In Italia ‒ ma non soltanto da noi ‒ il dibattito sui grandi temi ha ormai un orizzonte modesto, limitato. Molti decenni fa, quando un grande statista o un grande leader rilasciava un’intervista o faceva dichiarazioni importanti, lo faceva perché voleva lasciare il segno, imprimere una svolta. E quindi interviste e dichiarazioni erano rilasciate di tanto in tanto: appunto, per lasciare il segno. Nell’era della bulimia social e della ipervelocità in cui viviamo, invece, si parla tantissimo, si parla per battute di sei secondi, si reagisce sistematicamente e in tempo quasi reale.

Non è andata così in occasione della diffusione della Esortazione Apostolica Laudate Deum di Papa Francesco. Pubblicata il 4 ottobre 2023, l’esortazione rappresenta un po’ la logica continuazione dell’enciclica Laudato si’, del 2015, che aveva posto la crisi climatica e ambientale al centro dellattenzione mondiale. Con la Laudate Deum, rivolta non alla Chiesa o ai cattolici, ma a “tutte le persone di buona volontà”, Francesco denuncia i ritardi nell’azione riparativa, precisa le responsabilità, prefigura il mutamento del quadro delle regole globali necessario ad affrontare problemi globali.

E, come noto, non si fa particolari problemi nel denunciare con chiarezza negazionisti e inazionisti. Coloro che esprimono “certe opinioni sprezzanti e irragionevoli, che trovo anche all’interno della Chiesa cattolica. Ma non possiamo più dubitare che la ragione dell’insolita velocità di così pericolosi cambiamenti sia un fatto innegabile”. Parole forti, parole chiare, parole giuste, parole utili. Eppure… eppure parole che praticamente sono scivolate come l’acqua, se il metro di misura è il numero di commenti degli esponenti del mondo della politica e dell’economia.

Un giro sulle agenzie di stampa, sui giornali, sui social registra Elly Schlein (“Da Papa Francesco arriva un messaggio potente ed efficace che fa cadere alibi, sottovalutazioni, e negazionismi”, dice la segretaria del PD). C’è il leader dei Verdi Angelo Bonelli, che usa toni e parole simili, mentre per il Movimento Cinque Stelle non parla Giuseppe Conte, ma la deputata Patty l’Abbate.

Governo e maggioranza? Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che più o meno twittano su tutto, stavolta se ne stanno silenziosi: l’unico a parlare è il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, esponente di Forza Italia, secondo cui “Papa Francesco consegna al mondo una riflessione altissima e insieme concreta sugli impatti del cambiamento climatico”. Imprenditori importanti, marchi famosi e fatturati significativi? Tutto tace.

Ovviamente non abbiamo voluto considerare in questo piccolo esperimento studiosi ed esperti di area cattolica o ambientalista o di sinistra, che tutti concordemente hanno applaudito la Laudate Deum, così come ha fatto l’Imam della Grande Moschea di Roma, Nader Akkad. Non abbiamo considerato nemmeno i negazionisti climatici, che abbondano sulle colonne de il Foglio e de la Verità, che anche stavolta fanno corpo unico con le follie deliranti di chi pensa che Papa Francesco sia Satana, un comunista, il capo degli infedeli, il messaggero del globalismo anti-Dio.

Si potrà giustamente osservare che le regole della comunicazione “normali” non valgono per un personaggio come Papa Francesco. Bergoglio guida un’istituzione che ha duemila anni di storia e che quando agisce lo fa con uno sguardo lunghissimo verso il futuro.

Ci consideriamo ragionevolmente certi che in futuro la Laudate Deum verrà ricordata, dubitiamo che lo stesso avverrà delle invettive di Camillo Langone o delle critiche di Chicco Testa. Eppure vien fatto di chiedersi: possibile che in Italia siano così pochi i politici e gli imprenditori desiderosi di schierarsi a fianco del Papa e di Santa Romana Chiesa, e incassare gli annessi dividendi di consenso e materiali?

 

Immagine: Annett Klingner, Pixabay