Il settore tech è responsabile del 2-3% delle emissioni globali di gas a effetto serra e buona parte di questo impatto climatico è generato dalle 6 principali Big Tech statunitensi che emettono complessivamente più di 130,1 milioni di tonnellate CO₂ ogni anno, tanto quanto la Repubblica Ceca. A dirlo sono le anticipazioni sul rapporto 2024 dell’Osservatorio ESG Big Tech di Karma Metrix, giunto alla terza edizione, che verrà presentato ufficialmente il 6 giugno.

Amazon, Apple, Facebook, Google, Microsoft e Nvidia consumano 91 milioni di Megawattora, più energia di paesi come Belgio o Cile, registrando un trend di crescita piuttosto preoccupante. Dall’analisi di Karma Metrix, società che misura, compara e migliora l'impatto ambientale dei siti web, emerge che negli ultimi tre anni il consumo energetico dei colossi del tech è cresciuto del 48%, a un ritmo 5 volte superiore alla crescita del consumo mondiale. Se costituissero una nazione, occuperebbero il 37° posto nel mondo per consumi, appena sopra il Cile e subito dopo il Bangladesh, che registra una popolazione di circa 170 milioni di persone.

Impatta di più chi più investe nell’intelligenza artificiale

Analizzando i più recenti rapporti di sostenibilità delle sei Big Tech, Karma Metrix ha rilevato che tra le aziende con impatto ambientale maggiore vi sono quelle che stanno investendo di più sull'intelligenza artificiale. Dal 2020 al 2022 Microsoft ha rilasciato in atmosfera 16,7 milioni di tonnellate di anidride carbonica, registrando un +41,8% rispetto al 2019. Meta, con 8,5 milioni di tonnellate generate, mostra un incremento del 66,4%, mentre Nvidia, leader nell’artificial intelligence computing, ha raddoppiato le proprie emissioni totalizzando 2,7 milioni di tonnellate di CO₂ annue.

Secondo l’osservatorio, anche il gigante del cloud e e-commerce Amazon non ha ridotto la propria impronta carbonica: nel triennio ha prodotto più di 71 milioni di tonnellate, in aumento del +17,5%. Buoni segnali li mostra invece Google, che con 10,1 milioni di tonnellate registra una timida decrescita della CO₂ emessa (-1,3%). Performa ancora meglio Apple, che con 20,6 milioni di tonnellate ha tagliato le emissioni dell’8,8%.

“Il Terzo osservatorio ESG Big Tech ha confermato che non ci sono pasti gratis: anche digitale e intelligenza artificiale contribuiscono in modo crescente al cambiamento climatico”, ha dichiarato Ale Agostini, fondatore di Karma Metrix. “È fondamentale diffondere la consapevolezza e intensificare gli sforzi di tutte le aziende per renderlo più sostenibile. Sito web, app o AI: il digitale è sempre più energivoro, e la parola d’ordine deve essere misurare e rendicontare la sostenibilità digitale. Fino a quando non avremo solo fonti di energia pulite, l’unica strada è risparmiare e limitare le emissioni di CO₂ prodotte dalle tecnologie digitali.”

Quanta acqua consumano i data center

L’impatto delle Big Tech sull’ambiente non si traduce solo in consumi energetici ed emissioni di anidride carbonica, ma anche sulla quantità d’acqua necessaria per raffreddare i data center. Negli Stati Uniti si trova il 30% dei data center del mondo. Questi consumano circa 1,7 miliardi di litri d’acqua al giorno. Google nel 2022 ha consumato oltre 21 milioni di metri cubi d’acqua, il 63% in più rispetto al 2019. Si tratta di una quantità d’acqua che basterebbe a dissetare per un anno circa 24 milioni di persone.

L’osservatorio sottolinea che le aziende analizzate nel report ESG promettono però azioni concrete per alleggerire il proprio impatto sul pianeta. Amazon ha annunciato di voler generare più acqua di quella consumata entro il 2030, Meta, recuperando 2,3 miliardi di litri vuole diventare Water Positive entro la fine del decennio. Microsoft è invece la prima Big Tech water positive, ripristinando oltre il doppio dell’acqua che consuma e, attraverso i suoi progetti, fornendo acqua potabile a oltre mezzo milione di persone. Qualcosa si muove anche sui consumi energetici. Amazon dichiara, ad esempio, di utilizzare il 90% di energia da fonti rinnovabili, con l’obiettivo di raggiungere il 100% entro l’anno 2025. Anche Apple ha comunicato di voler ridurre le emissioni del 75% entro il 2030, mentre Google punta a utilizzare esclusivamente energia 100% rinnovabile entro lo stesso anno. Infine Nvidia, la realtà con il trend emissivo maggiormente in crescita, sta lavorando sull’AI per rendere i suoi prodotti più efficienti e tagliare drasticamente le emissioni.

 

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Immagine: Envato

 

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