ArtCOP21, sotto questo acronimo si sviluppa un’agenda culturale che a Parigi sta preparando il terreno al 21esimo round dei negoziati sul clima, e che animerà la capitale francese fino a tutta la durata del summit.

La “mobilitazione artistica” è stata promossa da COAL e Cape Farewell, con l’intento non solo di sensibilizzare il pubblico e diffondere la conoscenza dei fenomeni che stanno mutando l’equilibrio ambientale del pianeta, ma di affermare come l’arte svolga un ruolo importante nella stessa costruzione di tale conoscenza. L’iniziativa parigina, del resto, non fa che intercettare e valorizzare la crescente presenza dell’arte sui temi di carattere ambientale e sul loro significato culturale e sociale, un trend che si manifesta a livello internazionale e che Materia Rinnovabile intende continuare a documentare sulle proprie pagine.

Giunto alla sua sesta edizione, il premio promosso della Coalizione per l’arte e lo sviluppo sostenibile, ha registrato la partecipazione di 389 proposte, provenienti da 51 paesi: una risposta che già sul solo piano numerico conferma quanto affermato sopra.

Quest’anno, inoltre, al concorso principale, dedicato ad arte e ambiente, si è affiancato un premio speciale per opere ispirate alla situazione degli oceani e in particolare di un ambiente unico e in grave pericolo come quello delle barriere coralline.

La selezione dei lavori si è chiusa prima dell’estate e ha visto la nomina di 10 progetti per il Premio COAL per l’Arte e l’Ambiente: Alex Hartley (UK), Nowhere Island;
Collective Disaster (Belgio), Temple of Holy Shit; FICTILIS (Timothy Furstnau e Andrea Steves, Usa), True Market Cost; Julie Navarro (Francia) Droséra; Livin Studio (Katharina Unger e Julia Kaisinger, Austria), Fungi Mutarium; Mare Liberum (Usa), Mergitur sed Regurgitat; MELD (con Shaun Gladwell, Usa, Australia e Grecia), Climate Change Hip-Hop Opera; Monte Laster (Usa-Francia), CO-OP; Stéfane Perraud con lo scrittore Aram Kebabdjian (Francia), Soleil Noir; Yesenia Thibault-Picazo (Francia), Craft in the Anthropocene.

Sei i lavori selezionati per il Premio Speciale Oceani: Hortense Le Calvez e Mathieu Goussin (Francia), Corals 2.0; Nicolas Floc’h (Francia), Structures productives;
Jérémy Gobé (Francia), MOSE/Latistellata; Elsa Guillaume (Francia), Cosmographie corallienne; Henrik Håkansson (Svezia) The Coral Sea; Mrugen Rathod (India), Untitled.

La giuria del premio, presieduta dal Ministro dell’Ambiente francese Ségolène Royal, era composta da Agnès B. (stilista); Claude d’Anthenaise, conservatore capo del Musée de la Chasse et de la Nature; Élodie Bernollin, direttrice della comunicazione di Tara Expéditions; Philippe Cury, oceanografo, direttore della ricerca presso l’IRD; Anne Ged, direttrice dell’Apc (Agence Parisienne du Climat) e Emma Lavigne, direttrice del Centre Pompidou di Metz.

Il 17 settembre, durante la cerimonia svoltasi presso il Musée de la Chasse et de la Nature, il Prix COAL 2015 Art et Environnement è stato assegnato ad Alex Hartley con Nowhere Island e a Elsa Guillaume (per il premio COAL Spécial Océans) con Cosmographie corallienne, immaginaria carta del mondo sommerso delle barriere coralline, ispirata alle cosmografie medievali.

 

COAL

L’associazione COAL, Coalition pour l’art et le développement durable, è nata nel 2008 in Francia, per opera di un gruppo di professionisti esperti negli ambiti dell’arte contemporanea, dello sviluppo sostenibile e della ricerca, con l’obiettivo di favorire l’emergere di una cultura ecologica. Con un approccio multidisciplinare e innovativo COAL intende mobilitare gli artisti e gli operatori culturali sulle grandi sfide ambientali e sociali, collaborando con ong, istituzioni scientifiche e imprese, per sostenere il ruolo imprescindibile della creatività e della cultura nello stimolare la presa di coscienza collettiva e nell’ispirare la messa in opera di soluzioni concrete. 

COAL progetta e organizza esposizioni d’arte contemporanea ed eventi sui temi dello sviluppo sostenibile, oltre ad assegnare ogni anno il Premio COAL per l’Arte e l’Ambiente, la cui rilevanza è oggi riconosciuta a livello internazionale. 

