In alcune situazioni di incontro con il pubblico mi capita di usare il seguente problema, che è completamente inventato, non c’è nessuna attività scientifica di questo genere. Dico: c’è una ricerca recente dalla quale emerge che in Cina il numero di infarti in ascensore è circa il doppio di quelli registrati in Europa e Stati Uniti. Come mai? Arrivano le soluzioni più disparate, alcune anche connesse ad alimentazione e movimentazione verticale di ascensori veloci. Dopo un po’ dico: il motivo è semplice, in Cina un ascensore di medie proporzioni porta almeno 30 persone.

Giuseppe Galatà, ingegnere veneto insediato da tempo in Sicilia, in collaborazione con l’Università di Messina sta partendo con una start-up che muove da uno sguardo laterale sul problema dello spreco di alimenti. Un tema di cui si parla sempre, descrivendo come lo spreco si declini a partire da quando il cibo esce dal supermercato. Ma prima? Galatà ha messo in moto una filiera che può lavorare sugli ortomercati, sui mercati rionali, sulle aziende, arrivando a inventarsi delle macchine spacchettatrici di confezioni di cibo scadute. Non solo: dal verdurame lui ricava alimenti per gli animali di allevamento. E poi? Nel verdurame non c’è anche un sacco d’acqua? Lui recupera pure quella. Quindi: laterale e geniale.

Fredrika Gullfot, invece, svedese, spinge la lateralità in una direzione di perversa intelligenza. Sappiamo tutti che stiamo estraendo dal mare una quantità di pesce incredibile. Alcuni dati ci dicono che dal 1970 a oggi abbiamo dimezzato la vita marina. Ci stiamo avvicinando al momento in cui si dovranno mettere in mare quei pescetti a molla che usiamo nella vasca da bagno (si dice per i bambini, ma poi li usiamo tutti). E sarà una scelta inevitabile per combattere l’incupimento di tanti pescatori professionisti, quelli che per altro con le loro “retone” tirano su dal mare oltre al pesce anche rocce, sommergibili della Seconda guerra mondiale, e pure, periodicamente, Nettuno. Che però ributtano dentro.

Fredrika ha ragionato su questo: ci vogliono 600 sardine per ottenere mezzo chilo di omega 3. Ora: è ormai accertato che l’ingestione degli omega 3 fa bene alla salute come osservare per tre minuti un idrante. È quindi una produzione totalmente inutile. Ma per fermare queste cose chissà quanto tempo ci vorrà. Allora lei coltiva alghe che producono omega 3. Ecco il messaggio: progettare il recupero dell’inutile. Ecco come si può essere astuti.Un suggerimento allora: visto che gli attaccapanni hanno una loro morfologia cornoide, non si potrebbe diffondere il messaggio che possono sostituire il corno dei rinoceronti?