Meno sprechi e più energia da fonti pulite entro il 2030. Questa la ricetta adottata oggi 14 settembre 2022 dal Parlamento Europeo nell’ambito della revisione della Direttiva sulle energie rinnovabili. Con 418 voti favorevoli, i deputati hanno scelto la via dell’efficienza e dell’incremento della produzione di energia verde, che entro la fine del decennio dovrà raggiungere il 45% del consumo finale dell’Ue. La legge definisce anche misure specifiche per il settore dei trasporti, il teleriscaldamento e il raffreddamento degli edifici.

Il contesto

La produzione e l'uso di energia rappresentano il 75% delle emissioni dell’Europa. Proprio per questa ragione, quando nel luglio 2021 adottava la strategia “Fit for 55, la Commissione Europea aveva già previsto il duplice intervento su due normative distinte, ma per loro natura collegate: la Direttiva sulle energie rinnovabili e la Direttiva sull’efficienza energetica. Facce della stessa medaglia, la revisione dei due testi si era resa necessaria proprio per adeguare la legislazione comunitaria in materia di clima ed energia al nuovo obiettivo di riduzione minima del 55% di emissioni di gas serra entro il 2030.
Negli ultimi mesi l’annunciato passaggio ad un sistema energetico verde è stato inoltre accelerato dal conflitto ucraino e dall’attuale crisi di approvvigionamento. “Come gruppo dei Verdi/ALE al Parlamento europeo, siamo soddisfatti di essere riusciti a migliorare sensibilmente l’ambizione e la portata trasformativa di molte disposizioni proposte dalla Commissione europea, nonostante la dura opposizione delle destre che, noncuranti dell’attuale crisi energetica e sociale senza precedenti, continuano a difendere gli interessi delle lobby del fossile, anche di quelle russe”, ha dichiarato al termine della votazione l’eurodeputata Eleonora Evi, co-portavoce nazionale di Europa Verde e candidata AVS.

Più energie rinnovabili, meno emissioni, più cooperazione transfrontaliera

Il Parlamento europeo, attraverso la decisione di mercoledì 14 settembre, ha approvato la revisione delle Direttiva sulle energie rinnovabili. Con 418 deputati favorevoli, 109 contrari e 111 astenuti l’Assemblea ha scelto di aumentare al 45% (dal 32% attualmente previsto) la quota di fonti alternative nel consumo finale di energia dell’Ue entro il 2030.
L’obiettivo, sostenuto anche dalla Commissione nell’ambito del pacchetto “
RepowerEU”, definisce anche gli obiettivi specifici per il settore dei trasporti e il teleriscaldamento e raffreddamento degli edifici. In particolare, nel settore dei trasporti, l’impiego delle rinnovabili dovrebbe portare ad una riduzione del 16% delle emissioni di gas serra. L’obiettivo sarà raggiunto grazie all’utilizzo di quote più elevate di idrogeno e biocarburanti avanzati. Questo significa che le attuali norme sui biocombustibili restano in vigore. Oxfam e Transport & Environment, che nei giorni scorsi avevano chiesto di porre fine all’uso di colture alimentari per la produzione di energia, hanno etichettato il voto come un'occasione persa per allentare la pressione sulla crisi alimentare globale.
Infine, la nuova Direttiva prevede un ulteriore rafforzamento dei progetti di cooperazione tra gli Stati membri. Ogni Paese UE dovrà sviluppare due progetti transfrontalieri per l'espansione dell'elettricità verde. Numero che sale a tre, entro il 2030, nel caso vi sia un consumo annuo di elettricità superiore a 100 TWh.

Efficienza e risparmio energetico

In una votazione separata, i deputati hanno inoltre sostenuto gli emendamenti alla Direttiva sull'efficienza energetica, legge che fissa gli obiettivi di risparmio energetico nel consumo di energia primaria e finale nell'UE, cioè tra domanda totale e consumi effettivi. I Paesi Ue dovranno garantire collettivamente, entro il 2030, una riduzione del consumo di energia finale di almeno il 40% e di almeno il 42,5% del consumo di energia primaria, rispetto ai dati del 2007. Ciò corrisponde rispettivamente a 740 e 960 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio risparmiati. Gli obiettivi saranno raggiunti attraverso misure a livello locale, regionale, nazionale ed europeo e in diversi settori come ad esempio la pubblica amministrazione, gli edifici, le imprese, e i data center.

Immagine: Chris Barbalis (Unsplash)