È uno dei luoghi con la più alta densità abitativa in Italia. È un centro storico. È al sud. Eppure lì il riciclo funziona. Parliamo del Rione Sanità al centro di Napoli, 67.000 abitanti, con una densità abitativa di 13.400 abitanti/km2 (Casavatore, sempre nei pressi di Napoli, primo in Italia tra i Comuni conta “solo” 12.253 abitanti/km2), dove la raccolta, specialmente, di cartone da dicembre 2014 è una realtà concreta e vincente. Vicoli stretti, spesso in salita, piccole realtà commerciali e ben due mercati sono solo alcuni degli ingredienti che la squadra della cooperativa sociale “Ambiente Solidale” si trova a dover affrontare ogni giorno per portare al termine la raccolta di cartone nel quartiere. Un’attività che ben pochi avrebbero il coraggio di mettere in piedi, anche in zone più “accoglienti” come per esempio il centro storico di Roma, dove a inizio 2015 si è arrivati a una raccolta di 4,7 tonnellate al giorno di cartone, ma su una popolazione di 196.000 persone. “Ora al Rione Sanità raccogliamo 2,3 tonnellate di cartone al giorno e stimiamo che ci sia stato un incremento del 200% rispetto al sistema di raccolta precedente” ci dice Antonio Capece, presidente della cooperativa Ambiente Solidale. “Ma non si tratta di una semplice attività di raccolta, perché il quartiere è una realtà complessa e si sono dovute mettere in campo risorse e metodologie inedite.” 

 

Antonio Capece

 

L’orografia urbana sociale del Rione Sanità, infatti, è complessa. “Utilizziamo un mezzo di piccole dimensioni per poter arrivare ovunque, impiegando sei addetti, per sei giorni su sette” continua Capece. “Con questi vincoli dobbiamo scaricare sei volte al giorno in piattaforma, ma raccogliamo quasi solo cartone pulito e di prima categoria, anche perché abbiamo una grande collaborazione da parte dei cittadini e dei negozianti.” E questa collaborazione, che sta alla base del successo dell’iniziativa, non è scontata ed è resa possibile da un altro mix d’ingredienti dal carattere non tecnico, ma sociale. Il progetto di raccolta di cartone, infatti, arriva dopo anni di traversie e di cambiamenti di rotta sul fronte della gestione dei rifiuti. 

Negli anni ’90, infatti, la gestione dei rifiuti era affidata dalla municipalizzata Asia all’esterno e fu internalizzata dalla giunta de Magistris per porre un argine agli scandali e alla cattiva conduzione del servizio, che sfociò – verso la metà degli anni Duemila – nei roghi di rifiuti incontrollati in tutta la città. Viste le premesse è comprensibile che la fiducia verso una gestione sostenibile dei rifiuti da parte dei cittadini fosse, nei fatti, minima. “Nell’estate 2012 mi arrivò una telefonata da Luca Meldolesi già docente d’economia all’Università Federico II di Napoli, che dopo una riunione con Marco Vitale, economista d’impresa e Carlo Montalbetti, direttore generale di Comieco, mi diceva che su Napoli i problemi erano grandi e che la raccolta di cartone era addirittura in calo” racconta Paolo Caputo, economista e aziendalista che con Roberto Celentano economista dello sviluppo ha promosso la sperimentazione. “Così ci siamo messi al lavoro, tenendo conto che in una città difficile come Napoli è necessario creare una sorta di convergenza d’interessi tra cittadini che abbia anche risvolti economici. Ossia il commerciante e il cittadino hanno interesse a tenere pulito il territorio, mentre altri cittadini hanno a loro volta interesse a trasformare la soluzione a questo problema in un lavoro.” Ed è proprio una rete dal basso che ha consentito alla raccolta di cartone di decollare. 

