“Tutta la plastica da imballaggio dovrà essere riciclabile entro il 2030.” È questo l’appello lanciato da Bruxelles nei primi giorni dell’anno. Una strategia che mira a ridurre drasticamente i rifiuti di plastica e allo stesso tempo generare un nuovo mercato capace di mantenere l’industria competitiva e di accompagnarla nella transizione verso un’economia circolare. 

Lo scorso anno in Europa sono state prodotte 25 milioni di tonnellate di rifiuti in plastica. Di queste solo il 30% viene raccolto e avviato al riciclo. Il resto? Diventa rifiuto, finisce in discarica o peggio in mare, entrando nella catena alimentare di molte specie, compresa la nostra. Ma non si tratta solo di una questione puramente ambientale, seppur di estrema importanza a causa dell’impatto prodotto dalla plastica sugli ecosistemi. Quel materiale che oggi non riusciamo ancora ad intercettare rappresenta anche una perdita economica: secondo le stime fornite dalla Commissione europea, solo il 5% del valore del materiale da imballaggio rimane nel ciclo economico, il che significa perdite che oscillano tra i 70 e 105 miliardi di euro. Ma per ridurre quel conto salatissimo, il riciclo dovrà diventare redditizio per le imprese e coinvolgere tutta la filiera, dai produttori di materia prima, ai progettisti, fino ai riciclatori. La domanda di plastica riciclata dovrà essere implementata, se non incentivata, rendendo la materia prima-seconda competitiva sul mercato. Economicamente e qualitativamente. Aumentando certo la quota di plastica riciclata, ma migliorando e potenziando gli impianti di riciclo grazie a innovazione e tecnologia.

 

 

Rifiuti diversi, stessa ottica

È questo il settore in cui opera Tomra Sorting Recycling, azienda di Asker, Norvegia, che progetta e realizza tecnologie per la selezione e il controllo di processo per le industrie del riciclo della plastica. Presente oggi in 50 Paesi nel mondo con oltre 4.900 sistemi installati, il gruppo realizza macchinari a sensori in grado di recuperare le diverse frazioni dal flusso dei rifiuti, migliorandone la purezza e di conseguenza la resa del processo di selezione. Responsabile dello sviluppo del primo sensore a infrarossi al mondo per applicazioni nel settore dei rifiuti, l’azienda norvegese è oggi un punto di riferimento nell’ambito del riciclo della plastica. 

Come avviene alla Montello Spa, in provincia di Bergamo, uno dei più grandi centri di selezione e smistamento di rifiuti in Italia. Qui operano 40 macchine selezionatrici Autosort di Tomra Sorting, dotate di sensori NIR (Near-infrared) e VIS (sensori di visibilità). I primi operano nello spettro “vicino all’infrarosso” e sono in grado di riconoscere i materiali in base alla riflessione della luce, i secondi invece riconoscono tutti i colori dello spettro visibile: la plastica viene così suddivisa in base al polimero e al colore, alla velocità di 3 m/s. Dal ciclo di selezione ne esce la materia prima-seconda, suddivisa in scaglie in Pet, in granuli Hdpe e Ldpee in granuli composti da poliolefinici misti, provenienti da sacchetti e imballaggi filmosi. Tradotto in numeri parliamo di 150.000 tonnellate di imballaggi in plastica post-consumo recuperate e riciclate ogni anno. 

È proprio l’evoluzione tecnologica a trainare il settore del riciclo. Lo dimostra il caso dell’isola di Maiorca, che deve, nel corso dell’anno, gestire flussi molto variabili di rifiuti. Durante la stagione estiva, infatti, cambiano considerevolmente in qualità e quantità. Tirme, il Parco di Tecnologie ambientali dell’isola, responsabile del trattamento dei rifiuti solidi urbani, ha così deciso di investire in quattro nuove macchine Autosort, capaci di selezionare le bottiglie in Pet, i contenitori di succhi e latte e i sacchetti di plastica. Macchine più versatili rispetto alle precedenti, capaci di essere configurate a seconda delle necessità e della diversità dei materiali in entrata nello stabilimento. Una scelta che ha portato a una selezione più efficiente certo e ha potuto aumentare notevolmente le tonnellate di rifiuti raccolti e avviati al riciclo.

 

Immagine in alto: www.publicdomainpictures.net

 


  

Intervista a Fabrizio Radice, Global Sales & Marketing Director di Tomra Sorting Recycling

di R. B.

 

“Il segreto? Investire in Ricerca e Sviluppo”

 

Negli anni quantità e qualità del riciclo hanno fatto enormi passi avanti. E le vostre innovazioni hanno dato un contributo decisivo. Come è avvenuto questo processo? 

“Negli ultimi 50 anni Tomra ha sviluppato nuovi sensori e tecnologie che hanno cambiato il modo in cui gestiamo i rifiuti. La ‘rivoluzione delle risorse’ consiste nel trasformare il modo in cui otteniamo, usiamo e riutilizziamo le materie prime per raggiungere una crescita economica sostenibile e una migliore qualità della vita per tutti. Per fare questo, Tomra investe ogni anno dall’8 al 10% delle sue entrate in Ricerca e Sviluppo per aiutare tutti i nostri clienti, i partner e gli integratori di sistema a raggiungere le loro promesse nello smistamento della plastica in modo migliore ed efficiente. Con i nuovi sensori siamo in grado di riconoscere tutti i tipi di polimeri.”

 

Come si è evoluta nel tempo la tecnologia e quali sono le sfide future da superare?

“Il mondo intero, guidato dalla Comunità europea e dal Nord America, vorrebbe riciclare e ridurre gli scarti non differenziati di più rispetto al passato, l’economia del riciclaggio si sta muovendo molto più rapidamente di prima. Il vantaggio di Tomra è che è il nostro team R&S ad aver sviluppato la tecnologia di sensori. Inoltre sviluppiamo i software e la gestione dei dati, i sensori e abbiamo più di 80 brevetti registrati applicati alle nostre macchine già lanciate sul mercato. Il 20% dei nostri dipendenti lavorano in R&S e intensificheremo la collaborazione con i centri universitari, incrementeremo il rapporto con i nostri clienti e con gli integratori, per fornire feedback sulle loro esigenze e aumentare la collaborazione, progettando nuovi prodotti.”

 

Siete presenti in molti Paesi su scala globale. Quali sono le nazioni e le comunità più preparate nella gestione e nel riciclo dei rifiuti? Quali invece hanno ancora strada da fare?“Le nazioni europee sono le più mature e preparate nel riciclo, guidate dall’atteggiamento rispettoso dell’ambiente e dagli obiettivi dell’Unione europea. Nei Paesi meno maturi dell’Europa orientale, sono i fondi europei a migliorare le politiche, mentre nei mercati emergenti come Mea (Medio Oriente e Africa), Sud America e Sud Est Asia cerchiamo di guidarli attraverso un approccio consultivo e di insegnare alle comunità attraverso studi di fattibilità l’importanza di un nuovo mondo etico guidato da un’economia circolare e spiegare in maniera decisa l’importanza di preservare il nostro pianeta. Un pianeta con una migliore gestione dei rifiuti e dove la plastica sia riciclata, è un pianeta migliore per i nostri figli e per tutti.”  

 

Tomra, www.tomra.com/it-it