Coca-Cola ha conquistato, per il terzo anno consecutivo, il non invidiabile podio di maggiore responsabile per l’inquinamento da plastica nel mondo. Lo dice l’ultimo rapporto della coalizione Break Free From Plastic, che piazza al secondo e terzo posto altre due grandi multinazionali come PepsiCo e Nestlé, anche loro recidive. Il report “BRANDED VOL III: Demanding Corporate Accountability for Plastic Pollution” non punta il dito solo sulle quantità di plastica disperse nell’ambiente, ma anche sullo scarso impegno che le corporation ai primi posti di questa classifica della vergogna avrebbero messo nelle loro politiche di riduzione dei rifiuti.

La classifica dei grandi inquinatori

I dati del report annuale della coalizione Break Free From Plastic, di cui fanno parte oltre 1900 organizzazioni non governative, si basano sul lavoro di migliaia di volontari in tutto il mondo. Quest’anno alla raccolta e catalogazione dei rifiuti hanno partecipato 55 nazioni. Sono stati raccolti più di 346mila rifiuti in plastica di diverse tipologie, poi suddivisi e catalogati a seconda dei marchi di appartenenza. Sono stati dunque individuati i dieci maggiori inquinatori del pianeta, classificati in base al numero di rifiuti attribuiti e alla diffusione globale (Coca-Cola ad esempio è presente in 51 dei 55 Paesi esaminati: praticamente ovunque). Oltre a Coca-Cola Company, PepsiCo e Nestlè, seguono nella classifica di BFFP: Unilever, Mondelez, Mars, Procter&Gamble, Philip Morris, Colgate-Plamolive e Perfetti.

BFFP Worst Polluters social

Zero progressi

Le aziende che guidano la classifica dei grandi inquinatori sono sul podio da tre anni, da quando cioè la coalizione ha cominciato a stilare il suo rapporto. Questo significa che, nonostante le pubbliche dichiarazioni di impegno, non c’è stato nessun reale progresso.
“Non sorprende vedere per il terzo anno consecutivo gli stessi grandi marchi sul podio come maggiori responsabili dell’inquinamento da plastica”, commenta Abigail Aguilar, Coordinatrice Regionale della Campagna contro la Plastica per Greenpeace Southeast Asia. “Queste aziende rivendicano i propri impegni contro la crisi ambientale legata all’inquinamento da plastica mentre continuano ad investire in quelle che noi chiamiamo false soluzioni, stringendo accordi con le aziende petrolifere per produrre sempre più plastica”.
È ciò che ha evidenziato, del resto, anche l’ultimo rapporto della Ellen MacArthur Foundation, “Global Commitment 2020: la maggior parte delle aziende che hanno aderito al New Plastic Economy Global Commitment lanciato dalla fondazione si sono concentrate perlopiù su politiche di riciclo della plastica monouso, tralasciando il riuso e la riduzione della produzione, vere chiavi di volta del problema.
“Le grandi multinazionali rivendicano il loro impegno per risolvere il problema dell’inquinamento da plastica ma al contrario, stanno continuando a produrre pericolosi imballaggi e contenitori in plastica monouso”, dichiara Emma Priestland, Coordinatrice Globale della Campagna sulle Aziende per la coalizione Break Free From Plastic. “Abbiamo bisogno di fermare la produzione di plastica, abbandonare l’usa e getta e rafforzare e standardizzare i sistemi basati sul riuso. Coca Cola, PepsiCo e Nestlé devono guidare le altre aziende verso le reali soluzioni alla crisi legata all’inquinamento da plastica”.