Molti parlano del prolungamento della vita dei prodotti come pilastro dell’economia circolare, ma pochi passano poi dalle parole ai fatti. Le cose stanno diversamente per Patagonia, la famosa marca di moda outdoor di Ventura, in California. Patagonia ha infatti investito massicciamente nella riparazione e nell’upgrading dei propri prodotti grazie al progetto Worn Wear Project, che spazia dalla realizzazione di guide sulla cura e riparazione dei prodotti, al cosiddetto trade-in for repair. Ossia compra, usa, restituisci e ottieni un credito per comprare poi un altro indumento usato. Questa la filosofia di Patagonia alla base di Worn Wear. 

Il progetto utilizza il fondo di investimento $20 Million&Change per sostenere nuovi modelli commerciali che si propongono di estendere la durata degli oggetti che possediamo. Per esempio attraverso la società di recommerce Yerdle di cui è partner, Patagonia aiuta le persone a sbarazzarsi delle cose che non usano più, offrendo loro qualcosa di utile in cambio. Oppure vende propri capi usati nel negozio di Portland attraverso un innovativo programma di permuta. Patagonia ha anche organizzato l’iniziativa 50-Stops, un tour in 50 tappe in cinque paesi europei con l’obiettivo di incoraggiare le persone a far durare i vestiti una vita intera, indipendentemente dalla marca. Durante ciascuna tappa del tour il team di Patagonia offre riparazione gratis di cerniere, strappi, parti usurate, bottoni e danni vari, anche insegnando come riparare il proprio abbigliamento da sci. 

Ma visto che nulla dura in eterno, Patagonia mette a disposizione sistemi semplici per riciclare i propri prodotti (che sono produzione propria al 100%), quando i pantaloni o le felpe arrivano al termine della propria esistenza utile e non possono più essere riparati. 

Per comprendere meglio come funziona l’iniziativa Worn Wear ne abbiamo parlato con Mihela Hladin Wolfe, direttrice del programma di iniziative socioambientali di Patagonia.

 

 

Qual è la ragione che ha spinto Patagonia a lanciare l’iniziativa e il tour Worn Wear?

“Nell’insieme le azioni che costituiscono Worn Wear – ossia investire in prodotti di qualità, ripararli e riutilizzarli – danno vita a un programma ambientale che aiuta a ridurre l’impronta ecologica dei prodotti di Patagonia e al tempo stesso incoraggia i consumatori a cambiare la propria relazione con gli oggetti. Questo è importante, perché non c’è niente che possiamo cambiare nella produzione dei capi di abbigliamento che possa avere un impatto positivo quanto semplicemente il produrne di meno. Una ricerca del Waste and Resources Action Programme (WRAP) mostra, infatti, che un utilizzo extra di un capo di soli 9 mesi permette di risparmiare dal 20 al 30% di carbonio, acqua e rifiuti. Detto in parole povere, Worn Wear aiuta le persone a sfruttare di più i prodotti di Patagonia facendoli durare più a lungo grazie alle riparazioni, oppure passandoli a un nuovo proprietario.” 

 

 

Voi sostenete che Repair sia un’azione radicale. In che modo ciò rende Patagonia differente dalle altre marche di abbigliamento outdoor?

“Viviamo in una cultura in cui possiamo facilmente sostituire la maggior parte delle cose che compriamo. Abitualmente aggiustiamo le cose più costose – come le auto o le lavatrici – ma spesso è più facile e conveniente comprare nuovi oggetti. Ci sono anche altri motivi che ci spingono a non riparare le cose, tra cui l’avvertimento che se ripariamo da soli un prodotto la sua garanzia non sarà più valida, oppure la mancanza di informazioni e di parti necessarie a riparare le cose autonomamente. Noi di Patagonia invitiamo e aiutiamo le persone a essere responsabili dei propri acquisti, attraverso l’appropriata pulizia, la riparazione, il riutilizzo e la condivisione.”

 

Come riuscite a rendere redditizia la riparazione di vecchi vestiti danneggiati?

“Organizziamo in tutto il mondo i tour Worn Wear nei quali ripariamo non solo i capi di Patagonia, ma anche di altre marche. Lo facciamo per incoraggiare le persone a utilizzare i propri abiti più a lungo e ripararli quando necessario, invece di buttarli via. 

Negli Stati Uniti abbiamo fatto un passo in più e abbiamo un negozio online che vende i vestiti usati di Patagonia. Accettiamo capi perfettamente funzionanti e in buone condizioni. I clienti possono portare i loro abiti usati in uno dei nostri negozi, e noi diamo loro un credito merce – Worn Wear Merchandise Credit – di un importo pari al 50% della cifra alla quale noi li venderemo. Puliamo tutti i capi prima di rivenderli, di solito con una tecnologia con CO2 che non utilizza acqua. Accettiamo la maggior parte dei capi di Patagonia, per uomo, donna, bambino e neonato, sia sportivi sia tecnici. E anche zaini e altre borse da viaggio.” 

 

 

In che modo coinvolgete i clienti nella restituzione degli abiti vecchi?

“Li abbiamo coinvolti nelle nostre iniziative di restituzione fin dall’inizio. Tutti i nostri articoli sono coperti dalla garanzia Ironclad Guarantee: ovvero se il cliente non è soddisfatto di uno dei nostri prodotti quando lo riceve – o se non è soddisfatto dalla sua performance – può riportarlo al negozio dove lo ha comprato o mandarlo a Patagonia, per farlo riparare, sostituire o per farsi rimborsare. Ripariamo a prezzi ragionevoli anche i danni causati dall’usura o in maniera accidentale. Quindi per noi non si tratta di una novità. Il passo successivo l’abbiamo fatto quando abbiamo intrapreso la Common Threads Initiative, per incoraggiare i clienti a restituire i vestiti ai nostri negozi affinché potessero essere riparati e riciclati; questa iniziativa si è evoluta in Worn Wear, dove continuiamo a chiedere ai clienti di non comprare quello di cui non hanno bisogno e di riparare quello che hanno, offrendo loro gli strumenti necessari online e offline. I prodotti Worn Wear sono articoli di Patagonia che provengono soprattutto da armadi e garage. Alcuni sono già usati, mentre altri erano fermi a impolverarsi nel nostro centro di distribuzione. Sono tutti in buone condizioni, anche se possono avere qualche piccolo difetto estetico.” 

 

 

Perché insegnate ai clienti ad aggiustarsi i vestiti da soli?

“Noi, naturalmente, vogliamo che i clienti possano sfruttare al massimo la propria attrezzatura. Se ci pensate, riparare è un’abilità che non abbiamo più, quindi dobbiamo re-impararla. Offriamo guide in lingue diverse per insegnare alle persone a riparare le proprie cose a livello locale, così non occorre che tutto sia spedito nei nostri centri per essere aggiustato.” 

 

Come pensate di incrementare questo programma?

“Abbiamo appena lanciato il sito WornWear.com e stiamo studiando i prossimi passi da compiere a livello internazionale.” 

 

Worn Wear Project, wornwear.patagonia.com