Octopus Energy è entrato solo recentemente nel mercato italiano come provider del settore energetico. Ma ha saputo conquistarsi subito una certa visibilità passando da 3.000 utenti nel gennaio 2023 a 130.000 a fine febbraio 2024. E ora inizia a guardare alla generazione di energia, all’installazione delle pompe di calore domestiche e all’accumulo, con una joint venture con la holding Nexta Capital Partners. I piani per l’Italia sono di investire almeno 1 miliardo di euro entro il 2030, non certo briciole per una new entry nel panorama italiano, numeri che danno la misura della forza economica del fondo inglese Octopus Group.

“Il nostro obiettivo è rendere l’energia rinnovabile accessibile a tutti”, esordisce il CEO di Octopus Energy Italia, Giorgio Tomassetti, mentre addenta un burger vegan, lontani dal brusio di Key Energy 2024. “Siamo entrati in un mercato, quello italiano, densamente popolato, se vogliamo emergere come player non basta proporre la nostra migliore tariffa e la nostra migliore assistenza ai clienti, ma dobbiamo anche creare un elemento simbolico e culturale.”

Certo non parla solo del logo del marchio, il simpatico octopode rosa che in tutto il mondo fa da sfondo alle iniziative di marketing. Per Octopus la strategia commerciale è quella di raccontare ai clienti in modo semplice il mercato dell’energia, con bollette no-frills, chiare da leggere e semplici, che non siano solo un documento amministrativo ma un modo per migliorare i consumi e far risparmiare gli utenti, con consigli semplici e soluzioni immediate.

“In Italia abbiamo creato i Solar Club, il nostro modello di comunità energetiche, con cui diamo incentivi agli utenti quando consumano nei momenti di maggiore produzione rinnovabile dagli impianti.” La prima comunità energetica rinnovabile (CER) è stata lanciata ad Ascoli Piceno, ma nella pipeline ci sono 5 milioni di euro di investimenti pronti.

Essendo un provider tecnologico (il ramo del gruppo si chiama Kraken) Octopus punta molto sulla parte software. “Nel 2024 in Italia introdurremo una serie di tecnologie che andranno ad automatizzare in molti casi la gestione del comfort abitativo da remoto, in particolare con le pompe di calore o la gestione dell’auto elettrica. Nel Regno Unito Octopus ha fatto man bassa di utenti grazie proprio alle sue interfacce semplici e agli applicativi intuitivi, quasi una sorta di iPhone dell’energia domestica. Ma in Italia con la classica lentezza del regolatore non è sempre automatico creare reti smart domestiche.

“Arera e Terna permettono generalmente agli operatori di fare esperimenti in sandbox ma noi vorremmo una regolazione che offrisse più libertà in campo energetico per favorire in primis l'utente finale. Se prendiamo ad esempio le smart grid in cui l’auto è un elemento fondamentale della gestione dell’energia, caricandosi quando serve e fungendo da batteria in caso di richiesta, in Italia non si fa molto per capire come gestire la domanda aggregata. Eppure, noi siamo pronti a investire parecchio.”

Lo scenario è in parte migliorato con il TIDE, il nuovo Testo integrato per il dispacciamento elettrico che, a partire dal 2025, permetterà la piena partecipazione al sistema elettrico delle rinnovabili, della generazione diffusa, dell’accumulo, degli aggregatori e dei consumatori. “Per testare le nostre soluzioni su scala non possiamo aspettare il 2025, dobbiamo accelerare se vogliamo raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione. Chiediamo al regolatore maggiore capacità d'ascolto prendendo l’ispirazione da altri paesi.”

Nei vari incontri di Key, molti operatori si sono domandati, in Italia, cosa arriverà, dopo aver dismesso il Bonus 110. “A noi basterebbe molto meno, ma a patto che sia fisso e durevole, cercando di trovare un sistema diverso dalla detrazione decennale. Serve un credito immediato che consenta all'utente oggi di potersi permettere l'elettrificazione, senza troppe complicazioni.”

Uno dei principali interventi che Octopus Energy Italia vorrebbe vedere finanziato subito è l’installazione delle pompe di calore, che ancora sono viste con sospetto. “Qua il mercato non è ancora partito, i dati di early adopter sono irrisori, non ci sono campagne per fare promozione. Ma siamo certi che sia un mercato destinato ad ampliarsi grandemente, visto che con la crescente riduzione del costo degli impianti si potranno avere importanti risparmi in casa e maggiore indipendenza energetica.”

Intanto la compagnia continua a investire anche in customer care e trasparenza nella comunicazione, in primis l’opposizione a robocall e telemarketing. “In qualità di cittadino, prima ancora che di CEO di Octopus Energy in Italia, sono stanco di ricevere chiamate di call center ogni giorno. Questo comportamento insistente, oltre che illegale, deve cessare. Come Octopus Energy siamo determinati a intraprendere ogni strada possibile per mettere fine a questa prassi. Siamo nel pieno della transizione energetica e ci aspettiamo che i principali attori del mercato lavorino per rendere l’energia più fruibile e conveniente per tutti, mettendo da parte la volontà di mantenere a tutti i costi il proprio status quo. Le pratiche commerciali scorrette e le violazioni della privacy colpiscono direttamente le persone che cerchiamo di aiutare ogni giorno, e questo non è più accettabile.”

 

Immagine di copertina: Envato

 

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