Tra il 2010 e il 2013 COAL ha preso parte alla realizzazione di una strategia nazionale su queste tematiche, nel quadro di un rapporto di collaborazione con il Ministero dell’Ecologia, dello Sviluppo Sostenibile e dell’Energia. Partecipa inoltre a numerose altre iniziative nazionali ed europee.

 

COAL Coalition pour l’art et le développement durable, www.projetcoal.org/coal/

 

 

Cape Farewell

Cape Farewell è il progetto creato dall’artista David Buckland nel 2010 per stimolare una risposta culturale al cambiamento climatico. Oggi tale progetto è diventato una iniziativa no profit internazionale, con base a Londra (University of Arts) e a Toronto (MaRS Centre). Anche Cape Farewell opera mettendo in contatto creativi, scienziati e professionisti dell’informazione, promuovendo l’uso della creatività per innovare, coinvolgendo gli artisti per la loro capacità di comunicare “a scala umana” l’urgenza della sfida climatica.

 

Cape Farewell Art & Climate Change, www.capefarewell.com/art/past-projects/art-and-climate-change.html

 

ArtCOP21 A global festival of cultural activity on climate change, www.artcop21.com

 


Alex Hartley, Nowhere Island

Raccolta di tracce e oggetti, beni comuni provenienti da “terre di nessuno” che rimangono al di fuori della giurisdizione delle 196 nazioni del mondo. Nowhere Island è un’esposizione temporanea che vuole denunciare come le frontiere oggi non facciano che esacerbare emergenze planetarie come il cambiamento climatico, la povertà, la fame. L’extraterritorialità è l’unica possibilità di pensare un’umanità unita e in pace, anche con l’ambiente.

 


Hortense Le Calvez e Mathieu Goussin, Posidonia

La Posidonia Oceanica è una specie endemica nel Mediterraneo, che ha la caratteristica di moltiplicarsi per clonazione, riproducendosi sempre identica a se stessa e conservando un immutato patrimonio genetico per migliaia di anni. Alcune teorie sostengono che “incidenti” o “errori” possano tuttavia verificarsi durante il processo di clonazione. Il progetto riflette su come l’inquinamento dei mari potrebbe influenzare queste mutazioni impreviste. Le sculture vengono collocate sul fondo del mare per il tempo necessario a immergersi e fotografarle. La loro forma evolve con le correnti. 

 

 


Collective Disaster, Temple of Holy Shit

Disaster costruisce il tempio che celebra la nostra capacità di contribuire alla fertilità del terreno. Siamo noi umani la vera alternativa ai fertilizzanti chimici.

 

 


Elsa Guillaume, Cosmographie Corallienne

Il progetto è un work in progress che avrà come esito la realizzazione di una mappa del mondo subacqueo – unico e gravemente minacciato – delle barriere coralline. Il volto di veri arcipelaghi e continenti sommersi sarà arricchito dalla raffigurazione di una fauna osservata e immaginata, come avveniva nelle mappe del 15° secolo, cui il lavoro si ispira. L’opera di Elsa Guillaume, artista ed esploratrice, si svilupperà durante la sua partecipazione a una spedizione oceanografica dedicata a questi ambienti (oceans.taraexpeditions.org).

 

 


FICTILIS (Timothy Furstnau e Andrea Steves, Usa), True Market Cost

Nel mercato di FICTILIS le merci vengono vendute al loro prezzo reale, integrando i costi sociali e ambientali della loro produzione, trasformazione, distribuzione e consumo. Quello che oggi ci ostiniamo a chiamare “esternalità”.

 

 


Julie Navarro, Droséra

Viaggio nell’estetica della relazione tra uomo e paesaggio, nelle torbiere del Limosino, un vero e proprio “sink” di carbonio, che agisce come regolatore naturale del clima.

 

 


Yesenia Thibault-Picazo, Craft in the Anthropocene

Geologia del futuro in un “sedimento di plastica”, immagine del suolo e delle risorse antropizzate di domani.

 

 


Livin Studio (Katharina Unger e Julia Kaisinger), Fungi Mutarium

Un prototipo di coltura di micelio in grado di biodegradare rifiuti tossici trasformandoli in biomassa commestibile, riflessione su come il cambiamento climatico possa ribaltare le leggi del consumo e del vivente.

 

 


Stéfane Perraud con lo scrittore Aram Kebabdjian, Soleil Noir

Il “Sole Nero” rappresenta un pezzo di fiction fantascientifica, un dispositivo di raffreddamento per contrastare gli effetti del cambiamento climatico. Proiezione di un futuro possibile che vuole riflettere sull’ambivalente utopia scientifica e sul nostro incerto rapporto con l’energia.

 

 


Jérémy Gobé, Coral Restauration

Progetto di strutture in grado di “ricucire” e restaurare le geometrie delle formazioni coralline.