In ogni casa, ormai, c’è un cassetto dove si accumulano i caricabatterie inutilizzati: quello del vecchio smartphone, che anche se ancora funziona, non “si parla” con il nuovo; quello del tablet, inutile perché tanto lo ricarichiamo con lo stesso del cellulare; quello che abbiamo dovuto comprare in vacanza, perché avevamo dimenticato il nostro e nessuno ne aveva uno compatibile da prestarci. Possono rimanere lì per anni a prendere polvere oppure, a un certo punto, raggiungere le migliaia di tonnellate di rifiuti elettronici prodotte ogni anno. In ogni caso, uno spreco.
Ora però l’Europa ha deciso di porre fine a questa proliferazione incontrollata di caricabatterie. Il 23 settembre, la Commissione europea ha infatti presentato una proposta normativa per adottare una soluzione di ricarica standardizzata per tutti gli smartphone e gli altri apparecchi elettronici in commercio nei Paesi dell’UE. In altre parole, un caricabatterie universale che, sempre secondo i piani della Commissione, si dovrà vendere separatamente dagli apparecchi elettronici.

Tutti i caricabatterie che sprechiamo

Secondo l’ultimo report del Global E-Waste Monitor, sono oltre 53 milioni di tonnellate i rifiuti elettronici prodotti nel mondo in un anno, con una media di 7,3 chili a testa per ogni abitante del pianeta. L’Europa detiene la maglia nera: con 16,2 kg è il continente che produce più rifiuti elettronici pro capite.
Colpa anche dei
420 milioni di telefoni cellulari e altri dispositivi elettronici portatili venduti ogni anno, corredati ciascuno del proprio caricabatterie. Secondo le stime diffuse dalla Commissione europea, “i consumatori possiedono in media circa tre caricabatterie per telefoni cellulari e ne usano due regolarmente. Ciononostante il 38% dichiara di aver incontrato difficoltà almeno una volta nel ricaricare il proprio telefono cellulare perché i caricabatteria disponibili erano incompatibili”.
Le stime indicano inoltre che i caricabatterie smaltiti e non utilizzati rappresentano
fino a 11mila tonnellate di rifiuti elettronici ogni anno. Uno spreco di risorse che si traduce anche in spreco di denaro, visto che gli europei spendono 2,4 miliardi di euro all’anno per comprare caricabatterie separati non inclusi nell'acquisto dei dispositivi elettronici.

Un caricabatterie universale per l’Europa

La volontà dell’Europa di introdurre una tecnologia di ricarica standardizzata non è in realtà una cosa nuova. Già nel 2009 la Commissione aveva provato a trovare uno soluzione che andasse incontro ai consumatori e all’ambiente. Allora si era optato per un accordo volontario tra gli operatori del settore, che ha poi permesso di ridurre le tipologie di caricabatterie da 30 a 3 nell’ultimo decennio. I progressi si sono però fermati. Così, con la prospettiva di arrivare finalmente a un caricabatterie universale, la Commissione ha deciso di intervenire a livello legislativo.
"I consumatori europei hanno subito troppo a lungo il disagio di dover accumulare diversi caricabatteria incompatibili. - ha dichiarato Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutiva per Un'Europa pronta per l'era digitale - Abbiamo lasciato all'industria molto tempo per trovare una soluzione, ma ora è giunto il momento di agire a livello legislativo per promuovere caricabatteria standardizzati. Si tratta di un vantaggio importante per i consumatori e per l'ambiente, in linea con le nostre ambizioni in materia di transizione verde e digitale."

La proposta della Commissione europea

Con la proposta contenuta nella revisione della direttiva sulle apparecchiature radio, la Commissione europea introduce quattro punti per rendere effettiva l’adozione di un caricabatterie universale per tutti i dispositivi elettronici.
Per prima cosa, si tratterà di
armonizzare le porte di ricarica, adottando come formato standard l' USB-C. Si dovrà contestualmente armonizzare la tecnologia di ricarica rapida, contribuendo da un lato a evitare che i produttori limitino senza motivo la velocità di ricarica e dall'altro a garantire che la velocità sia la stessa quando si usa un qualsiasi caricabatteria.
Terzo punto, fondamentale, è la richiesta di vendere i caricabatterie e i dispositivi elettronici separatamente, così da poter comprare, ad esempio, un nuovo smartphone senza dover necessariamente acquistarne anche il caricatore. Si stima così che, diminuendo la produzione e lo smaltimento di nuovi caricabatteria, la quantità di rifiuti elettronici si ridurrebbe di quasi mille tonnellate l'anno.
Infine, si dovranno
informare meglio i consumatori, con dettagli sulle prestazioni di ricarica. Tutte queste misure, insieme, faranno risparmiare agli europei circa 250 milioni di euro l'anno spesi finora per l'acquisto di caricabatteria superflui.

Le reazioni

La proposta dovrà ora essere adottata dal Parlamento europeo e dal Consiglio. Una volta concluso l’iter, le aziende avranno due anni di tempo per adeguarsi alle nuove prescrizioni prima della loro entrata in applicazione.
Non mancano le reazioni da parte dell’industria, o meglio di una industria. Nonostante il connettore USB-C sia oggi uno dei più comuni in commercio, usato per smartphone, tablet, laptop e console per videogiochi, una delle poche aziende che non lo utilizzano per i propri telefoni cellulari è la
Apple, che ha creato solo per i suoi iPhone la porta di ricarica Lightning. La Apple si è dunque lamentata per la decisione della Commissione, sostenendo che la standardizzazione dei caricabatterie danneggerebbe la spinta all’innovazione.
In Commissione hanno però più a cuore la riduzione dei rifiuti elettronici piuttosto che l’introduzione sul mercato di qualche nuova sofisticata ed esclusiva porta di ricarica.
"I caricabatterie alimentano tutti i nostri dispositivi elettronici più essenziali e con l'aumento del numero dei dispositivi, cresce anche il numero dei caricabatterie venduti che sono incompatibili o superflui. -
ha dichiarato Thierry Breton, Commissario per il Mercato interno - Con la nostra proposta mettiamo fine a questa situazione. I consumatori europei potranno utilizzare un caricabatteria unico per tutti i dispositivi elettronici portatili: un passo importante per aumentare la comodità e ridurre i rifiuti."