Il ruolo delle imprese non è mai stato così cruciale. Non solo per meri aspetti economici, ma soprattutto per gli impatti ambientali e sociali che ogni azienda è in grado di generare. Dai colossi internazionali alle PMI fino alle più piccole startup, il “mondo impresa” non può fare a meno di allinearsi alle necessità del Pianeta, abbracciando le sfide connesse all’urgenza della crisi climatica ed energetica.
Sapere come e dove agire, tuttavia, non è semplice. E disegnare strategie aziendali efficaci per uno sviluppo innovativo e sostenibile richiede competenze – cosiddette verdi – che in pochi ancora hanno. Ecco perché, per accelerare la transizione ecologica a partire dal comparto industriale, è necessaria una scuola.
SAFTE (Scuola di Alta Formazione per la Transizione Ecologica) è una delle prime realtà in Italia a occuparsi della guida e della formazione green di manager, aziende, associazioni ed enti più prevalentemente coinvolti nella transizione. Dopo gli ottimi risultati raggiunti durante il primo anno di attività, questo speciale percorso formativo ritorna con una seconda edizione dal 20 gennaio al 22 marzo 2023.
Ma andiamo con ordine. Quali sono i professionisti necessari alla transizione ecologica? Perché ogni azienda dovrebbe rinnovare il proprio management e quali sono le vie?

L’alta formazione per aziende e lavoratori verdi

Una scuola capace di far convergere le esperienze, le tecniche e i modelli più aggiornati nei nuovi management aziendali per dotarli delle competenze e degli strumenti giusti per affrontare il cambiamento in corso. Questo lo scopo di SAFTE, nata nel 2021 dalla sinergia fra Italian Exhibition Group/Ecomondo e il Gruppo ReteAmbiente e dal coordinamento scientifico dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna.
Un percorso formativo specificatamente pensato per manager, dirigenti, amministratori, tecnici, consulenti e professionisti interessati alla conversione di attività esistenti verso modelli e approcci propri dell’economia circolare. Fra questa tipologia di professionisti si contano sicuramente i Waste, Facility ed Energy Manager, ma anche i Supply Chain e Sustainability Manager. Oltre ai dirigenti e ai tecnici di settori come Ricerca e Sviluppo, Gare e Appalti, Produzione, QHSE (Qualità, salute, sicurezza e ambiente) e CSR (Corporate Social Responsibility). Una formazione “green” potrebbe sembrare meno scontata, ma in realtà altrettanto necessaria per orientare correttamente l’identità e la voce di un’impresa, anche per l’area delle Risorse Umane, del Marketing e della Comunicazione.
Va da sé che corsi specialistici di questo genere rimangono fondamentali per l’aggiornamento del know-how di tutti soggetti coinvolti nella produzione e nella gestione dei rifiuti, tanto nella Pubblica Amministrazione quanto nelle aziende private. Si chiamano a raccolta, quindi, professionisti come responsabili tecnici, operatori del Diritto, ingegneri, geologi e chimici. Anche e soprattutto alla luce nel nuovo quadro normativo di riferimento e delle nuove linee guida europee e internazionali, supportate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. La crescente la sensibilità collettiva e attenzione alle evidenti criticità climatiche ed energetiche hanno di fatto agevolato l’ingresso di nuove direttive europee, che dettano regole sempre più vincolanti per l’organizzazione dei cicli di produzione, distribuzione, consumo e recupero dei materiali.

Upskilling e green jobs

Economia circolare dei materiali e conversione energetica. Questi i due temi portanti dell’edizione 2023 di SAFTE, che propone un approccio verticale ai contenuti mantenendo però la giusta integrazione fra tutte le aree. Il tutto al fianco di alcuni dei più autorevoli esperti del settore, dai docenti dell’Alma Mater Studiorum agli amministratori delegati e Presidenti di grandi realtà imprenditoriali da tutta Italia. E ancora Dirigenti, Segretari, giuristi e giornalisti quotidianamente impegnati nei settori più toccati dalla transizione.
Accanto alla formazione teorica, la Scuola di Alta Formazione per la Transizione Ecologica propone approcci pratici sia attraverso il confronto diretto con gli esperti, sia attraverso l’analisi delle best practice aziendali, di diversi modelli realizzativi e di case history di successo.
La Scuola, pensata per il reskilling e l’upskilling dei lavoratori del settore (e per questo proposta principalmente in modalità e-learning), quest’anno apre le porte anche a chi ha da poco concluso la sua formazione e intende abbracciare i green jobs, ormai giustamente celebrati come i lavori del futuro. Non solo manager, aziende, associazioni ed enti, quindi, ma anche giovani neolaureati intenzionati ad accedere al mondo del lavoro verde.
Data l’importanza di formare e inserire nuovi professionisti nel settore, per agevolarne l’accesso la Scuola ha deciso di mettere a disposizione delle borse di studio per tutti i neolaureati under 30 che faranno domanda di iscrizione al corso in partenza il prossimo gennaio.

Immagine: Antenna (Unsplash)