Non solo importazioni. Per la Commissione UE il 10% del fabbisogno europeo di materie prime critiche andrà estratto nel territorio dell’Unione. Emerge questo dalla bozza, visionata in anteprima da Euractiv il 7 marzo, del Critical Raw Materials Act, la nuova proposta di regolamento che l’Esecutivo UE dovrebbe presentare il prossimo 14 marzo.

Inoltre, secondo quando emerge dal documento, per mettere al riparo gli approvvigionamenti necessari all’industria, il 15% del consumo annuale di ciascuna materia prima strategica – la cui lista sarà aggiornata dal Joint Research Center della Commissione - dovrà provenire dal riciclo, mentre il 40% del totale andrà lavorato su suolo europeo. Con conseguenza dirette sui processi autorizzativi, che andranno velocizzati.

Perché la Commissione UE sta per presentare il Critical Raw Material Act

Terre rare, borato, litio, fosforo, iridio, rutenio. Sono queste alcune delle materie prime critiche necessarie all’economia europea, che grazie al Green Deal (e il più recente Green Deal Industrial Plan) è ormai lanciata sui binari della transizione verde e digitale e ha quindi bisogno di diversificare e blindare le proprie supply chain. Soprattutto dopo lo sconvolgimento dell’equilibrio del commercio internazionale dovuto alla pandemia e all’aggressione delle forze armate russe in Ucraina.

Secondo un rapporto dell’Istituto tedesco per la ricerca economica (DIW), l’UE dipende totalmente da fornitori stranieri per 14 delle 27 materie prime critiche individuate dall’ultima lista (2020) del Joint Research Center, percentuale che scende al 95% per altri tre elementi dell’elenco: litio, fosforo, grafite.

Per Bruxelles, garantirsi e stabilizzare gli approvvigionamenti di queste risorse è quindi una priorità, non solo dal punto di vista economico, ma anche da quello geostrategico. Motivo per cui la Commissione UE sta per presentare il nuovo Critical Raw Material Act, misura che guarderà anche entro i confini dell’Unione, non solo alle politiche estere e alla ricerca di nuovi partner commerciali. Strada, quest’ultima, per altro già aperta nel giugno 2022 con l’adesione europea alla Minerals Security Partnership (a cui l’Italia si è aggiunta solo il 7 febbraio scorso), iniziativa commerciale guidata dagli Stati Uniti che coinvolge Paesi come Canada, Australia, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, Repubblica di Corea, Svezia e Regno Unito.

L’Europa in cerca di autonomia sulle materie prime critiche

Secondo quanto emerge la bozza del Critical Raw Material Act visionata da Euractiv, la strategia europea si baserà per una buona fetta sull’autonomia. La Commissione non punta infatti solo a estrarre nell’UE il 10% del consumo annuale di materie prime critiche, ma guarda anche a raggiungere per ciascuna risorsa strategica un target del 15% di riciclo. Misure che permetteranno progressivamente all’Unione di disaccoppiare il suo fabbisogno dalle importazioni, che verranno influenzate dal lato della lavorazione dei minerali grezzi. Almeno il 40% del consumo annuale di ciascuna materia prima strategica dovrà infatti essere raffinato all'interno dell’Unione.

Inoltre, secondo quanto diramato da Reuters il 7 marzo, l'Unione europea potrebbe “istituire un'agenzia di acquisto centrale per materiali critici come il litio e le terre rare e costringere gli Stati membri ad accelerare le autorizzazioni per le nuove miniere e gli impianti di lavorazione.”
L’iniziativa è guardata con grande favore da Euromines, l’associazione europea dell’industria mineraria. “Il Critical Raw Materials Act deve affrontare gli ostacoli all'approvvigionamento di materie prime per la transizione verde e digitale, che è una priorità europea. È per questo che dobbiamo creare una piattaforma per l'interesse pubblico”, ha sottolineato Jan Moström, presidente e CEO di LKAB e presidente di Euromines. “I metalli e i minerali sono fondamentali per perseguire il Green Deal e abbiamo bisogno di un intervento chiave che renda possibile sia le attività di esplorazione che lo sviluppo delle miniere in attività. Se vogliamo cambiare in tempi brevi”.

Immagine: Envato Elements