Senza dubbio una domanda circolare crea opportunità per un'offerta circolare. Ma come è possibile integrare criteri "a ciclo chiuso" negli appalti pubblici, una quota che rappresenta il 14% del PIL in Europa? Per capirlo, Materia Rinnovabile ha intervistato Helena O'Rourke-Potocki e Simon Clement, rispettivamente Circular Economy and Procurement officer and senior co-ordinator on Circular Economy presso ICLEI - Local Governments for Sustainability, una rete globale che lavora con più di 2500 governi locali e regionali impegnata a guidare l'azione locale verso una transizione socio-ecologica. In futuro, sia che si acquistino servizi e beni come edifici, mobili o alimenti, le autorità locali dovranno cercare forniture sempre più sostenibili.

Helena, i governi subnazionali sono responsabili di quasi il 50% delle decisioni in materia di appalti. Perché quando si parla di spesa pubblica le amministrazioni locali e regionali dovrebbero abbandonare l'approccio business-as-usual a favore di un approccio circolare?
Acquistando beni e servizi più circolari, le città inviano un segnale ai mercati. Potendo decidere come investire i budget a disposizione, che ora sono piuttosto elevati quando si tratta di sviluppo sostenibile, gli enti pubblici locali hanno la possibilità di implementare abbastanza velocemente nelle loro gare d'appalto i criteri derivanti dalle nuove leggi ambientali. Questo dà alle imprese sicurezza e una direzione di marcia, consentendo loro di impostare strategie in un orizzonte di lungo periodo. Inoltre, se consideriamo che gli appalti pubblici mirano a un uso più efficiente delle risorse, la definizione di criteri circolari può far risparmiare i soldi dei contribuenti. In alcuni casi, può anche portare a effetti sociali positivi. In Irlanda, ad esempio, è stata indetta una gara d'appalto per rimuovere e riciclare i materassi dalle carceri. Sono state selezionate due piccole e medie imprese, che hanno vinto la gara anche grazie alla promessa di impiegare persone precedentemente detenute. Certo, lo scopo principale della gara d'appalto era il riciclaggio dei materassi, ma con i giusti criteri hanno contribuito a reintegrare alcuni ex detenuti nella società.

Simon, abbiamo appena sottolineato l'importanza degli acquisti sostenibili e circolari. Come lavora ICLEI per sostenere questa transizione?
Essendo un'organizzazione associativa di enti locali che promuove la sostenibilità, la nostra prima funzione è quella di favorire a livello europeo lo scambio di buone pratiche tra le città. Ad esempio, stiamo portando avanti un'iniziativa chiamata Circular Cities Declaration, che 67 città europee hanno firmato impegnandosi a perseguire la transizione circolare. Stiamo cercando di fare in modo che queste città condividano le loro conoscenze, compresi i tipi di strumenti che stanno implementando per affrontare le sfide che incontrano sul loro cammino. In secondo luogo, stiamo iniziando a fornire criteri e assistenza diretta alle amministrazioni locali. ICLEI è alla guida di CityLoops, un progetto finanziato dall'UE che mira a sviluppare una serie di procedure innovative, strumenti open access e open source per incorporare la circolarità nella pianificazione e nei processi decisionali per i rifiuti da costruzione e demolizione - compreso il suolo - e per i rifiuti organici, due dei più significativi flussi di materiali urbani con un notevole impatto ambientale nelle città europee.
Il nostro terzo polo di attività è l'impegno a
livello politico. A livello europeo siamo in contatto regolare con tutte le diverse Direzioni Generali, promuovendo sia il ruolo che gli interessi delle città. Come nel caso di CityLoops, cerchiamo di rappresentare i comuni di piccole e medie dimensioni. Questi rappresentano infatti la stragrande maggioranza delle aree urbane in Europa, quelle che non dispongono delle necessarie risorse finanziarie o di personale, ma che hanno comunque un ruolo critico da svolgere nella promozione della circolarità.

Helena, gli appalti consentono di ottenere beni o servizi da fonti esterne. Che cosa è necessario per passare a forniture circolari?
In alcuni casi, il primo passo consiste nell'avere una strategia per l’economia circolare. Avere infatti a livello nazionale una sorta di mandato per implementare l'economia circolare aiuta e dà un segnale. In secondo luogo, è fondamentale comunicare e condividere i risultati e le migliori pratiche con i cittadini, le imprese e gli altri enti locali. È inoltre auspicabile incoraggiare il dialogo tra i dipartimenti per iniziare a sviluppare criteri ambiziosi e, in secondo luogo, promuovere gruppi di lavoro o formazione specifica sull'economia circolare per identificare meglio le possibili opportunità. Gli enti pubblici devono guidare il mercato nella giusta direzione, tenendo presente che più fornitori "circolari" ci sono, più equa sarà la competizione. Il passo successivo - dal momento che gli appalti pubblici sono anche una questione trasversale e non implicano necessariamente l'acquisto di beni - sarebbe quello di esaminare ciò con cui l'ente si sta già rifornendo o di sfruttare al meglio i beni già esistenti all'interno del territorio cittadino. Può trattarsi di edifici, mobili o infrastrutture, ma la chiave è prolungare la vita di questi beni già esistenti, promuovendo riutilizzo e ristrutturazione.

ICLEI è membro della giuria dei Procura+ Awards, un riconoscimento che mette in luce le applicazioni di economia circolare più significative negli appalti pubblici. Chi sono i finalisti di quest'anno?
In primo luogo, le soluzioni selezionate hanno un forte potenziale di replicabilità e scalabilità. Abbiamo appena accennato al fatto che quando si tratta di appalti è necessario guardare agli asset esistenti. La città di Malmö in Svezia, attraverso il progetto Circular PP ha sperimentato l'acquisto di "mobili non nuovi" per il municipio. La città ha ora replicato questo approccio circolare per la segnaletica stradale. Il comune mira a riutilizzare il più possibile questi pannelli in alluminio, che altrimenti vengono rispediti al fornitore per essere riutilizzati o riprogettati. Poi c'è la città di Quimper in Francia. Qui il comune ha deciso di ristrutturare la stazione ferroviaria reimpiegando in loco il maggior numero possibile di risorse. Primo progetto pilota di questo tipo in Bretagna, hanno individuato e integrato materiali di recupero e riutilizzo, provenienti anche da altri siti, come pietre naturali, ciottoli ed elementi in legno, garantendo flessibilità per quanto riguarda le loro caratteristiche non essenziali. La flessibilità ha legato l'offerta alla disponibilità di materiali di recupero, evitando le emissioni dovute al trasporto e preservando inoltre sia il carbonio stoccato in quegli oggetti sia l'energia impiegata nella loro produzione.
Il restante finalista è invece la città di
Tampere in Finlandia. Con grande attenzione alla fase di studio e progettazione, hanno deciso il rifacimento di una delle strade principali utilizzando nuovi criteri pubblici di economia circolare sviluppati insieme a esperti, programmi di ricerca e aziende. Inoltre, l'appaltatore scelto ha dovuto redigere una valutazione di impatto ambientale per garantire che i criteri ecologici fossero realmente presi in considerazione. Questo dà un'idea di come, in generale, sia fondamentale descrivere i bisogni e lavorare con gli attori del mercato e con gli esperti già presenti all'interno della città o della regione, come gli istituti di ricerca e ONG. Spesso, infatti, ci accorgiamo che il punto di partenza è costituito da singoli individui all'interno delle amministrazioni cittadine che sono realmente interessati a innovare, soprattutto con progetti pilota su scala ridotta.

Immagine: il progetto di riciclo di materassi nella carceri irlandesi