Valorizzare un prodotto e un territorio attraverso il packaging sostenibile. Questa sfida lanciata da Comieco diventa ancora più interessante se il territorio in questione è un sito Patrimonio dell’Umanità tutelato dall’Unesco, in un paese come l’Italia che ne detiene la maggiore quantità: 51 rispetto ai 48 della Cina che è al secondo posto. 

Parliamo del paesaggio vitivinicolo piemontese delle Langhe-Roero e Monferrato dichiarato Patrimonio dell’Umanità a metà del 2014.

“È stato molto importante, dopo undici anni di lavoro, ottenere il riconoscimento dell’Unesco dell’identità economica e culturale di un territorio che ha messo assieme 101 Comuni in sei aree, per un totale di 10.000 ettari nella core zone e 76.000 nella buffer zone” dice Roberto Cerrato, direttore e site manager dell’Associazione per il Patrimonio paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, ente gestore del sito Unesco. “Subito dopo abbiamo avuto segnali di come sia cambiata, a livello mondiale, la riconoscibilità del Sud Piemonte. In aggiunta si è deciso di studiare una proposta per un packaging cellulosico sostenibile – rigorosamente a base di carta e cartone riciclato – per il settore vitivinicolo della zona, coniugando così la comunicazione delle eccellenze vitivinicole con quella di un territorio di pregio e con l’economia circolare.”

“L’iniziativa è nata perché abbiamo ritenuto questa occasione molto interessante per sviluppare la comunicazione e la promozione della qualità del territorio, attraverso l’attività di un settore a sua volta d’eccellenza come quello vitivinicolo – afferma Carlo Montalbetti, direttore generale di Comieco, Consorzio nazionale recupero e riciclo degli imballaggi a base cellulosica. “Naturalmente si parte dal presupposto che il settore del cartone nel comparto specifico è piuttosto rilevante.” 

In effetti l’intero comparto enologico nazionale prevede l’utilizzo di circa 500.000 tonnellate l’anno di cartone per le scatole. Ed ecco, quindi, che anche l’imballaggio, non solo il vino, può diventare un ambasciatore del nostro paese. Buona parte del vino italiano, infatti, viene esportato. Nel primo semestre del 2015 il valore del vino che ha varcato i confini è stato di 2,5 miliardi di euro. E la stessa strada la percorre il Barolo la cui produzione per l’80% va all’estero. 

“Anche l’ecosostenibilità viaggia con il vino” prosegue Montalbetti. “Le scatole per i vini sono fatte per il 90% di carta e cartone provenienti dalla raccolta, in particolare da quella differenziata. Nell’arco degli ultimi dieci anni le loro grammature sono diminuite in maniera considerevole rispettando contestualmente tutti i requisiti di resistenza e sicurezza. Diminuzione che in questi anni ci ha fatto risparmiare 1,2 milioni di tonnellate di materia prima/seconda.”

 

Per Comieco occuparsi di packaging all’origine non costituisce un’inversione di rotta. “È un’innovazione, non un cambio di direzione; da tempo il consorzio è molto attivo sui fronti della comunicazione e della sensibilizzazione che consideriamo strategiche” conclude Montalbetti. “E innestare un’azione di questo tipo, ecosostenibile, in un sito Unesco con queste caratteristiche ci è sembrata un’iniziativa molto valida. Non si è trattato solo di un’esperienza tecnica, perché quando si parla di imprese, territori, economie – classiche e circolari in questo caso – eccellenze, paesaggi, cittadini ed ecosostenibilità, l’approccio deve essere a 360 gradi, senza preconcetti e presunzioni, o modelli precostituiti di sorta. Esattamente come ha fatto la cooperativa E.r.i.c.a., impegnata da venti anni nella gestione dei rifiuti, la sostenibilità ambientale, la prevenzione dei rischi, il ciclo delle acque, energia, agricoltura biologica e comunicazione ecosostenibile. Capofila del progetto, E.r.i.c.a. oltre a condurre l’indagine nei confronti dei produttori vitivinicoli, si è anche occupata della sua comunicazione. Partendo prima di tutto dallo studio delle sei componenti del sito, descritto nel dossier dell’Unesco con un volume di oltre mille pagine”.

“Abbiamo accompagnato il territorio durante tutto il percorso della candidatura” dice Elena Berattino, ricercatrice al Siti (Istituto superiore sui sistemi territoriali per l’innovazione), creato dal Politecnico di Torino e dalla Compagnia San Paolo. “In questo processo abbiamo conosciuto tutti i soggetti presenti sul territorio. Durante un incontro internazionale è emerso quanto la Commissione europea ponga attenzione all’economia circolare e così è nata l’idea d’unire sostenibilità e packaging per ridurre i rifiuti e incrementare la comunicazione con Comieco ed E.r.i.c.a.”

Delle sei zone tutelate quattro sono caratterizzate dall’intreccio tra vitigno, territorio e tecniche di vinificazione. Sono “la Langa del Barolo”, “le Colline del Barbaresco”, “Nizza Monferrato e il Barbera”, “Canelli e l’Asti spumante”, realtà riconosciute a livello internazionale. Le altre due, invece, rappresentano luoghi del vino e sono: “il Monferrato degli Infernot” – tipici locali sotterranei scavati a mano nella roccia arenaria, caratterizzati dall’assenza di luce e areazione diretta nei quali si conserva il vino imbottigliato – e “il Castello di Grinzane Cavour”, un pezzo di storia della viticoltura piemontese.

