Che il sistema Loop fosse una grande idea lo si era capito da subito. Ora comincia a capirlo anche la grande distribuzione.
La
piattaforma per il packaging riusabile inventata da Tom Szaky, Ceo della società americana TerraCycle, procede infatti spedita alla conquista di catene di supermercati e grandi retailer in tutto il mondo, dagli Stati Uniti all’Europa, dall’Asia all’Australia. Al motto di “sbarazziamoci dell’idea di rifiuto”, è sbarcata nei punti vendita Tesco nel Regno Unito, nei supermercati Carrefour in Francia e negli shopping mall Aeon in Giappone. E ora punta alle catene di fastfood.

Chiudere il cerchio del packaging

L’idea di Szaky è di quelle semplici e geniali allo stesso tempo: creare un sistema diffuso e standardizzato di contenitori riutilizzabili (potenzialmente all’infinito), che è lo stesso consumatore a raccogliere e restituire. Le modalità di restituzione possono essere diverse, ma tutte studiate per essere il più possibile comode e veloci. Se si fa la spesa in un supermercato con un “settore Loop”, ad esempio, si riporteranno i contenitori vuoti nel punto vendita e si riceverà indietro la piccola somma di deposito che si era pagata. Sarà poi Loop a preoccuparsi di ritirare tutti i contenitori usati, sterilizzarli e rimetterli in circolo. Lo stesso vale per gli acquisti online: Loop fornisce una scatola o una borsa dove raccogliere i contenitori vuoti e poi li ritira.
La differenza rispetto ai
tradizionali sistemi di deposito cauzionale o DRS è che non ci sono spese a carico della pubblica amministrazione. Tutto si regge su accordi privati tra la piattaforma, i produttori e i retailer.
La società di Szaky, in pratica, vende “
packaging come servizio”. E questo porta una serie di vantaggi, che cominciano, ovviamente, da quelli ambientali, con l’eliminazione dell’idea di rifiuto, ma non si fermano lì. Progettare contenitori che durino nel tempo e vengano riutilizzati centinaia o migliaia di volte vuol dire infatti dare uno stimolo in più al design. Come ha spiegato Szaky, annunciando qualche mese fa l’accordo con l’azienda di cosmetici americana Ulta Beauty, “ripensare il packaging offre all’industria l’opportunità di creare nuovi e lussuosi design che siano anche sostenibili”. Insomma, begli oggetti invece di involucri monouso destinati alla discarica: un’evoluzione in quella che gli esperti di marketing chiamano “esperienza del consumatore”.

Uno standard che si fa strada nei supermercati di tutto il mondo

La forza del sistema Loop è stata puntare, sin dall’inizio, allo standard. Come Szaky ha spiegato a Materia Rinnovabile in un’intervista di un paio di anni fa, “la gente preferisce aggregarsi allo standard, un po’ come Facebook è lo standard per i social media”.
Va da sé che per diventare standard in un’economia globale è necessario uscire dai propri confini nazionali. Ed è quello che ha fatto Loop, partendo dagli Stati Uniti e stringendo
accordi con produttori e rivenditori in ogni parte del mondo.
Nell’ultimo anno in particolare sono salite a bordo diverse catene di supermercati, ipermercati, convenience store e shopping mall.
Da ottobre, ad esempio, i
supermarket della catena Fred Meyer, in Oregon, inaugureranno dei settori Loop, in cui saranno venduti prodotti comuni come saponi o alimentari in packaging riutilizzabili.
Nei
Carrefour francesi – complice anche un’ottima legge anti-spreco - il sistema è stato già lanciato a fine 2020, mentre gli shopping mall della catena Aeon in Giappone lo hanno adottato da maggio 2021. Entro il prossimo anno, si uniranno a Loop anche la catena americana di farmacie e negozi di wellness Walgreens e i supermercati australiani Woolworths. Intanto sono già stati annunciati gli accordi per sperimentare il sistema nel regno per eccellenza del packaging monouso, i fastfood: Burger King e McDonald’s, in alcuni loro ristoranti, daranno ai clienti la possibilità di scegliere hamburger e bevande in contenitori riutilizzabili.
Infine, la catena di supermercati britannica Tesco, tra le più diffuse al mondo, ha appena introdotto il sistema Loop in dieci dei suoi punti vendita nel Regno Unito, che venderanno ben 88 differenti prodotti in packaging riutilizzabile. Tesco ha calcolato che se i clienti di questi 10 supermercati passassero all’acquisto anche solo di tre dei prodotti più venduti - Coca-Cola, Heinz Tomato Ketchup e i detergenti Ecover – nelle loro versioni con packaging riusabile, i contenitori verrebbero riutilizzati più di 2,5 milioni di volte all’anno.
Se lo standard prendesse piede globalmente, come sono convinti i suoi inventori, potrebbe davvero rivelarsi la soluzione ai nostri problemi di over-packaging e inquinamento da plastica monouso.