Il 3 luglio il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha pubblicato gli esiti del primo bando 2023 dedicato alla misura del PNRR per lo sviluppo di infrastrutture di ricarica per auto elettriche.
Sono oltre 4700 i progetti selezionati per realizzare le cosiddette “colonnine” nei centri urbani; è andata a vuoto invece la graduatoria per le superstrade, laddove sarebbe più necessario intervenire per aumentare la diffusione della mobilità elettrica. Tuttavia, mentre l’Italia fatica ad assegnare tutti i fondi previsti dalla prima tranche del PNRR, oltralpe e oltreoceano c’è però chi continua a rilanciare.

MASE: perchè l'assegnazione per le superstrade è andata a vuoto

Se per le infrastrutture urbane il risultato è superiore alle attese (4718 colonnine, contro un obiettivo di 4000), quali sono secondo il MASE le cause che hanno portato a zero assegnazioni sulla rete extraurbana?
“In merito all’Avviso pubblico per le ricariche sulle superstrade, non è stato possibile selezionare progetti, in quanto le poche proposte progettuali presentate non avevano i requisiti di ammissibilità alla misura”.
Il Ministero fa sapere inoltre di essersi già attivato con gli operatori interessati per individuare le motivazioni che hanno portato alla scarsa adesione, al fine di adottare le misure più opportune per stimolare una più ampia partecipazione. “A questi primi due avvisi pilota, seguiranno ulteriori procedure di selezione con l’obiettivo di raggiungere il target finale di installare oltre 21mila infrastrutture di ricarica entro il mese di giugno 2026, per uno stanziamento economico di 713 milioni di euro”, conclude il comunicato.

La crescita delle infrastrutture di ricarica

Il numero di colonnine, in Italia, è comunque in crescita. Secondo Motus-E, l’associazione che rappresenta le aziende che operano nel comparto e per la transizione energetica, nel primo trimestre dell’anno sono stati installati 4.401 nuovi punti di ricarica a uso pubblico, che portano il totale nazionale a quota 41.173 punti. “Per dare un’idea del tasso di crescita messo a segno, nel periodo gennaio-marzo 2023 sono stati posati in media circa 340 nuovi punti di ricarica a settimana”, si legge in un comunicato stampa del 4 aprile. “Un valore mai toccato prima, che ha contribuito a far raggiungere i 13.316 punti di ricarica installati negli ultimi 12 mesi (+47,8%). Nell’arco di due anni esatti i punti di ricarica presenti in Italia sono praticamente raddoppiati: da 20.757 a 41.173”.

Per quanto riguarda la distribuzione delle infrastrutture, Motus-E riporta un leggero recupero al Sud e nelle Isole, ora al 21% del totale, che guadagnano un punto percentuale di quota rispetto al Nord (57% del totale) e si avvicinano al livello del Centro (22%). La Lombardia si conferma la Regione con più punti di ricarica (6.661), davanti al terzetto costituito da Piemonte (4.215), Veneto (4.169) e Lazio (4.032). Chiude la top 5 l’Emilia-Romagna (3.732), con la Campania che dal canto suo si guadagna una menzione speciale per il balzo in avanti più marcato: da inizio anno i punti di ricarica nella Regione sono passati da 1.184 a 2.145 (+81%).

L’Italia prenda esempio da Germania e Usa

Mentre in Italia i bandi vanno per metà a vuoto, oltralpe e oltreoceano c’è chi continua a dare l’esempio.
Il 29 giugno scorso il Ministero dei trasporti tedesco ha annunciato fino a 900 milioni di euro – nota bene, aggiuntivi rispetto al piano approvato ad ottobre che già prevede una spesa di 6,3 miliardi di euro in tre anni - per espandere le stazioni di ricarica dei veicoli elettrici per le famiglie e le aziende. Ma qual è il target, a voler un termine di paragone? Oggi la Germania possiede circa 90.000 punti di ricarica pubblici, ma mira ad averne un milione entro il 2030.
Dagli Stati Uniti, il giorno prima rispetto all’annuncio tedesco, dopo le critiche ricevute dai sindacati, l’amministrazione Biden faceva invece sapere di voler utilizzare 2 miliardi di dollari provenienti dall’Inflation Reduction Act per finanziare la conversione di impianti automobilistici, in particolare quelli in stato di cessata attività o prossimi alla chiusura. Il programma Domestic Manufacturing Conversione Grants for Evs, si legge nel sito, “fornirà sovvenzioni condivise a sostegno della produzione nazionale di veicoli efficienti ibridi, ibridi elettrici plug-in, a trazione elettrica plug-in e a celle a combustibile a idrogeno”.

Immagine: Envato Elements