Il progetto, infatti, ha avuto una spinta decisiva da Padre Alex Zanotelli che ha coinvolto la chiesa, realtà dei cittadini come la Rete Sanità e ha trovato un appoggio fondamentale da parte delle istituzioni, specialmente nella figura di Tommaso Sodano, che all’epoca della partenza del progetto era vicesindaco della città partenopea. Sul fronte del radicamento territoriale del progetto l’opera del giovane parroco della parrocchia Santa Maria dei Miracoli, Padre Valentino De Angelis, 35 anni e da due al Rione Sanità, è stata essenziale. “Era necessario che ci fosse un ente morale, al di sopra delle parti, per consentire la creazione di una rete tra pubblico e privato”, dice Padre De Angelis. “La proposta di Alex Zanotelli sulla raccolta del cartone è stato un modo concreto per rendere in maniera altrettanto concreta la speranza, in un territorio dove la gente aveva dimenticato l’ambiente.” La parrocchia di Padre De Angelis è stata un punto di riferimento importante per l’iniziativa, al punto che all’inizio i locali della chiesa erano diventati una “piattaforma” per la raccolta. “La risposta dei parrocchiani è stata molto positiva, direi accolta con entusiasmo perché il desiderio di fare qualcosa per il Rione Sanità da parte degli abitanti è forte”, prosegue Padre De Angelis. “Ciò che è difficile vedere al Rione Sanità sono le istituzioni, bisogna faticare per trovarle, e spesso sembra che il rione sia una terra di nessuno dove i controlli sono inesistenti. Per questo motivo la parrocchia può avere un ruolo importante.” E di sicuro contano parecchio i riferimenti continui che Padre De Angelis fa da tempo durante la messa domenicale circa l’importanza del riciclo e il rispetto del creato. “Non è vero che questa è gente di spazzatura e che il quartiere è da riciclare conclude Padre De Angelis, parlando dei cittadini del Rione Sanità, mentre si appresta a raggiungere una famiglia del quartiere in scooter. “Il Rione Sanità può fare un ottimo riciclo e penso che il futuro andrà in questa direzione, con la raccolta di altri materiali.”

 

Padre Valentino De Angelis

 

E non bisogna dimenticare che il Rione Sanità oltre ad avere problemi di tipo urbanistico e sociale è affetto da un elevato tasso di disoccupazione e per questa ragione anche la scelta del soggetto incaricato della raccolta è stata strategica sotto il profilo della comunicazione. “Scegliere una cooperativa che dà lavoro a ex detenuti ed ex tossicodipendenti è un segnale”, afferma Antonio Capece, uscendo dalla chiesa di Santa Maria dei Miracoli. “E oltre che un segnale è anche un simbolo e un valore con il quale si coniuga l’ambiente, l’economia e il lavoro, caratterizzando in maniera precisa l’attività del riciclo.” La cooperativa Ambiente Solidale è molto attenta all’aspetto integrato della propria attività circa la sostenibilità sociale, oltre che ambientale. Su attività consolidate come quella dei vestiti usati destina una percentuale degli introiti alla lotta contro la povertà alimentare, ma per il Rione Sanità ha voluto andare oltre. “Gli addetti alla raccolta sono cittadini del Rione Sanità stesso”, dice Delia Del Gaudio, responsabile comunicazione di Ambiente Solidale. “Si tratta di persone che conoscono bene il rione, i suoi abitanti e sono a loro volta riconosciuti dai cittadini. In questa maniera abbiamo dei terminali, delle antenne sul territorio che sono al tempo stesso la testimonianza concreta circa il fatto che il recupero e il riciclo sono un’occasione di riscatto per persone dal passato problematico, attraverso il lavoro e al tempo stesso una possibilità di riscatto per il Rione Sanità.”

 

Delia Del Gaudio

 

Nel giro di pochi mesi l’esperienza della raccolta di cartone al Rione Sanità ha fornito una quantità d’indicazioni positive e di potenzialità circa questa metodologia e il Comune si è mosso ai massimi livelli. Tommaso Sodano, da vicesindaco, infatti ha messo a punto un bando per allargare l’esperienza del Rione Sanità a 675.000 abitanti di Napoli, in pratica il 65% del territorio partenopeo. La scommessa è quella di utilizzare una sperimentazione sul riciclo per farne un modello da esportare in tutta la città, ma non solo. Ambiente Solidale, infatti, ha partecipato al bando del Comune di Napoli in partenariato con la Cooperativa Sociale Arcobaleno di Torino. E l’intenzione è quella di esportare il know-how messo a punto nel Rione Sanità per migliorare la raccolta di cartone e utilizzare il riciclo come occasione di promozione sociale. Un modello inedito per trovare la connessione tra ambiente e sociale, due aspetti che in Italia hanno ancora una grande difficoltà anche solo a dialogare.

 


 

Foto: Tommaso Gesuato

 

Intervista a Roberto Di Molfetta, responsabile Area riciclo e recupero di Comieco

 

La raccolta è capillare

 

Sulla sperimentazione al Rione Sanità abbiamo sentito Roberto Di Molfetta, che ci ha evidenziato pregi, ma anche criticità dell’esperienza.

 

Come è nato il progetto della raccolta del cartone al Rione Sanità?

È un progetto nato dall’ esigenza di trovare forme per incrementare la raccolta del cartone nei centri più problematici, ma con forte potenziale di raccolta: si è pensato a una sperimentazione al Rione Sanità dove abbiamo trovato un tessuto sociale disponibile e fertile e l’adesione entusiasta di Tommaso Sodano, allora vicesindaco di Napoli. E così siamo riusciti ad avviare questa che è una sperimentazione della durata di 6-8 mesi. Avendo già su Napoli una convenzione con Asia, nell’ambito dell’accordo Anci-Conai, abbiamo sviluppato un’intesa specifica per la sperimentazione nel Rione Sanità.

