Per la neutralità climatica ci vogliono città circolari. Il 15 settembre la Commissione europea ha annunciato le 12 città e regioni pilota che saranno protagoniste della Circular Cities and Regions initiative (CCRI). L’iniziativa, promossa da Bruxelles come acceleratore del Piano d'azione per l'economia circolare, si pone l’obbiettivo di sperimentare diverse pratiche circolari in quelle che dovranno essere le città europee del futuro. Dai comuni zero waste a veri e propri circular shop dove andare a riparare i propri oggetti.

100 candidature per 12 progetti in tutta Europa

Sono oltre 100 le candidature arrivate dagli enti locali e regionali interessati e dopo un'attenta valutazione, una giuria della Commissione europea ha selezionato i contesti urbani più pronti, per capacità dimostrate e potenziale, nel fare da apripista alla transizione circolare. Supportati da ulteriori 25 partner, i 12 progetti pilota sono sparsi per tutta Europa. Dai grandi centri urbani di Göteborg (Svezia) e Monaco di Baviera, a piccole municipalità come la norvegese Asker e la toscana Capannori. Tra le selezionate ci sono anche Uppsala (Svezia), la regione della Castilla y Leon (Spagna) e delle Fiandre (Belgio), Guimarães (Portogallo), le regioni finlandesi Helsinki-Uusimaa e Tampere e quella tra Podravje e Maribor (Slovenia), infine la cittadina della Francia settentrionale Roubaix.
“Nella
Circular Cities and Regions initiative sono coinvolte pubbliche amministrazioni, settore privato e cittadini – ha detto Andrea Accorigi, project manager dell’iniziativa - È previsto supporto finanziario e tecnico, ma bisogna ricordare che questo programma è finalizzato soprattutto alla ricerca. Conoscere e sperimentare nuovi approcci circolari è la nostra priorità e aiuterà a sviluppare e diffondere buone pratiche”.

Dalla Norvegia alla Macedonia: esempi di città circolari

Asker è un comune di circa 100mila abitanti alla periferia di Oslo. Nel 2021 ha adottato un piano climatico concentrandosi soprattutto sulle emissioni dirette ed indirette da consumi. “Gestione rifiuti, consumo responsabile, digitalizzazione e smart technology sono alcuni dei punti chiave del nostro piano – ha commentato Martin Hafsahl consigliere del comune – puntiamo anche a ripensare il settore edilizio, mappando, registrando e standardizzando tutti i materiali utilizzati in modo che si possa valutare se sia meglio rinnovare o demolire un edificio”. Tra non molto aprirà il primo circular shop dove ci saranno negozi di riparazione, rigenerazione, e workshop per sensibilizzare la cittadinanza su queste buone pratiche. “I nuovi progetti edili a zero emissioni puntano sulla riduzione dei consumi attraverso ottimi materiali isolanti, energia pulita da pannelli fotovoltaici o dalla geotermia, e una attenzione particolare sulla riduzione di plastica”, ha aggiunto Hafsahl.
A
Salonicco e nella regione della Macedonia centrale la gestione dei rifiuti solidi è sempre stato un problema per la mancanza di infrastrutture. “L’agrifood, il turismo e il tessile sono settori fondamentali per la nostra economia e sono caratterizzati dalla produzione di grandi quantità di rifiuti – dice Chrysanthi Kiskini a capo del progetto che partirà nella regione della Macedonia Centrale – Il nostro obiettivo è aumentare i tassi di raccolta separando i rifiuti dalla fonte, a partire dall’ambito familiare”. Nel progetto è prevista l’installazione di 35 mila bidoni per la raccolta dell’umido nell’area metropolitana di Salonicco, una città in cui non esiste ancora una vera raccolta differenziata.

Il caso Capannori, la città a zero rifiuti

Quando si parla di economia circolare il sistema Italia a livello europeo viene considerato un’eccellenza. Tra le città circolari selezionate si legge anche il nome di Capannori, piccolo comune toscano alle porte di Lucca. Una realtà che ha alle spalle una storia di sostenibilità lunga 15 anni e che nel mese di luglio è stata certificato come prima città Zero Rifiuti d’Italia.
“È un onore per tutta la comunità capannorese essere stati inseriti tra le 12 città europee pilota in materia di economia circolare – ha dichiarato
Rossano Ercolini, direttore del Centro Ricerca Rifiuti Zero del Comune di Capannori e presidente di Zero Waste Europe - Se la Regione Toscana avesse realizzato l’inceneritore come voleva nel 1996 non sarebbe avvenuto questo ‘miracolo’ che conferma quanto il parere e la volontà delle comunità e delle istituzioni, specialmente quando lavorano insieme, siano determinanti”.
I risultati della cittadina toscana sono davvero straordinari. Nel 2021 è stato infatti toccato l’
81,86% del tasso di raccolta differenziata, molto oltre la media europea che si attesta intorno al 48%. E i rifiuti residui pro capite hanno raggiunto in totale i 59 kg, circa il 60% in meno della media italiana. Numeri che sono valsi il certificato come prima città Zero Rifiuti d’Italia, nonché terza d’Europa, dopo le municipalità slovene di Bled e Gorje.

Immagine: Göteborg (Shutterstock)