 

 

“La prima riflessione fatta con Comieco sul progetto è stata sulla possibilità di valorizzare un territorio raccontandolo attraverso un suo elemento di sostenibilità” dice Enrico Di Nola, project manager della cooperativa E.r.i.c.a. “E per fare ciò è stato fondamentale coinvolgere gli attori attivi sul territorio e avviare uno studio sulle esperienze analoghe, o assimilabili, presenti nel mondo. Partendo dalle etichette, passando per l’incartamento e arrivando alle scatole per il trasporto e la vendita, il panorama dei produttori di vino che utilizzano la carta come imballaggio secondario – nella stragrande maggioranza dei casi il vetro è quello primario – è assai vario. Si va dall’etichetta di Churchill’s, in Portogallo, disegnata da Interbrand che riporta immagini aeree in bianco e nero delle colline della valle del Douro – la zona è anch’essa un sito Unesco vitivinicolo – e che diventano un simbolo grafico di grande impatto. Alle scatole per spedizione e vendita in cartone riciclato della statunitense Greenyard Winery, disegnate da Luis Espinoza che grazie alla forma esagonale possono essere assemblate e usate sia per l’esposizione, sia per la spedizione. Fino alla confezione della bottiglia di Waddesdon Wine The Rothschild Collection, Gran Bretagna, su cui è stampata una mappa del castello storico e dei terreni limitrofi dove si produce il vino, disegnato da Paul Belford. 

Successivamente ci si è attivati per accertare quali fossero le reali esigenze delle aziende vitivinicole in fatto di packaging; con un questionario online, le cui domande riguardavano i due vini di punta di ogni cantina (in totale 98), si è definita una base conoscitiva sugli imballaggi, da cui è emerso che l’imballaggio primario è costituito al 99% dal vetro, mentre quello secondario è la scatola da sei bottiglie sulla quale si trova di solito il marchio della cantina e qualche altra indicazione. Abbiamo anche chiesto a un centinaio di produttori se fossero interessati o meno alla sostenibilità dell’imballaggio e al fatto che ci fosse una comunicazione sulla provenienza dei vini dal sito Unesco” conclude Enrico Di Nola. “E i riscontri sono stati molto positivi, anche perché dall’indagine fatta viene fuori che oltre alle informazioni ‘tipiche’, come quelle del nome del luogo di produzione del sito web del produttore e del QR code, su etichette e scatole generalmente non c’è molto altro. E solo in rari casi si trovano mappe, riferimenti grafici e fotografie che descrivono i luoghi e il territorio. Per la comunicazione la zona vitivinicola piemontese delle Langhe-Roero e Monferrato è un territorio ancora tutto da scoprire.

L’analisi quindi ha preso due strade, diverse e parallele. La prima riguarda le esigenze di ottimizzazione e sostenibilità dell’imballaggio cellulosico per le quali Comieco ha messo a disposizione alcuni strumenti in suo possesso: la ‘checklist per la progettazione ambientale e sociale degli imballaggi in carta e cartone’ svolta dall’Università Iuav di Venezia e le ‘Linee guida per le buone spedizioni contro lo spreco alimentare: dall’imballo al sistema di trasporto’ sviluppata da Slow Food in collaborazione con Dhl Express.

La seconda riguarda l’utilizzazione delle superfici del packaging quale strumento di comunicazione per la valorizzazione dell’identità e della sostenibilità del territorio e per la comunicazione del prodotto. A tal proposito lo studio ha anche avanzato una serie di proposte su quello che il packaging può offrire in termini di comunicazione.”

“Questa iniziativa è un ulteriore passo in avanti che ci ha fatto scoprire la possibilità di essere riconoscibili attraverso il packaging – conclude Cerrato – come del resto fanno altri territori nel mondo con vini meno pregiati dei nostri, ma più identificabili grazie al packaging. Tutto il lavoro svolto ha come obiettivo, oltre alla sostenibilità e alla comunicazione, quello che non ci siano costi aggiuntivi per le aziende vitivinicole ma benefici per tutto il territorio”. 

“Abbiamo partecipato all’iniziativa mettendo a disposizione la nostra base associativa – afferma Andrea Ferrero, direttore del consorzio tutela Barolo e Barbaresco, che ha 500 associati che producono circa 6o milioni di bottiglie l’anno, con un fatturato di oltre 250 milioni di euro – E il fatto che si tratti di packaging sostenibile è un plus importante poiché molte aziende si stanno avvicinando alla filosofia della sostenibilità. Questo al di là della questione dell’Unesco, anche se è importante”.

Secondo il consorzio potrebbe essere oltre il 70% delle aziende rappresentate ad aderire all’iniziativa anche perché ciò di cui si sente la mancanza nella zona Unesco è la presenza di una comunicazione più vasta e centralizzata, magari a livello nazionale. In questo senso il packaging sostenibile potrebbe essere una leva interessante per questi vini che sempre più spesso sono prodotti in cantine che fanno efficienza energetica e usano fonti rinnovabili. Ora la parola passa a loro, alle aziende produttrici dei vini.

Per verificare se dalla carta progettuale si può passare al cartone dei vini, tutti gli attori coinvolti ritengono sia necessaria una fase di disseminazione: l’idea è quella di lanciare l’iniziativa al Festival nazionale dell’ecologia e dell’economia circolare in programma ad Alba dal 20 al 22 maggio 2016.

 

 

Slow Food, “Linee guida per le buone spedizioni contro lo spreco alimentare: dall’imballo al sistema di trasporto”, tinyurl.com/hhzh29t

Festival nazionale dell’ecologia e dell’economia circolare, Alba 20-22 maggio 2016; festivalecologia.wordpress.com

 

Info

www.comieco.org