È stato presentato agli inizi di maggio a Londra il nuovo Circular Startup Index, ideato dalla Ellen MacArthur Foundation per aiutare le imprese a scoprire le startup dell'economia circolare e facilitare l'innovazione nel settore.
L’innovazione radicale è cruciale per ripensare il funzionamento della nostra economia e migliaia di startup circolari sono già all’opera in tale direzione.

Una piattaforma con 500 startup

Divise in vari settori, industrie e aree geografiche, sono già 500 le startup che popolano la piattaforma e a cui viene offerta una visibilità senza precedenti per mostrare le attuali opportunità di business circolare nel mondo.
Tra le startup presenti nell’Index figurano aziende vincitrici dell’Earthshot Prize,  come la londinese Notpla, pioniera nell’uso di materiali naturali estratti dalle piante per il mondo del packaging, Sojo, che offre una soluzione integrata e scalabile per la riparazione degli abiti, e Winnow, tecnologia pensata per aiutare il settore della ristorazione a ridurre gli sprechi di cibo.
Dalla moda all’edilizia fino alla bioeconomia, tra le aziende pioniere compaiono anche la tedesca Traceless Materials ,che produce plastiche biobased e compostabili in casa, Aeropowder, che ha ideato un materiale termoisolante per gli imballaggi e per l’edilizia prodotto da scarti dell’industria avicola, fino all’italiana Sfridoo, piattaforma di matching che punta alla valorizzazione dei sottoprodotti.

Ognuna di queste startup è stata selezionata per aver incorporato nella propria proposta commerciale uno o più principi dell'economia circolare come, ad esempio, l’eliminazione di rifiuti e inquinamento, il mantenimento di prodotti e materiali in circolo e la rigenerazione della natura. Con la creazione dell’Index, l’EMF evidenzia il ruolo fondamentale dell’innovazione e delle startup nella transizione circolare. L’obiettivo dell’Index è aiutare le aziende a raccogliere fondi e a scalare la propria proposta commerciale, combinando innovazione e capitali.
Al tempo stesso la Fondazione creata da Dame Ellen MacArthur spera di accrescere il numero di startup circolari presenti nell'Indice e di aumentare la collaborazione tra le imprese.

Ella Hedley: ecco il nostro indice per accelerare l’innovazione circolare

Per capire meglio i dettagli dell’iniziativa e di come si è arrivati alla creazione del Circular Startup Index, Materia Rinnovabile ha intervistato Ella Hedley, project manager – startups della Ellen MacArthur Foundation. 

In quali settori si concentra la maggior parte delle startup?
“Sebbene l'Indice presenti startup provenienti da un'ampia gamma di settori, c'è una concentrazione di soluzioni nelle aree prioritarie della Fondazione: moda, plastica e cibo. Ma vediamo sempre più soluzioni che arrivano sul mercato, quindi la nostra ambizione è quella di aumentare la visibilità dell'ampiezza delle startup circolari attraverso i settori, le industrie e le aree geografiche”.

In quale ciclo o modello di business lavora la maggior parte delle aziende?
“Certamente stiamo notando un pattern nel numero di startup che si occupano di riutilizzo degli imballaggi e di aziende di moda che rivendono e noleggiano capi di abbigliamento. Ma l'aspetto sorprendente della costruzione del Circular Startup Index è stato scoprire quanta varietà ci sia già in giro e quante startup stanno andando oltre il riciclo per abbracciare modelli che separano la crescita dall'estrazione delle risorse. Un altro elemento che stiamo iniziando a notare è l'emergere di startup che si propongono di creare l'infrastruttura per supportare i modelli di business circolari: ad esempio, l’infrastruttura di lavaggio e pulizia per supportare il riutilizzo degli imballaggi e la logistica inversa oppure le soluzioni software per consentire il noleggio dei prodotti. Ciò è davvero promettente: gli imprenditori individuano lacune e sfide e riconoscono un'opportunità commerciale nell'essere parte di una soluzione più grande e sistemica”.

Dar vita ad un Indice che raccoglie, cataloga e mappa così tante aziende è stato un lavoro imponente, ma qual è stata la sfida più grande nella sua creazione?
“La sfida più grande è stata quella di tenere il passo con il numero di domande che abbiamo ricevuto! Ma siamo felici di questa sfida: dimostra che l'innovazione circolare non manca. Ora vogliamo fare in modo che queste innovazioni siano facilmente reperibili, aiutando a rimuovere le barriere che impediscono alle imprese, agli investitori e agli acceleratori di collaborare e finanziare le soluzioni che accelereranno la transizione verso un'economia circolare”.

C’è stato un elemento che vi ha sorpreso nel processo o nel risultato?
L'elemento più sorprendente è stato scoprire quante importanti organizzazioni stessero già utilizzando il Circular Startup Index quando era ancora in fase beta. Abbiamo appreso da importanti nomi dell'industria come abbiano utilizzato l'Indice per intessere collaborazioni e per definire le proprie strategie di investimento. Ora che disponiamo di uno strumento più completo e lo stiamo condividendo con un pubblico più ampio, siamo ansiosi di ascoltare altre storie di successo”.

Guardando al settore delle startup e all’innovazione più in generale, dove vede il maggior potenziale?
Esiste un enorme potenziale per le grandi imprese che possono collaborare con le startup circolari per aiutare a sbloccare insieme le sfide nel loro percorso verso una transizione all'economia circolare e nel raggiungimento dei propri obiettivi in materia di clima, biodiversità e inquinamento. Per quanto riguarda le startup stesse, man mano che il discorso acquista slancio, vediamo un grande potenziale nelle soluzioni che possono dimostrare la rigenerazione dei sistemi naturali. In particolare, tengo d'occhio i biomateriali rigenerativi scalabili e i prodotti alimentari riprogettati per l'economia circolare, considerato anche il fatto che il Food Team della Fondazione sta per lanciare The Big Food Redesign Challenge nato sulla base del nostro report The big food redesign. 

Immagine: Envato Elements