 

Che obiettivo vi ponete con questa sperimentazione?

L’obiettivo è quello d’intercettare sia le utenze commerciali, sia quelle produttive che generano come rifiuto il cartone. Ma oltre a ciò abbiamo voluto verificare la possibilità di sviluppare un servizio di raccolta capillare che andasse più in profondità di quello di Asia, in una zona dove le criticità sono rappresentate dalla conformazione fisica del quartiere e dal basso coinvolgimento in generale dell’utenza rispetto al servizio. Per fare ciò siamo stati anche attenti al fatto che il servizio della sperimentazione non si sovrapponesse a quello di Asia, ma lo completasse.

 

E sul fronte sociale?

La sperimentazione nel Rione Sanità ha avuto come caratteristica anche quella di andare al di là delle finalità ambientali abbracciando obiettivi sociali, ossia quello di consentire a persone disagiate e del quartiere d’avere un reddito. Su questo fronte è stata fondamentale l’attività della Rete Sanità di Alex Zanotelli e della parrocchia di Santa Maria dei Miracoli di Padre Valentino De Angelis.

 

Si può tracciare un primo bilancio?

Sì. Questa è stata un’esperienza che ha avuto luci e ombre e dalla quale abbiamo imparato parecchio. Da un lato abbiamo avuto un aumento della raccolta del cartone, con la partecipazione di soggetti che in precedenza erano assenti. E ora si sta concretizzando l’allargamento a una zona più vasta tramite il bando che Asia Napoli ha messo a punto anche grazie alla sperimentazione. La parte più problematica è stata quella relativa al bacino ottimale che deve essere più ampio per far tornare i conti. Al Rione Sanità, infine, sarebbe stato utile avere un mezzo più grande, da affiancare a quello piccolo che entra nei vicoli, per poter aumentare le quantità e contenere i costi. 

 

Che differenza c’è tra la raccolta fatta in questa maniera e quella tradizionale?

Parecchia. Si passa da una raccolta di cartone depositato vicino ai rifiuti indifferenziati a una raccolta per singolo utente in funzione delle sue esigenze. Da evidenziare che Asia, per verificare le modalità, su un’area più vasta, ha affidato alla cooperativa Arcobaleno di Torino – pioniere in Italia della cooperazione sociale applicata al settore della raccolta differenziata – in collaborazione con una cooperativa locale, una seconda sperimentazione su un’altra zona di Napoli. Anche in questo caso l’esperienza è andata bene. C’è stata una riduzione dei costi per Asia e un aumento della raccolta. 

 

 

Comieco ha dei programmi per il Sud. Pensate di utilizzare quest’esperienza?

Sì, pensiamo che una serie di modalità di questa sperimentazione possano inserirsi nel nostro progetto per il Sud che prevede il finanziamento di strumenti e automezzi. Noi prevediamo che al Sud si possa raddoppiare la raccolta, passando dalle 624.000 tonnellate raccolte ogni anno a 1,3 milioni di tonnellate. A Napoli, rimanendo nello specifico stimiamo che si possano superare in breve tempo le 40.000 tonnellate, partendo dalle 30.000 tonnellate del 2014. Il potenziale di raccolta a Napoli è tra le 60 e 70.000 tonnellate sviluppando la raccolta di carta presso le famiglie e gli uffici e del cartone presso tutte le utenze della città.

 

Quindi pensate che si possa replicare quest’esperienza?

Pensiamo di sì. Il bando del Comune di Napoli per la raccolta del cartone che riguarda circa metà del territorio ha preso molto dall’esperienza partenopea delle cooperative. Tutte le aree dove c’è una difficoltà logistica specifica sono adatte, ma occorrono anche altri fattori da prendere in considerazione. Ci deve essere un interesse a sviluppare questo tipo di servizio da parte degli enti locali e bisogna valutare con attenzione l’ottimizzazione del servizio e tutti i costi cessanti legati alla sottrazione del cartone dal flusso dei rifiuti indifferenziati. E inoltre occorre utilizzare realtà radicate sul territorio che abbiano un know-how specifico che non è possibile improvvisare.

 

Roma, con il suo centro storico, potrebbe essere un banco di prova?

Noi abbiamo presentato da tempo ad Ama (l’azienda municipalizzata di Roma) un piano specifico per la raccolta del cartone e siamo in attesa. Ama, infatti, ancora non riesce a intercettare tutto il cartone disponibile. Servono servizi diversi, molto più capillari che arrivino a utilizzare modalità innovative, come, per esempio, la segnalazione da parte dei negozi circa la presenza di cartone.

 

Info

www.ambientesolidale.it

www.comieco.org