La musica nasce dal silenzio. E il silenzio può avere origine da un pneumatico dismesso, dopo anni trascorsi a stridere sull’asfalto. Sembra quasi una parabola zen sul ciclo (e riciclo) delle vite, il progetto di riqualificazione acustica realizzato all’Auditorium Toscanini di Parma grazie a Ecopneus, la società senza scopo di lucro per la gestione dei pneumatici fuori uso, o Pfu, in Italia.

Inaugurato nell’estate 2018 e progettato dallo Studio A+C Archiettura e Città con la consulenza acustica di Genesis, l’intervento ha riguardato in particolare la Sala Gavazzeni, la più grande sala prove del Centro di Produzione Musicale “Arturo Toscanini”. Uno spazio di 400 metri quadrati alto 5 metri, insonorizzato attraverso l’inserimento di 960 metri quadrati di pannelli fonoassorbenti contenenti oltre 3.300 kg di gomma riciclata da Pfu.

“La musica – ha spiegato il Maestro Luigi Ferrari, sovrintendente della Fondazione Toscanini – dialoga con l’ambiente in cui viene prodotta e vi si integra, ma non tollera interferenze. È necessario che ogni ambiente dal punto di vista acustico costituisca un sistema chiuso, isolato. Se ciò è vero per un auditorium, lo è ancor di più nel caso di una sala prove e a maggior ragione quando questa, all’occorrenza, venga utilizzata come camera di registrazione”. Come un orologiaio attento alla più piccola variazione nel ticchettio delle lancette, “il direttore d’orchestra deve poter cogliere ogni minimo dettaglio di ogni singolo strumento durante l’esecuzione”.Chiaro, dunque, che insonorizzare un ambiente deputato alla musica in una delle sue massime espressioni sia il più sfidante degli obiettivi per chi intende promuovere nuovi materiali e soluzioni per l’isolamento acustico con la gomma riciclata.

“Già in passato abbiamo avuto conferme delle notevoli performance acustiche di questi materiali e siamo onorati che anche una realtà prestigiosa come la Fondazione abbia scelto proprio i materiali in gomma riciclata”, sottolinea il direttore generale di Ecopneus Giovanni Corbetta. “Confrontarci con un intervento di questo livello, in uno dei luoghi simbolo della musica sinfonica italiana è un’ulteriore conferma della bontà di questa tecnologia. Se anche una realtà prestigiosa come la Fondazione Toscanini è rimasta soddisfatta dal risultato dell’intervento, questa soluzione può allora essere applicata nella stragrande maggioranza dei casi dove è necessario un intervento di correzione acustica degli ambienti.”

“Dall’esperienza accumulata in questi mesi di funzionamento della sala prove – ha dichiarato il Maestro Ferrari – possiamo dire che i pannelli in gomma riciclata hanno dato una risposta perfetta alle nostre esigenze. Abbiamo dimostrato che in Italia è possibile realizzare opere belle, utili e sostenibili sia ambientalmente sia economicamente”.

Vocazione acustica

L’Auditorium Toscanini non è del resto il primo testimonial importante della vocazione musicale dei Pfu. Già nel 2015, in collaborazione con Legambiente, Ecopneus aveva promosso la correzione acustica della chiesa dell’ex Enaoli di Rispescia, in provincia di Grosseto. Utilizzata spesso per conferenze, concerti e spettacoli teatrali, la chiesa aveva grossi problemi di riverberazione dei suoni: in pratica, voci e musica si perdevano nell’ambiente e ciò che arrivava al pubblico erano più che altro rumori confusi. Lo studio di ingegneria Vie en.ro.se ha dunque progettato un intervento di riqualificazione per creare un ambiente acusticamente confortevole e versatile, utilizzando esclusivamente materiali naturali, riciclati o riciclabili: piante, legno, poliestere proveniente da bottiglie in Pet e soprattutto gomma riciclata da pneumatici fuori uso, inserita all’interno dei pannelli fonoassorbenti.

Grazie alle sue proprietà intrinseche come la porosità e la densità, la gomma riciclata è un ottimo materiale per la limitazione dei rumori e delle vibrazioni negli edifici. Con il vantaggio, rispetto ad altri materiali organici utilizzati allo stesso scopo (per esempio il sughero), di essere immarcescibili. La gomma da Pfu ha infatti uno sviluppo batterico rallentato, è resistente a sbalzi termici, umidità e muffe, non risente dell’esposizione alla luce solare e ad agenti chimici. Insomma, mantiene sostanzialmente inalterate nel tempo le sue prestazioni: caratteristica preziosa in edilizia, dove la durata è il primo discrimine nella scelta dei materiali costruttivi.

