che hanno proprietà più granulari – dice Lipparini - Quindi rappresentano un target indicato per studiare interventi altamente replicabili”.
Strutturare una riqualificazione industrializzata sarà probabilmente un processo lungo, ma è già da un anno che le filiere italiane lavorano alla realizzazione dei primi interventi dimostrativi del sud Europa attraverso il modello Energiesprong. Il salto energetico riuscirà a superare tutti gli ostacoli?

Immagine: Vlado Paunovic (Unsplash)