Dai granuli e dal polverino di gomma ottenuti dalla frantumazione dei pneumatici fuori uso si ottiene, dunque, una materia prima seconda utilizzabile nel settore edile e che, legata a poliuretani o altri composti termoplastici, va a costituire una serie di componenti altamente performanti dal punto di vista dell’isolamento acustico. Non solo pannelli fonoassorbenti per strutture pubbliche o sale da concerto, ma anche, anzi soprattutto, soluzioni più “quotidiane”, ideali per l’edilizia civile e per l’industria. Come i prodotti anti-calpestio per i solai, le intercapedini per le pareti o le fasce taglia-muro, o ancora, i basamenti antivibranti per i rumorosi macchinari industriali o per gli impianti come ascensori, caldaie e centrali termiche.

Le eccezionali caratteristiche della gomma da Pfu sono inoltre una possibile soluzione, benché parziale, anche all’inquinamento acustico da traffico su strada, responsabile, secondo recenti dati della European Environment Agency, di oltre 10.000 morti premature all’anno solo in Europa. Aggiunto al bitume per asfalti, il polverino da Pfu consente infatti di dimezzare il rumore generato dal passaggio dei veicoli, garantendo inoltre una durata del manto stradale tre volte superiore agli asfalti convenzionali e un’aderenza ottimale, a tutto vantaggio della sicurezza.

Una spinta in corsa dalla pubblica amministrazione

Una fila di pneumatici che fa due volte il giro della Terra. È la quantità di Pfu raccolti e riciclati da Ecopneus in soli sette anni di attività. L’immagine è impressionante, ma a pensarci bene assolutamente coerente con le dimensioni del settore automotive italiano. Si parla, ogni anno, di 35 milioni di pneumatici che arrivano a fine vita, l’equivalente di 350.000 tonnellate di Pfu a disposizione delle aziende di riciclo. Di queste, nel 2017 solo Ecopneus ne ha gestite oltre 241.000 tonnellate.

I settori su cui punta la società per l’impiego della gomma riciclata in nuovi cicli produttivi sono essenzialmente tre: sport e outdoor (campi da calcio, superfici polivalenti per basket, volley, palestre, pavimentazioni per maneggi), asfalto e infrastrutture stradali e naturalmente l’edilizia, con particolare attenzione all’isolamento acustico.

Proprio dal settore edile, nella sua declinazione pubblica, potrebbe venire ora una decisiva spinta per un sempre maggiore impiego della gomma da Pfu. Uscito circa un anno fa, l’ultimo decreto ministeriale sugli appalti per gli edifici pubblici include infatti anche la gomma ricavata da pneumatici fuori uso tra i materiali utilizzabili per rispondere ai criteri ambientali minimi (Cam).

“Il decreto – spiega Daniele Fornai, responsabile Innovazione di Ecopneus – prevede che se nel progetto di nuova costruzione, ristrutturazione o riqualificazione di un edificio pubblico, è previsto l’impiego di isolanti termici e acustici contenenti gomma, questa dovrà essere per almeno il 60% riciclata”. “L’introduzione, dovuta anche al nostro costante impegno nei tavoli di lavoro ministeriali – continua Fornai –risponde alle esigenze da un lato del mercato e dall’altro alle ambizioni nazionali di raggiungimento degli obiettivi di riciclo entro il 2020. Il green public procurement può allora diventare uno degli strumenti cardine per stimolare, attraverso la leva della domanda pubblica, l’offerta e l’impiego di prodotti ad alto valore ambientale”.

La criticità maggiore, a questo punto, potrebbe venire dalla carenza nella Pubblica amministrazione di un numero adeguato di figure tecniche specializzate in grado di valutare la qualità dei prodotti offerti da chi partecipa alle gare d’appalto e soprattutto di misurare l’effettivo beneficio acustico ottenuto in seguito agli interventi realizzati. “Anche l’assenza di un monitoraggio sull’effettiva applicazione dei Cam – aggiungono da Ecopneus – penalizza l’efficacia di questo strumento”. Il problema principale in questo caso è anche la mancanza di una standardizzazione dei sistemi di controllo. “Proprio per questo motivo – conclude Fornai – Ecopneus ha avviato un piano di monitoraggio nazionale sull’applicazione dei Cam in oltre 100 Comuni svolto da Punto 3 srl in collaborazione con l’Associazione Comuni Virtuosi”. Un’altra delle azioni messe in campo da Ecopneus per una concreta spinta all’economia circolare, che si nutre proprio di scelte virtuose e di qualità.

Auditorium Toscanini di Parma, www.paganinicongressi.it

Ecopneus, www.ecopneus.it